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L'intervista che la ministra dell'#Università Cristina Messa ha rilasciato al Sole 2 giorni fa permette quantomeno di intravedere qualcosa dell'idea di politica dell'istruzione superiore e della ricerca con cui è arrivata al governo
scuola24.ilsole24ore.com/art/universita…
Le proposte di investimento per l'aumento dei laureati e dei dottori di ricerca (maggiore connessione tra atenei e quegli ITS che un mese fa erano sulla bocca di tutti, spinta ai dottorati cosiddetti "industriali", maggiore flessibilità di percorsi...) sono, prese così...
...abbastanza di buon senso, ma ancora piuttosto generiche. In particolare lasciano scoperti due temi fondamentali:
1) l'autonomia degli atenei è (ancora) messa tra parentesi, anche se molte sperimentazioni in questo senso hanno avuto buoni risultati...
...soprattutto quando sono state proposte e portate avanti da singole sedi e messe a punto in modo adeguato alle esigenze proprie e dei loro interlocutori. Forse è quello il terreno su cui programmi efficaci potranno fiorire, ma ancora una volta si ha l'impressione...
...che chi arriva al ministero, anche da un ruolo in cui ha potuto sperimentare appieno queste possibilità "dal basso", sia geloso delle prerogative di controllo che il governo non ha mai voluto cedere, neppure dopo anni che la comunità accademica si è mostrata...
...nel suo complesso molto migliore di quanto spesso creduto.
2) Nel dialogo tra università e mondo produttivo, è quest'ultimo che spesso, per molte ragioni, ha dimostrato di non avere il "fisico" per reggere lo sviluppo di nuovi e ambiziosi percorsi di alta formazione...
...e ricerca, e spesso la fiducia incondizionata che un bagno nell'imprenditorialità potesse far bene a quei lavativi degli universitari adagiati sul loro stipendio pubblico ha creato disastri, come i mostrano i problemi evidenti delle università attive...
...nelle aree più depresse, destinate a condividere questo stato invece di farsi volano di rilancio. Dalle parole di Messa, che del resto viene da un ateneo operante in tutt'altre condizioni e con tutt'altre possibilità di "fare rete", emerge poca consapevolezza...
...di questo ordine di problemi, e traspare la volontà di continuare a credere che sia l'università a doversi adattare a colpi di riforme a un mondo produttivo rispetto al quale è in ritardo, e non il contrario come invece tutto sembra dirci.
Dare applicazione a questi programmi di sviluppo e di investimento partendo dal presupposto che ci sia un contesto imprenditoriale pronto a sostenerli nel lungo periodo rischia di essere un passo che poggia su un terreno tutt'altro che solido.
Volendo portare avanti l'interpretazione dello scenario (ancora molto sfocato) che Messa tratteggia, viene da fare un'altra considerazione che propongo quantomeno come ipotesi. L'idea che il mondo delle imprese sarebbe stato in grado di assorbire le competenze universitarie...
...e di dialogare con esse era uno dei tratti distintivi della riforma Gelmini del 2010, che è fallita tra l'altro anche per l'errore nella previsione che il mondo imprenditoriale riuscisse a dialogare da pari a pari con gli atenei e a sfruttarne al massimo...
...non solo gli studenti, ma anche il personale formato alla ricerca "in esubero". Tra le conseguenze che chi aveva scritto la 240/2010 ricercava, infatti, c'era una restrizione del sistema universitario attraverso l'utilizzo per un tempo limitato di personale ricercatore...
...poi destinato a non trovare stabilizzazione e a non poter continuare senza limiti i contratti, portando quindi le sue competenze non tanto nella pubblica amministrazione (il cui accesso era chiuso a doppia mandata) quanto in azienda.
E non si parlava di piccoli numeri. Nel 2012 le previsioni dell'ADI chiarivano che, continuando al regime di reclutamento previsto, una quota tra il 65 e l'85% dei "precari della ricerca" non avrebbe trovato stabilizzazione in tempo utile
linkiesta.it/blog/2012/06/o…
Solo col governo Gentiloni, e l'inizio del piano straordinario di reclutamento degli RtdB, si è cercato attivamente di invertire la tendenza, con qualche risultato ma ancora senza avere sanato il calo di addetti prodotto dallo scock di inizio decennio.
E' significativo e preoccupante che, pur in un quadro almeno a parole espansivo, l'unico progetto in caldo per il personale sia una riunificazione del ruolo di rtd "con un unico periodo di tenure track di 6 anni che non vuol dire poi entrare per forza nel sistema".
Il senso dell'operazione, naturalmente, sta nelle ultime parole, ovvero nell'idea di provvedere istituzionalmente a fare in modo che una certa quota dei percorsi di stabilizzazione non vada a buon fine. Sul piano tecnico, si tratta della conseguenza evidente...
...di un problema che molti di noi specialisti avevano sollevato fin da subito, e che ha a che vedere con l'inappropriatezza di un dispositivo come la tenure track (pensata in un sistema aperto come quello statunitense per garantire la libertà accademica senza...
...il ricorso alle tutele dell'impiego pubblico) in un sistema amministrato, in cui il reclutamento anche se radicato in una sede avviene comunque secondo logiche e regole complessive (di cui è evidente dimostrazione il fatto che la tenure track sia irripetibile).
