Mario #Draghi sta iniziando a parlare all'ambasciata d'Italia a #Washington. Per chi vuole, riporterò qui le sue dichiarazioni più importanti.👇 Image
#Draghi: "Voglio ringraziare subito il presidente #Biden per questa accoglienza veramente splendida. L'incontro di ieri è andato molto bene. Il presidente #Biden ha ringraziato l'Italia per essere un partner forte, un alleato affidabile, un interlocutore credibile".
#Draghi: "Ho ringraziato Biden per il ruolo di leadership che sta esercitando in questa crisi e per la grande collaborazione che c'è stata con tutti gli Alleati.
Siamo stati d'accordo che occorra ocntinuare a sostenere l'Ucraina, occorra far pressioni su Mosca e anche però
cominciare a chiedersi come si costruisce la pace.
Il percorso negoziale è molto difficile. Un punto molto importante è che questa pace dev'essere la pace vuole l'Ucraina, non una pace imposta. Né da certo tipo di Alleati né da altri".
#Draghi: "Al presidente Biden ho anche descritto l'esigenza di prendere delle decisioni per affrontare il problema dei prezzi dell'energia e le disponibilità di energia. Non dimentichiamo che il problema dei prezzi è iniziato da prima della guerra, da circa un anno e mezzo".
#Draghi: "Ho anche ricordato al presidente #Biden della possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas. L'ipotesi è stata accolta con favore, anche se l'amministrazione USA sta riflettendo più su un tetto al prezzo del petrolio, che su un tetto al prezzo del gas. Si è deciso
che ne riparleremo presto insieme.
In tutto questo, sia il presidente #Biden che io stesso, abbiamo tenuto a ribadire che ogni iniziativa non deve andare a detrimento degli investimenti sulle rinnovabili, degli obiettivi di transizione ecologica che ci siamo tutti prefissi.
Questo significa un aumento molto più forte degli investimenti nelle rinnovabili, perché la situazione di dipendenza e di necessità di liberarsi dalla dipendenza dal gas è ancora più forte oggi di quanto non fosse qualche mese fa".
#Draghi: "Con il presidente #Biden abbiamo discusso del pericolo di una crisi umanitaria causata da una scarsità alimentare provocata essenzialmente dal blocco delle esportazioni di grani vari da Ucraina e Russia. I porti dall'Ucraina sono bloccati dalle navi russe.
Ho sentito dire il ministro Lavrov che sono bloccati perché sono stati minati i porti, ecco: questo può essere un primo esempio di dialogo che si costruisce tra le due parti per salvare decine di milioni di persone nei Paesi più povere. Se è vero che ci sono queste mine
occorrerà rimuoverle, e da parte russa lasciare che queste navi partano cariche di grano per i più poveri del mondo".
#Draghi: "La guerra ha cambiato fisionomia. Inizialmente era una guerra in cui si pensava ci fosse un Golia e un Davide. Era una guerra di difesa disperata che sembrava anche non riuscire. Oggi il panorama si è completamente capovolto. Non dico che ci sia un Golia e un Davide ma
certamente non c'è più un Golia. Certamente quella che sembrava una potenza invincibile sul campo, e per quel che riguarda una guerra fatta con le armi convenzionali, si è dimostrata una potenza non invincibile. Questo porta tutte le parti a fare una riflessione sugli obiettivi
della guerra: quali obiettivi ci si propone da entrambe le parti? Che tipo di pace si vuole? Si vuole una pace dove l'Ucraina è divisa? Si vuole una pace dove i soldati russi non occupano più nessuna parte dell'Ucraina, ci sono tante possibilità. Ma prima ancora c'è uno sforzo
che occorre fare da parte di tutti, ma in particolare Russia e USA, di sedersi ad un tavolo. Non è più valida la risposta che mi veniva data qualche tempo fa, quando c'era un Golia e un Davide. Putin mi rispose: 'è troppo presto perché bisogna che un accordo sia già pronto'.
Era la risposta di una parte convinta di poter chiudere quando aveva conseguito tutti gli obiettivi. Ora non è più così. Né gli uni né gli altri hanno chiarissimi gli obiettivi. Comunque se li hanno li devono definire. Dunque occorre sforzarsi per portare le parti al tavolo".
