Le bombe erano la facile risposta contro i "cattivi" da parte dei "buoni".
Erano bombe lontane.
Erano guerre giuste.
Democrazia a grappolo in posti lontani.
E scomodi migranti da aiutare a casa loro.
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Ma quando sentiamo il loro fragore appena dietro casa, la paura del rassicurante "improbabile", diventa quel legittimo timore che per la seconda volta in 2 anni impone il cambiamento richiesto della percezione, proiettandoci altrove.
Oggi siamo tutti in #Ucraina.
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Ieri.
Hai scelto la tua casa.
Hai curato il suo aspetto, selezionando mobili, oggetti e colori.
Hai raccolto dettagli, coordinato elementi, ninnoli e quadri.
E' il tuo ambiente, ti protegge con le sue mura sicure.
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Ti culla con il calore del termosifone e i fuochi della cucina per sperimentare le gioie della cucina.
Nel tuo studio hai libri, artbook, fumetti, gadget che hai collezionato, uno alla volta.
Tanto quanto il tuo computer, i suoi accessori, i softwares di lavoro quotidiano.
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La sedia da streamer, il microfono e le t-shirt a tema con led multicolore, microfono e telecamera per raccontare le tue storie e osservare quelle degli altri.
Prese della corrente sempre attive, lo smartphone sempre carico e pronto.
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Possiedi tutto ciò che definisce la tua identità, costruita un pezzo alla volta, perfetta per i tuoi ritmi.
Sei la tua isola perfetta.
Oggi.
Servono pochi giorni appena perché tutto cambi.
Devi fuggire, cambiare vita velocemente e scegliere di lasciare indietro tutto.
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Perché l'ultimo macbook è meno pratico di una bottiglia d'acqua e una coperta è preferibile alla TV da 50 pollici.
Pochi giorni appena.
Per scoprire che dietro la tua vita ed ogni oggetto che ti definisce c'è un reticolato di dinamiche planetarie che probabilmente
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scansavi come la retorica dei "buonisti" troppo lontani dai tuoi problemi reali.
Per scoprire che dal gas ai microchip, dall'energia ad internet fino a pane, pasta e benzina, è tutto in sequenza logica: è un immensa reazione a catena e tu
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non sei più l'isola solitaria che ostinatamente pretendevi alle tue condizioni, ma la penisola di un immenso frattale dominato da cause ed effetti sfuggenti.
Per scoprire che in realtà non possiedi nulla davvero, a parte te stesso e che il senso di ogni cosa è solo un
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punto di vista temporaneo.
Pochi giorni appena.
E ti ritrovi a camminare nel buio consapevole, lontano verso un altrove sconosciuto.
Adesso il "migrante" sei tu.
L'unica competenza che ti serve è la forza d'animo per sopravvivere.
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L'unica certezza che ti resta è forse il ricordo di aver dato ragione solo a chi ti piaceva, alibi di pancia e sguardo alle distrazioni. Stavi già camminando nel buio, ma le chiamavi certezze.
Quelle che sceglievi per te.
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Domani.
E' la scelta che ti attende.
Se crogiolarti tra falsi idoli e miti popolari o cambiare la tua percezione del mondo, delle isole e di tutte le cose.
Sarebbe un buon inizio, a prescindere.
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"La guerra è una montagna di merda" (semi-cit.) #Ucraina
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Questa è la guerra in #Ukraine su #Artstation: nei commenti si assiste allo scontro tra i sostenitori della pace e quei russi che si fanno portatori della propaganda di #Putin (ne usano i termini e la narrazione su "8 anni di violenza in #Ucraina sulla popolazione" -
(segue)
additando i russi in qualità di "salvatori" contro i "nazisti ucraini").
Nei commenti agli elaborati lo scontro.
Accade qualcosa di simile anche su #Behance e #DeviantArt, come su ogni altro social.
Integrazione #importante:
si, esiste una verità (in parte storica, in parte semi-contemporanea) legata alle dichiarazioni di #Putin sull' #Ucraina.
Negli ultimi anni ci sono state violenze e violazioni da parte dell'esercito ucraino (se non erro) e dell'estrema destra contro
Perché è necessario seguire ogni accadimento di queste ore, ogni intervista, ogni approfondimento e parlarne, confrontarsi sui Socials?
Non per la paura delle guerra.
Non per cercare conforto reciproco.
Non perché un singolo utente possa cambiare l'andamento degli eventi.
Ma per motivi concreti che riguardavano, toccano e coinvolgeranno tutti, nessuno escluso.
Eccone 6: 1) Per capire quanto ogni nazione e la sua economia siano legate le une alle altre a tutti i livelli, rendendo stupidi l'indolenza verso la politica e i movimenti che inneggiano
ad isolamento e sovranismo;
2) Perché il dissenso verso la guerra e la violenza va manifestato in ogni forma, dalla piazza ai social (lo sanno bene i regimi che manipolano i media e censurano le piattaforme) per coinvolgere chi preferisce distogliere lo sguardo, per paura o
Come si contrasta un folle che non teme di scagliare il pianeta in una guerra nucleare?
La mediazione con lui non serve, è chiaro anche agli scemi.
Ragionare non si può: è una #lucida#dissennata#follia#pianificata quella che osserviamo.
Lo si priva del sostegno, quindi, in ogni modo possibile.
Dal suo entourage ai finanziatori diretti fino alle realtà fiorite sul commercio internazionale, dal sostegno pubblico (#Putin si appresta a chiudere #Meta/ #Facebook in #Russia al quale chiedeva di
applicare il #factchecking -pensa te) alle cascata di effetti a catena che riguardano anche il famoso #swift (Francia e Germania sono adesso orientati verso il blocco, noi seguiremo a ruota come è giusto che sia).
Le parole sono importanti.
Soprattutto in rapporto alla figura che le usa ed al suo raggio d'azione comunicativo.
Macigni mass-mediatici che diventano pilastri della narrazione tossica sulla quale fare perno per ottenere consenso (internamente) o "motivazioni" #Ucraina
e persino quell'arrogante "diritto di agire" reclamato dal peggiore #PUTIN.
Dal surreale "denazificare" (detto da chi si sta comportando come i nazisti respinti a #Stalingrado) alle pretestuose parole di #Lavrov sentite oggi, fino a quelle non espresse dalla #Cina.
E' un gioco della percezione sfruttato da chiunque.
Pericoloso soprattutto quando si #sovvertono i concetti.
"#denazificare" è uno di quelli chiave.
Sovvertire parole e concetti è una vergognosa abitudine trasversale.
La conosciamo bene anche in Italia.