Thread by @dariodangelo91

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George #Friedman, probabilmente l'analista geopolitico più importante al mondo, ha firmato oggi un editoriale molto interessante/inquietante sulla guerra in #Ucraina. Anzi, sulla guerra e basta.
È proprio Friedman, infatti, a spiegare come durante la Seconda Guerra Mondiale

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bastasse dire "la guerra" perché gli altri sapessero di cosa si stava parlando. "Siamo arrivati allo stesso punto con la guerra russo-ucraina", scrive Friedman, e "non è quello che i russi si aspettavano che accadesse".
Cosa pensava il Cremlino? Pensava di condurre una guerra

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lampo, considerando lo strapotere del suo esercito sulle capacità di difesa di #Kyiv. D'altronde, spiega Friedman, "poche nazioni iniziano una guerra presumendo di perdere. Iniziano le guerre con la stessa aspettativa: colpire duro e tornare a casa per Natale".

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Friedman spiega che l'offensiva russa iniziale si è conclusa con un fallimento, "non tanto a causa delle forze ucraine, per quanto coraggiose, quanto a causa di una strategia russa mal sviluppata". L'analisi è la seguente: "Le guerre sono combattute dai soldati, ma anche

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dalle armi e dall'intelligence. Anche soldati coraggiosi fallirebbero senza questi e altri elementi".
Sì, dunque, è anche merito dell'Occidente, soprattutto degli USA (parliamoci chiaro), se la Russia non ha vinto la sua guerra. A Mosca, spiega Friedman, "sapevano che gli

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Stati Uniti avevano la capacità di dispiegare armi di livello mondiale, ma credevano che il dispiegamento avrebbe richiesto tempo". Ecco perché quella in Ucraina doveva essere "una guerra breve": i rifornimenti di armi all'avanguardia hanno fatto finora la differenza.

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Cos'hanno ottenuto USA e Alleati? Nella prima fase della guerra, gli Stati Uniti hanno "comprato tempo" affinché l'esercito ucraino si evolvesse "dalla forza di fanteria leggera che aveva iniziato la guerra ad un esercito che assomigliava, sotto molti aspetti, a quello di una

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grande potenza".
Ma Friedman si concentra sui russi: "Da un lato, sono in condizioni molto migliori rispetto al 1941. La sconfitta definitiva è molto improbabile e possono scegliere il momento e il luogo in cui attaccare da un ampio menu. Dall'altro - continua - sono in

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condizioni molto peggiori. Non stanno lottando per la vita o la morte contro un nemico mostruoso. Le truppe non stanno difendendo le loro mogli e i loro genitori da destini indicibili. I soldati non sono condannati alla morte. Ma a volte può distruggere un esercito combattere

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per fini che non sono personali per i soldati. Gettare i fucili non è un affronto alle loro famiglie".
L'analisi non può comunque non tenere conto di un dato: "#Putin non può permettersi di perdere questa guerra, né i molti altri che hanno contribuito a pianificarla. Quindi,

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prima di festeggiare, gli ucraini e gli americani devono calcolare la loro prossima mossa supponendo che la prossima mossa della Russia sia il crollo o la resa, entrambe improbabili".
Cosa farà Mosca? Scrive Friedman: "Una cosa su cui i russi potrebbero contare è un

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inverno molto freddo in Europa, che potrebbe portare ad una capitolazione europea. Ma in questa fase della guerra non ha molta importanza. Il sostegno dell'Europa è rincuorante, ma ha un significato militare minimo. Gli Stati Uniti e l'Ucraina non smetteranno di combattere

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per mantenere l'Europa in guerra".
Una seconda strategia che i russi potrebbero tentare è quella di chiedere aiuto alla #Cina. Pechino, prevede Friedman, "potrebbe sostenere solo un piccolo contingente in Ucraina", ma non vuole incappare nella stessa guerra economica

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dichiarata da Washington contro Mosca (come vedete le #sanzioni servono).
Una terza strategia potrebbe essere quella di negoziare la pace. Ma i russi, scrive Friedman, "non possono tornare al confine russo con solo soldati morti da mostrare". Gli stessi ucraini non cederanno

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parte del loro Paese, ritenendo che qualsiasi accordo sia temporaneo. Un negoziato sarebbe vissuto da entrambe le parti come una resa.
La quarta strategia, ragiona allora Friedman, è anche "l'unica che sembra una possibilità reale: una parte deve sconfiggere l'altra".

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Il vantaggio russo sono le risorse umane. Da più fonti, anche americane, si apprende infatti che un gran numero di truppe russe si sta addestrando nell'Estremo Oriente russo. I russi hanno bisogno di più truppe, perché hanno capito che non riusciranno a sconfiggere un

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esercito armato con armi americane con il numero di forze dispiegato finora. Dunque, chiosa Friedman, "i russi devono scegliere se attaccare con una forza schiacciante o perdere la guerra. Sceglieranno la prima".

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C'è un contesto che bisogna sempre tenere presente: "Gli Stati Uniti non sono interessati a colpire direttamente la Russia, né con armi convenzionali né con armi nucleari. La Russia può rispondere. Nessuna delle due parti vuole una guerra diretta russo-americana".

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Friedman conclude:"Finché Putin sarà presidente, ogni sforzo sarà fatto per vincere, perché non può permettersi nulla di meno della vittoria. E non vedo altre strategie possibili, se non quella del reclutamento di personale, che presumo avverrà molto presto o dopo l'inverno.

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Non mi sembra che le attuali forze dispiegate dalla Russia possano fare di più che resistere in alcune zone. È necessario un rafforzamento. Putin potrebbe avere altre strategie, ma sono difficili da immaginare".

#Ukraine #UkraineRussianWar

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Conclusioni: la guerra non è finita, l'invio di armi serve, le sanzioni pure.

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