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noioso e tecnico sul ddl di riforma del reclutamento universitario, promosso da un gruppo di parlamentari PD e M5S approdato da 2 settimane in Senato. Questione apparentemente amministrativa ma con risvolti inquietanti #universita#ricerca senato.it/leg/18/BGT/Sch…
Tanto per cambiare, il tema che ha fatto più discutere è la possibilità o meno di profilare i bandi in modo, si dice, da favorire od ostacolare i concorsi "pilotati" che sembrano essere l'unico problema dell'università italiana repubblica.it/cronaca/2021/0…
Come ho già detto, a me questo problema sembra i solito specchietto per le allodole (è davvero pensabile e auspicabile che un concorso sia vinto da un* sconosciut* privo di collaborazioni? Non sarebbe il caso di privilegiare fino in fondo la trasparenza?) rivistailmulino.it/a/chiusure-e-a…
Specchietto per le allodole che svia dalla vera criticità , ovvero il ruolo unificato di ricercatore a tempo determinato che, in modo ancora piuttosto oscuro, condurrà a una tenure track "vera", cioè destinata almeno in qualche caso a fallire
Diciamolo in altri termini. Nel 2010 la riforma Gelmini aveva generalizzato il tempo determinato istituendo la conferma in ruolo solo per gli rtdB, così da consentire agli atenei di imporre il carico di lavoro dei docenti di ruolo a soggetti di cui non era tenuta a farsi carico
A tutta prima si è realizzato il risultato che i promotori della Gelmini cercavano, ovvero lo sbarramento dell'accesso in ruolo per nuovi addetti che potevano essere messi al lavoro e poi dispersi nell'ambiente scuola24.ilsole24ore.com/art/universita…
In questo modo si poteva procedere a dare all'istituzione universitaria le dimensioni (e i costi di funzionamento) desiderati senza incontrare alcuna opposizione e fregandosene dell'accumulo storico di personale precario altamente formato
Poi però i piani straordinari iniziati nel 2017 (sempre siano lodati dalla mia generazione) hanno svelato una falla enorme nella legislazione: se si mettevano a disposizione soldi per assumere, si assumeva, e i ranghi decimati del corpo docente si ricostituivano
Oggi, la necessitĂ sembra essere quella di chiudere nel modo piĂą efficace possibile questo rubinetto, che rischia di costruire una universitĂ secondo le necessitĂ socio-culturali del paese e non secondo i soldi che vi si sono decisi di spendere
Così si vuole intervenire rendendo in qualche modo (ancora non ben chiaro) automatico il fatto che una certa percentuale di rtd non vada a buon fine
Sul piano tecnico, questo passaggio chiarisce una volta di piĂą quello che gli addetti ai lavori dicevano giĂ nel 2010, ovvero l'inapplicabilitĂ della tenure track in un sistema universitario ad amministrazione pubblica
Quel percorso si è infatti originato negli USA per coniugare libertà accademica e possibilità degli atenei di scegliere con cognizione di causa il corpo docente, e ha il suo fondamento proprio nel fatto che a offrire o negare la stabilizzazione è un singolo ateneo...
...con un atto che, in caso di esito negativo, altre università possono ripetere. Qui, l'irripetibilità del percorso di assunzione rende questa pratica (che peraltro è inutile, visti gli anni di precariato fisiologico più che sufficienti alla valutazione) una roulette russa
Se si prosegue su questa strada tecnicamente sbagliata, lo si deve al fatto che non si sono superate le logiche della riforma Gelmini, ovvero l'idea di dover tenere sotto stretto controllo dimensioni e costi dell'universitĂ
Il tutto mentre i dati ci dicono che il problema fondamentale dell'istruzione superiore italiana è lo scarso numero di laureati, e la soluzione è la paziente costruzione di un rapporto col mondo di lavoro e produzione adeguato a un loro pronto assorbimento rainews.it/dl/rainews/art…
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in cui a grande richiesta raccolgo tutte insieme alcune osservazioni/perplessitĂ sui temi del sistema educativo e del "capitale umano" che ho sviluppato leggendo l'interessante riflessione di @SMerler
Secondo THREAD👇👇👇
su GENERE E SAPERE
Per secoli, fino a 200, 150 e per certi versi anche 100 anni fa, un tratto costitutivo dell'educazione delle classi dirigenti occidentali era la conoscenza delle lingue classiche: latino, greco, nei paesi protestanti a volte ebraico
Conoscere le lingue fondanti della cultura occidentale era essenziale per connettersi a una tradizione millenaria, per formare un'identitĂ di riferimenti e valori che distinguesse dal volgo e permettesse di capirsi, e che soprattutto fosse genuinamente virile.
Le donne, a meno che non fossero altezze reali per cui si prevedevano incarichi di spessore, "non erano portate" per le lingue classiche, sapevano il latino per dire messa ed era giĂ tanto. Tanto per dire, una biblista come Julia Smith era a tal punto un'eccezione...
Appunti da qualche lettura che sto facendo per il corso di Storia sociale dell'educazione per la magistrale, in predicato di essere attivato quando con l'ormai prossimo passaggio di ruolo mi potranno liberamente caricare di altre ore... 👇
Si tratta del resto di uno squilibrio tipico: nelle società in via di sviluppo, in cui l'istruzione è una risorsa scarsa, le agenzie sociali tendono a privilegiare l'accesso alla formazione di base dei maschi. E' storicamente uno dei tanti risvolti del dominio maschile
Riflessione in pillole per il #25aprile, da prendere in tutta la schematicitĂ che il mezzo impone.
Le radici politico culturali dell'esperienza comunista nel '900 sono bel al di fuori del perimetro di una democrazia liberale e pluralista:...
...il partito di tipo nuovo teorizzato da Lenin era anzi esplicitamente pensato per il suo sabotaggio, in tutti i suoi aspetti, dalla partecipazione parlamentare in poi.
Si può discutere a lungo su ragioni e obiettivi, ma questo fatto è innegabile.
Del resto anche nel periodo di suo maggior successo, nei due decenni successivi alla decolonizzazione, il modello politico ed economico sovietico non era guardato come una garanzia per la promozione dei diritti, e non si imitava per quello.
THREAD (lungo)👇👇👇
L'intervista che la ministra dell'#Università Cristina Messa ha rilasciato al Sole 2 giorni fa permette quantomeno di intravedere qualcosa dell'idea di politica dell'istruzione superiore e della ricerca con cui è arrivata al governo scuola24.ilsole24ore.com/art/universita…
Le proposte di investimento per l'aumento dei laureati e dei dottori di ricerca (maggiore connessione tra atenei e quegli ITS che un mese fa erano sulla bocca di tutti, spinta ai dottorati cosiddetti "industriali", maggiore flessibilità di percorsi...) sono, prese così...
...abbastanza di buon senso, ma ancora piuttosto generiche. In particolare lasciano scoperti due temi fondamentali: 1) l'autonomia degli atenei è (ancora) messa tra parentesi, anche se molte sperimentazioni in questo senso hanno avuto buoni risultati...
#goodreads
Mi è arrivato in anteprima, e sarà finalmente disponibile tra pochi giorni, "Il fascismo e la storia", a cura di Paola Salvatori ->
Sono gli atti, usciti in ritardo causa pandemia, del convegno del 2017 di cui sono disponibili le registrazioni sul canale YouTube della @scuolanormale ->
GiĂ dalle relazioni proposte all'incontro si comprendeva che si trattava di un momento molto importante per impostare idee originali su storia intellettuale e politico-culturale del Ventennio, storia della storiografia e storia delle relazioni culturali internazionali