#Draghi: "Inflazione? Il compito delle Banche centrali non è facile: devono aumentare i tassi altrimenti l'inflazione corre, ma se li aumentano troppo fanno precipitare i Paesi in recessione. La Lagarde è pienamente consapevole di questa difficoltà".
#Draghi: "L'inflazione è un problema molto grave negli USA anche per le sue implicazioni di carattere politico: è un problema molto sentito dal presidente #Biden. La Federal Reserve sta aumentando i tassi molto velocemente com'è necessario".

Jerome Powell promosso.
#Draghi: "Il motivo per cui a noi è venuto in mente di mettere un tetto al prezzo del gas è che il potere di mercato che l'Europa ha come compratore di gas a livello mondiale, ma certamente a livello di importazioni dalla Russia, è tale che va esercitato. Ridurrebbe anche gli
aiuti finanziari che tutti noi stiamo dando a Putin per continuare la guerra. La stessa riflessione si può fare per il petrolio a livello mondiale. L'idea è di creare un cartello di compratori oppure, e questa è la strada forse preferibile, persuadere l'OPEC ad aumentare
la produzione. Su entrambe le strade bisogna lavorare molto".
#Draghi: "Io mi ricordo che all'inizio della guerra e delle discussioni in Parlamento, tutti o molti dicevano: 'Ma l'Italia deve avere un ruolo! Lei deve avere un ruolo!'. Io ho risposto: 'Non è bisogna cercare un ruolo, bisogna cercare la pace'. Chiunque siano le persone
coinvolte - e mi auguro che ci sia effettivamente un'iniziativa in questo senso - l'importante è che cerchi la pace, che non cerchi affermazioni di parte. Non bisogna cercare di vincere. Oltretutto, se ci penso un attimo: la vittoria non è definita. Che significa 'vincere'?
Per gli ucraini certamente è definita: significa respingere l'invasione. Ma per gli altri?".
#Draghi: "Bisogna togliere il sospetto che soprattutto gli ucraini hanno, che si arrivi ad una pace imposta, ad una pace che magari fa comodo agli USA, agli europei, ai russi, ma non è accettabile dagli ucraini. Questa è una ricetta per il disastro, perché la pace non sarà
credibile: perché i primi a mantenere la pace saranno gli ucraini e saranno i russi. Altrimenti non ci sarà pace, ci sarà una finta pace tradita ogni momento".
#Draghi: "L'incontro con #Biden non è venuto per giudicarci a vicenda. Questi incontri si fanno per cercare di capire come si possa andare avanti. Se uno vuole portare le parti al tavolo è essenziale non cercare di vincere, perché non ci si riesce a quel punto".
#Draghi: "Sono fiducioso che riusciremo a pagare il gas senza violare le sanzioni, ma per una ragione sciocca: non c'è un pronunciamento ufficiale su cosa voglia dire violarle. Nessuno ha mai detto su come sono organizzati i pagamenti in rubli: è una zona grigia. Il più grande
importatore di gas in Germania ha già pagato in rubli. La maggior parte degli importatori di gas hanno già aperto conti in rubli con Gazprom".
#Draghi: "Il fatto di insistere sulla necessità che si crei questo tavolo di pace significa necessariamente che i contatti devono essere riavviati, intensificati, a tutti i livelli. Questo è importante. Bisogna essere capaci, non di dimenticare - perché quello è impossibile - ma
di guardare al futuro. Infatti l'altra questione che ho presentato al presidente #Biden è la necessità di iniziare a pensare alla ricostruzione dell'#Ucraina. Chiaramente i Paesi europei come l'Italia non hanno nel bilancio nazionale per partecipare alla ricostruzione come a
tante altre nostre sfide di questi anni. Occorre dunque che tutta l'Europa investa e faccia proprie queste sfide, e dia una risposta collettiva. L'Italia certamente farà la sua parte, ma la deve fare insieme con gli altri".
#Draghi: "La posizione dell'Italia su Assad? Non abbiamo contatti con Bashar al-Assad. La presenza di profughi siriani non è significativa. Se non erro la maggior parte è andata in Germania. I profughi ucraini? Siamo a circa 120mila: abbiamo destinato 100 mln di € per loro.
