🧵#Kosovo, nuove tensioni nei #Balcani. Cosa sta succedendo?

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Se non ti occupi dei Balcani, saranno i Balcani ad occuparsi di te.
Parafrasare una celeberrima citazione avente come oggetto la politica è l'unico modo che conosco per fornire gli ultimi aggiornamenti su quanto Image
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sta accadendo in queste ore tra #Kosovo e #Serbia.

Iniziamo dalla notizia del giorno: il presidente serbo, Aleksandar #Vucic ha ordinato di elevare il livello d'allerta dell'esercito di Belgrado.
Prime conseguenze? Invio di unità militari serbe al confine con il Kosovo.
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Qual è il motivo della tensione?
I più attenti ricorderanno che già in estate si era sfiorato lo scontro aperto per una tutto tranne che "banale" questione di targhe automobilistiche.

Riepilogo:
Da oggi è in vigore la nuova normativa - voluta da Pristina - sull'obbligo di Image
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reimmatricolazione delle auto con targa serba. Il governo del Kosovo vuole infatti che rechino quella kosovara, con il simbolo RKS.
Il termine ultimo e tassativo per mettersi in regola, quello dopo il quale le auto con targa serba non potranno più circolare sul territorio
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del Kosovo, è quello del prossimo 21 aprile. Già a partire da oggi, però, la polizia del Kosovo sta notificando ai possessori di auto con targhe "illegali" degli ammonimenti verbali.
E voi direte: ma davvero c'è il rischio di scontri o addirittura di una guerra per una sigla
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sulle targhe? Il punto è che la vicenda è molto più complessa di così. Investe una questione identitaria per due popoli che nel corso della storia hanno sacrificato innumerevoli vite nel nome della propria bandiera. Ecco allora spiegato perché, su un totale di circa 9mila
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auto con targa serba, a pochi giorni dalla (prima) scadenza del 31 ottobre, a mettersi in regola erano stati appena 15 serbi del Kosovo.
La posizione di NATO, Ue ed USA è la seguente: il Kosovo come Stato indipendente è legittimato a sostituire le targhe in questione,
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d'altronde a sua volta la Serbia non consente ancora ai veicoli in entrata nel Paese di esporre targhe kosovare. Ma l'invito è al dialogo e alla prudenza. Perché? Perché Belgrado l'indipendenza di Pristina non l'ha mai riconosciuta, e in Kosovo - nel nord del Paese - vivono
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migliaia di serbi molto "sensibili" all'influenza della madrepatria.
Per cercare di stemperare, si è pensato così di varare una tabella di marcia così strutturata:
- da oggi al 21 novembre ingiunzioni agli autisti non in regola;
- dal 21 novembre al 21 gennaio multa di 150€;
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- dal 21 gennaio al 21 aprile targhe di prova per i serbi;
- dal 21 aprile chi non è in regola non potrà più circolare in Kosovo.
Siamo sicuri che anziché abbassare la tensione non si sia - tutti - diretti verso una nuova escalation?
Per completare il quadro, per capire
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quanto la questione ci riguardi da vicino - e non solo geograficamente - cito soltanto due elementi: primo, dallo scorso 10 ottobre il comando della Forza NATO in Kosovo (#Kfor) è italiano. Non vi basta? Secondo: l'Italia è la nazione che contribuisce in maniera più corposa
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alla missione. Traduco: i nostri sono in prima linea. Se scoppia un incendio nei Balcani c'è il rischio che si brucino.
In Kosovo ci sono 715 ragazzi e ragazze 🇮🇹 che meritano la nostra riconoscenza, e in questo momento anche la nostra attenzione. Image
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Continuerò ad aggiornarti su ciò che accade in #Kosovo (male che debba essere io, e che i maggiori media ignorino ciò che sta succedendo).
steadyhq.com/it/dangelodario
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Nov 1
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Chissà che fine hanno fatto, i ragazzi di #Euromaidan.

Chissà se sono vivi, se hanno lasciato l’#Ucraina per raggiungere l’Europa che sentivano scorrere nelle loro vene. Sentivano, ma non toccavano.