Sul piano della sostanza, è difficile evitare la sensazione di essere di fronte a una restaurazione di logiche ampiamente condannate dagli studi e che il sistema cercava timidamente di correggere. Del resto il ritorno alla ribalta di voci che credevamo seppellite...
...dall'ignominia, come quelle di Perotti e Giavazzi, in questo quadro acquisiscono un senso più compiuto e decisamente inquietante. Spero solo di essere stato troppo pessimista.

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18 Mar
#goodreads
Mi è arrivato in anteprima, e sarà finalmente disponibile tra pochi giorni, "Il fascismo e la storia", a cura di Paola Salvatori -> Image
Sono gli atti, usciti in ritardo causa pandemia, del convegno del 2017 di cui sono disponibili le registrazioni sul canale YouTube della @scuolanormale ->
Già dalle relazioni proposte all'incontro si comprendeva che si trattava di un momento molto importante per impostare idee originali su storia intellettuale e politico-culturale del Ventennio, storia della storiografia e storia delle relazioni culturali internazionali
Read 7 tweets
19 Feb
Ma quindi cosa sono queste charter school, negli USA?
Sono scuole fatte sorgere, da gruppi privati, attraverso un accordo (charter, appunto) con un ente pubblico responsabile dell'istruzione (Stato, contea, distretto). Di solito, in base ad esso, ricevono una quota stabilita...
..del "money per pupil per year" del distretto di provenienza di ogni studente, che va a sommarsi a una dotazione di provenienza privata di cui è previsto chiaramente un massimale, e stabiliscono degli obiettivi che l'ente di riferimento può verificare periodicamente...
...(di solito ogni 3 anni), ricevendo in cambio ampia libertà di metodo e programma e soprattutto di reclutamento del personale (sempre legato alla specificità metodologica e contenutistica: se apro una scuola montessoriana non posso farmi imporre personale...
Read 20 tweets
19 Feb
Di quanto il papocchio sia discutibile ho detto. Questa va inchiodata al muro perché contiene più errori di fatto che concetti e non posso esimermene.
1) scienze dell'educazione (che nel frattempo ha allungato il nome) NON FORMA DOCENTI DI SCUOLA ->
2) Scienze della formazione primaria È GIÀ A NUMERO CHIUSO e forma un corpo magistrale tra i più preparati d'Europa anche senza il preziosissimo impegno di un economiata chiaramente così informato di quello di cui parla ->
3) l'andamento del discorso, naturalmente abbastanza vago da evitare la cantonata esplicita, sembra implicare che a ScEd si formino docenti di scuola secondaria (in tutti i punti si parla solo si quella!). Non sapere come si formano i docenti che vuoi migliorare ti qualifica ->
Read 8 tweets
17 Feb
THREAD👇👇👇
Piccolo prontuario su quello che sembra essere il dilemma dl giorno dopo il discorso di #Draghi alla #Fiducia:
1) gli ITS sono gli istituti tecnici superiori, si frequentano DOPO la maturità, e offrono percorsi fino a 3 anni di alta formazione professionale...
...in settori individuati in base alle esigenze produttive locali (sono a base regionale), e prevedono la partecipazione di aziende partner. Sono da 10 anni allo stato embrionale e funzionano decentemente, per numeri cmq piccoli, solo in distretti in relativa crescita...
...(interessante che una delle aree dove vanno meglio, pur restando sempre poco conosciuti, sia l'Emilia: è grazie a o nonostante Bianchi? vedremo...)
2) l'ITIS è un Istituto Tecnico Industriale, UNO degli indirizzi degli ISTITUTI TECNICI, quelle scuole SECONDARIE SUPERIORI...
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16 Feb
Più mi guardo intorno più mi accorgo che nel dibattito pubblico sul tema è in corso un attacco concentrico alla pedagogia e in generale alle discipline educative. Chi parla di istruzione inizia prendendone le distanze e individuando la loro essenza stessa come parte del problema
Non è normale che se si vuole parlare di un tema si parta escludendo chi quel tema lo studia, e può offrire le griglie interpretative ineludibili da cui partire per inqudrarlo nella sua complessità, ma anzi si accusi la conoscenza necessaria a ciò di essere controproducente
Sembra quasi che, essendo consapevoli di stare per proporre in tema di istruzione soluzioni che non risolveranno i problemi dell'istruzione (ma al limite di qualcun e qualcos'altro), si cerchi innanzi tutto di mettere nell'angolo chi, con cognizione di causa, può...
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10 Feb
Dunque, ricapitolando, sulla #scuola:
1) I giornali ci hanno venduto (o è stata venduta loro, su questo non mi pronuncio anche se ho qualche sospetto) come proposta AVANZATA da #Draghi una proposta che Draghi ha RICEVUTO (con interesse, spero) nelle #consultazioni
2) Della proposta A DRAGHI, certo fluida ma identificabile come un piano strategico di un certo respiro e comprensiva anche di un tentativo (che si può discutere) di individuare le carenze specifiche, è arrivata al pubblico solo l'idea di "prolungare l'anno scolastico di un mese"
3) Qualsiasi reazione a questo pasticcio comunicativo è derubricata ad autodifesa dei docenti che "non vogliono lavorare" (come se non avesselo lavorato tutto il tempo), e il tema del tempo a scuola è affrontata con la stessa concezione del lavoro come problema teorico...
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