I minori, i bambini, sono stati inclusi in maniera efficiente nel nostro sistema di istruzione, vanno a scuola in Italia. I più piccoli sono seguiti negli asili. Abbiamo fatto del nostro meglio come governo. Ma la cosa bella è che è venuta soprattutto dalle persone: le
istituzioni locali, ma soprattutto vari volontari, le famiglie che aprono le porte di casa. Noi aiutiamo finanziariamente i volontari. Nelle ultime settimane molto rifugiati ucraini stanno tornando in Ucraina: su 120mila, circa un centinaio ha chiesto l'atto di protezione
internazionale. Anche prima avevamo la più grande comunità ucraina d'Europa. Loro vogliono tornare indietro. Noi li accogliamo intanto a braccia aperte. Non vediamo una crisi all'orizzonte. Per gli altri profughi: siamo sempre stati in crisi, non è niente di nuovo che abbia reso
la situazione più drammatica di quanto non lo fosse già. Siamo preparati alla crisi dei migranti. I Paesi del Sud hanno un'esperienza longeva della ricezione di migranti. La Germania, l'Italia, la Spagna, la Francia, hanno sistemi di welfare molto forti. Anche dal punto di vista
umanitario questi migranti hanno ricevuto assistenza. Possiamo sempre fare di meglio per accelerare l'ingresso nel mercato del lavoro e per includerli nella nostra società, ma tutti i nostri Paesi hanno una lunga storia in questo ambito. La gestiremo.
Voglio aggiungere una cosa: è vero che i profughi adesso sono svariati milioni in Europa, ma dobbiamo chiederci, vogliono restare dove sono? No, vogliono tornare nei loro Paesi come gli ucraini, sentono la mancanza di casa loro. Ci sono casi in cui è diverso, ma lì non c'è stata
un'intensificazione.
Dobbiamo porci un'altra domanda: e se ci fosse una crisi umanitaria per la mancanza di generi alimentari? Ecco, lì la situazione potrebbe diventare molto difficile da gestire.
La Francia, l'Italia, la Germania, gli USA: tutti abbiamo avviato iniziative per
aumentare le scorte di cibo per questi Paesi. Possiamo fare di più e dobbiamo sbloccare i porti".
#Draghi: "Non dimenticherò mai che nel primo G7 quando ci siam visti in Cornovaglia, il cui presidente (Boris Johnson, ndr) voleva rimarcare le differenze fra Regno Unito ed UE, #Biden tra le prime cose che disse fu: 'Ehi, per chiarire subito: io sono profondamente europeo.
L'Unione Europea la condivido in pieno'. Indubbiamente è molto molto leale e grato al processio dell'UE".
#Draghi: "La 1^ cosa che si deve fare se si vuol parlare di autonomia strategica è organizzare una conferenza di tutti gli Stati membri per razionalizzare la spesa militare, prima di cominciare ad aumentarla. Le due cose andranno necessariamente insieme poi, ma intanto...questo".
#Draghi: "Ad oggi non vedo una recessione quest'anno. Il motivo è che abbiamo chiuso l'anno scorso molto molto bene, quindi ci portiamo dietro una crescita acquisita. Mi pare molto difficile".
#Draghi: "G20 Indonesia? Da un lato saremmo tutti tentati di non sederci allo stesso tavolo a cui si siede #Putin, dall'altro c'è che il resto del mondo è intorno a quel tavolo. Alzarsi significa abbandonare il resto del mondo in cui non è presente il G7. Ma non è solo questo.
È chiaro che alla luce della necessità di costruire un tavolo di pace, bisogna un po' riflettere prima di abbandonare questi consessi. In ogni caso non siamo andati nell'idea di prendere decisioni ora, anche perché noi europei dovremo prenderla tutti insieme. Di questo parleremo
con gli altri probabilmente al prossimo Consiglio Europeo".
#Draghi: "L'Europa è l'alleato degli Stati Uniti. Le visioni europee non sono in contrasto con quelle degli Stati Uniti. Sono però in fase di cambiamento: ed è per questo che occorre questa diversità che si manifesterà tra poco, ma non siamo ancora a livello di contrasto. Quello
di cui abbiam parlato è una riflessione preventiva. Secondo: bisogna cominciare a definire questi obiettivi. La Cina non è alleata degli USA, non si capisce bene come viva questa alleanza con la Russia. Chi definisce cos'è la vittoria è Zelensky, è l'Ucraina, non siamo noi".

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