Chissà se sono al fronte, con barbe lunghe e cicatrici sul corpo. Chissà
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se la notte, prima di dormire, baciano le foto di donne e bambini.
Chissà se sognano un futuro di Indipendenza, come il nome della Piazza delle loro proteste. Chissà come guardano al passato, alla sfida ad un governo così filo-russo che quel "filo", pensandoci bene, poteva
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pure non essere scritto. Chissà se, dopotutto, il filo, si erano illusi di averlo reciso.
Perché sì, nonostante gli arresti, i cecchini sui tetti, la repressione, il bagno di sangue (ah, non vi fa pensare all'Iran?), gli ucraini, questo popolo coraggioso,
Read 17 tweets
Oct 30
GLI IRANIANI CONTINUANO A PROTESTARE, NONOSTANTE LE MINACCE DEL REGIME
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Nelle ore in cui il comandante dei pasdaran, Hossein Salami, minacciava i manifestanti, avvisandoli che ieri sarebbe stato l'ultimo giorno di proteste consentito, migliaia di giovani delle università
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iraniane si radunavano in strada cantando: "Noi non lasceremo l'#Iran, ce lo riprenderemo. Questo è l'ultimo avviso: l'obiettivo è l'intero sistema".
E nella notte raid delle forze di sicurezza al soldo del regime hanno preso di mira proprio gli studenti.
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In alcuni casi, come all'Università di #Tehran, hanno tentato di circondarli. Ma non avevano messo in conto il supporto degli altri manifestanti, precipitatisi in soccorso dei giovani universitari.
La sensazione è che l'appello-minaccia del regime non abbia ottenuto i
Read 10 tweets
Oct 29
1/19
La vigilia di Natale del 1914 centomila soldati tedeschi e britannici diedero vita ad un evento straordinario. Qualcuno parla di ciò che accadde come fosse un mito. Altri definiscono quell'episodio un "miracolo". Gli storici, più semplicemente, lo ricordano come "la tregua Image
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di Natale".
Schierati sui lati opposti del fronte, separati dal filo spinato, da una striscia di terra macchiata del sangue dei propri commilitoni, giovani soldati chiamati a combattere per ordini calati dall'alto, senza alcun coordinamento furono animati da un
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irrefrenabile desiderio di silenziare le armi.
A cominciare furono i tedeschi, accendendo delle luci in un luogo in cui anche accendere un fiammifero significa spesso andare incontro a morte certa. Dopo le luci vennero i canti. Canti di Natale. Non occorse meno coraggio ai
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Oct 29
🚨🇷🇺🇺🇦 Attenzione. La #Russia ha annunciato di aver sospeso la sua partecipazione all'accordo sull'esportazione del #grano dall'#Ucraina.
Si tratta della reazione di Mosca a quello che il ministero della Difesa russo definisce "attacco terroristico" alla baia di #Sebastopoli.
Nella sua dichiarazione, il ministero russo chiama in causa per l'attacco di #Kyiv anche gli "specialisti britannici", accusati di aver colpito "navi della flotta del Mar Nero e navi civili impegnate a garantire la sicurezza del corridoio del grano". Per queste ragioni, la
Russia dichiara di sospendere la sua partecipazione all'attuazione degli accordi raggiunti sotto l'egida dell'Onu in #Turchia lo scorso 22 luglio, sull'esportazione di prodotti agricoli dai porti ucraini. A quanto scrive la Tass, citando una fonte, la Russia non ha ancora
Read 4 tweets
Oct 29
Notizie inquietanti in arrivo dall'#Iran. A tra poco.
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Hossein #Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione Islamica, ha avvertito i manifestanti che da + di 40 giorni protestano per la morte di #MahsaAmini: "Oggi deve essere l'ultimo giorno di disordini. Non venite in piazza. Nessuno vi lascerà ribellare in questa terra".
2/n
Un messaggio sinistro da parte del capo dei pasdaran, che suggerisce la decisione da parte del regime di passare definitivamente alle maniere forti.
Con quella che ormai si configura come la più importante ondata di proteste dalla nascita della Repubblica islamica, a #Tehran
Read 8 tweets
Oct 28
Se, come filtra, il ministro della Salute #Schillaci inaugurerà la sua attività politica togliendo l'obbligo di #mascherina negli ospedali e nelle Rsa, avremo purtroppo la prova che la linea di buon senso emersa dalle dichiarazioni in Aula di #Meloni è già smentita dai fatti.
Con gli esperti che mettono in guardia su nuove possibili ondate (winter is coming), con la stagione influenzale alle porte, mantenere l'obbligo di mascherina negli ospedali non è "dittatura sanitaria", ma tutela dei malati fragili, che a partire dal 1° novembre si
troveranno dinanzi al dilemma di scegliere tra curarsi e rischiare un quasi sicuro contagio.
Ora, è verissimo che la malattia è cambiata. Ed è verissimo che oggi possiamo concederci molte libertà in più, grazie ai vaccini (anche se nel governo qualcuno fatica ad ammetterlo). Ma
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