1/n Pensavano di avere più tempo, a Taipei.
Era il 2049 l'anno che la #Cina aveva indicato per mettere le mani su ciò che ritiene di sua proprietà: l'isola di #Taiwan. "Riunificazione", è l'ordine di #XiJinping: se pacifica meglio, ma pure con la forza se servirà. Ed è questa la
2/n novità delle ultime ore: secondo il vicedirettore della CIA, David Cohen, il leader cinese avrebbe comunicato ai suoi militari che intende avere la capacità di prendere il controllo di #Taiwan con la forza entro il 2027.
Capacità non significa volontà di agire, vuol dire però
3/n poterlo fare. #XiJinping, ha detto il numero 2 dello spionaggio USA, "non ha deciso di prendere" #Taiwan con la forza entro il 2027, "ma ha chiesto ai suoi militari di metterlo in una condizione in cui, se sarà quello che vuole fare, sarà in grado di farlo".
4/n Già nei mesi e negli anni scorsi da parte di Washington erano arrivati dispacci sul fatto che il 2027 sarebbe stata una data chiave per i destini di #Taiwan, ma le parole di Cohen rappresentano un'accelerazione da non sottovalutare. L'amministrazione #Biden ha recentemente
5/n chiesto al Congresso di approvare la vendita di armi per 1,1 miliardi di $ a #Taiwan, ma i critici dicono che è necessario fare di più, prendere ad esempio l'#Ucraina, armare Taipei ora per dissuadere Pechino dai propri intenti, uscendo dalla politica della cosiddetta
6/n "ambiguità strategica" traducibile nel seguente quesito: 'In caso di invasione da parte della Cina, gli americani decideranno di morire per #Taiwan?'.
In uno dei suoi ultimi interventi prima di essere assassinato, l'ex primo ministro giapponese, Abe
7/n Shinzo, scrisse che "la politica dell'ambiguità ha funzionato benissimo fintantoché l'America era abbastanza forte da portarla avanti, e fintantoché la Cina era di gran lunga inferiore agli Stati Uniti sul piano della potenza militare. Ma quel tempo è finito".
8/n È per questa diffusa percezione di un destino ineluttabile, di uno scontro inevitabile, che cresce la spinta affinché Washington sciolga il rebus uscendo allo scoperto. E per gli stessi motivi la Cina accarezza la rischiosa tentazione di attaccare per prima. La sensazione è
9/n che troverebbe l'America pronta a rispondere, a difendere quella che il generale MacArthur definiva "portaerei inaffondabile", la lingua di terra decisiva per limitare l’espansionismo di Pechino, per impedire al Dragone di azzannare il resto del globo, per restare Numero Uno.
10/10
Se questo thread ti è piaciuto, sappi che dietro c'è un duro lavoro. Vuoi tenere aperto il Blog? Allora iscriviti ora. Grazie per il tuo apprezzamento e il tuo sostegno.
🇺🇦🇺🇸🇷🇺 PAROLE IMPORANTI SULL'ASSE WASHINGTON-MOSCA
1/n "Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe".
Scelga il lettore se definire le parole di Joe #Biden sul possibile uso di armi chimiche o nucleari di Vladimir #Putin, una minaccia o un consiglio
2/n spassionato. Ma il presidente USA assicura in ogni caso: "La risposta americana sarebbe consequenziale".
Eppure c'è qualcosa di ancora più interessante rispetto all'intervista rilasciata dal presidente americano a "60 Minutes". Ed ha che fare con la risposta del Cremlino,
3/n arrivata per bocca del solito Peskov:
"Leggete la nostra dottrina, è tutto scritto lì".
Cosa dice la dottrina di Mosca? E qual è il messaggio che #Putin sta lanciando a #Biden?
Per capire bisogna analizzare il decreto firmato da Vladimir Vladimirovich il 2 giugno 2020:
1/n DOCUMENTO ECCEZIONALE.
Yevgeniy #Prigozhin, lo "chef di #Putin", fondatore del Gruppo #Wagner impegnato nel tentativo di arruolare detenuti per la guerra in #Ucraina.
Conferma anzitutto un dato: #Mosca non vuole la #pace, piuttosto si preoccupa di assoldare nuovi mercenari.
2/n "Rappresento una Compagnia Militare Privata", si presenta #Prigozhin, che ammette: "La guerra è difficile. Non è come la guerra afghana o la guerra cecena. Ho spese per le munizioni due volte e mezzo più alte che a Stalingrado".
Ai prigionieri che lo guardano in silenzio,
3/n l'uomo del Cremlino promette uno scambio che la stessa legge russa non consente: la commutazione delle pene detentive in cambio del servizio mercenario: "Nessuno tornerà dietro le sbarre", assicura #Prigozhin. Ma patti chiari amicizia lunga: "Il primo peccato è la diserzione.
E PUTIN DISSE A TRUMP: "ISRAELE DOVREBBE CHIAMARSI COL TUO NOME, DONALD"
1/n Volete fare un giro sulle montagne russe, letteralmente?
Perché questa è la sensazione provata da coloro che hanno vissuto da vicino la presidenza #Trump, da quanti hanno potuto osservare un presidente
2/n 🇺🇸 alle prese con quella che "The Divider - #Trump in the White House 2017-2021", descrive come "una cotta da scolaretto" nei confronti di Vladimir #Putin.
Oltre 300 interviste originali, diari privati, e-mail, chat e altri documenti: sono alcune delle fonti su cui si basa
3/n il libro in uscita la prossima settimana scritto a quattro mani da Peter Baker e Susan Glasser, marito e moglie, rispettivamente corrispondente capo del "New York Times" alla Casa Bianca e penna del "New Yorker". Materiale incendiario, come emerso dalle anticipazioni.
1/n George #Friedman, probabilmente l'analista geopolitico più importante al mondo, ha firmato oggi un editoriale molto interessante/inquietante sulla guerra in #Ucraina. Anzi, sulla guerra e basta.
È proprio Friedman, infatti, a spiegare come durante la Seconda Guerra Mondiale
2/n bastasse dire "la guerra" perché gli altri sapessero di cosa si stava parlando. "Siamo arrivati allo stesso punto con la guerra russo-ucraina", scrive Friedman, e "non è quello che i russi si aspettavano che accadesse".
Cosa pensava il Cremlino? Pensava di condurre una guerra
3/n lampo, considerando lo strapotere del suo esercito sulle capacità di difesa di #Kyiv. D'altronde, spiega Friedman, "poche nazioni iniziano una guerra presumendo di perdere. Iniziano le guerre con la stessa aspettativa: colpire duro e tornare a casa per Natale".
🚨 Attenzione.
Sarebbero in corso scontri al confine tra #Azerbaijan e #Armenia.
2/n Conferme. Ministero Difesa #Armenia:"Il 13 settembre, alle 00:05, unità delle Forze Armate azere hanno iniziato a bombardare intensamente le posizioni armene con artiglieria e armi di grosso calibro in direzione di #Goris, #Sotk e #Jermuk. Il nemico utilizza anche droni".
3/n #Azerbaijan:"Le forze armate 🇦🇲 hanno commesso provocazioni su larga scala verso Dashkasan, Kalbajar e Lachin. Le nostre forze stanno rispondendo. La leadership militare e politica dell'#Armenia si assume tutte le responsabilità per le provocazioni, gli scontri e le perdite".