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Migliaia di persone in strada a Nord #Mitrovica in quella che si configura come la più partecipata manifestazione della popolazione serba in #Kosovo dal 1999.
Slogan durissimi contro il premier kosovaro #Kurti: "Abbiamo un paese: la #Serbia!".
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La NATO e l'Unione Europea sono impegnate in queste ore in un imponente sforzo diplomatico per evitare che le tensioni sfocino in un nuovo sanguinoso conflitto nei #Balcani.
Il segretario generale delegato NATO, Mircea Geoană, ha invitato Belgrado e Pristina a disinnescare
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le tensioni pur confermando che la missione NATO #Kfor (a guida italiana e con il contributo più importante in termini numerici che arriva proprio dai nostri soldati) è pronta ad intervenire qualora la situazione in #Kosovo dovesse degenerare.
Anche il ministro degli Esteri
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italiano, Antonio Tajani, ha avuto questa mattina colloqui con il presidente della #Serbia (#Vucic) e il primo ministro del #Kosovo (#Kurti) facendo "appello alla loro leadership per la moderazione e contro azioni unilaterali".
Nessuno si nasconde che il rischio di nuove
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violenze sia elevato. A tal proposito l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell ha ammesso che i recenti sviluppi hanno messo a rischio anni di duro lavoro e risultati raggiunti con il dialogo. Al di là di ciò che si potrebbe pensare, sulla
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vicenda #targhe da Bruxelles è arrivata una tirata d'orecchie anche per il #Kosovo: "L'Ue esorta nuovamente le autorità del Kosovo a rispettare i propri obblighi senza indugio. Ciò significa estendere immediatamente il processo di reimmatricolazione dei veicoli e sospendere
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ogni azione azione sanzionatoria nei confronti di coloro che espongono la targa KM". L'Ue ha poi invitato il Kosovo ad istituire l'Associazione delle municipalità a maggioranza serba come da accordi: "La continua mancata attuazione di questo obbligo mina il principio dello
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Stato di diritto e danneggia la reputazione e la credibilità del Kosovo". Da Bruxelles concludono:"Qualsiasi azione, come l'incendio di auto o la retorica intimidatoria che potrebbe portare a tensioni, è inaccettabile e scatenerà una reazione adeguata da parte della comunità
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internazionale".
Chi ha una minima conoscenza dello stile brussellese riesce a comprendere quanto la situazione sia deterioriata per arrivare ad utilizzare questi toni.
Nel nord del Kosovo può succedere in queste ore di incrociare uomini armati e mascherati, nazionalisti
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serbi intenti a dichiarare che "il Kosovo è Serbia, la Crimea è Russia". No, nei #Balcani non si respira un clima sereno.
Per domani è atteso un discorso alla nazione del presidente serbo #Vucic.
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Continuerò ad aggiornarvi su tutti gli sviluppi inerenti la situazione #Serbia-#Kosovo. Se apprezzate il mio lavoro, vi chiedo una mano: il Blog è uno spazio indipendente che può restare online soltanto con le iscrizioni. Grazie a chi salirà a bordo. steadyhq.com/it/dangelodario
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TENSIONE ALTISSIMA IN KOSOVO, NEL SILENZIO DEI MEDIA 1/9 Tensione altissima in #Kosovo. I rappresentanti della popolazione serba del nord del Paese hanno rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi pubblici: amministrazioni municipali, tribunali, polizia, parlamento, governo.
2/9 È la risposta alla decisione di Pristina di imporre l'uso delle targhe kosovare al posto di quelle serbe.
Il presidente 🇷🇸 #Vucic ha annullato i suoi viaggi all'estero e ha detto che i prossimi 3 giorni saranno "i più difficili degli ultimi 10 anni".
3/9 Questa mattina lo stesso Vucic ha convocato una riunione di emergenza del governo e ha avuto contatti fra gli altri con gli ambasciatori di Cina e Russia (guarda caso potenze che non riconoscono il Kosovo come stato autonomo).
In queste ore fonti serbe danno conto del
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"Tutto ciò che dobbiamo fare è sfondare la porta e l'intero edificio crollerà".
Così parlò Hitler lanciando l'Operazione Barbarossa contro l'Urss.
Così potrebbe aver parlato #Putin dando inizio alla sua "operazione speciale" in #Ucraina.
Potrebbe finire allo stesso modo.
2/n Adolf Hitler era convinto di veder capitolare Stalin nell'arco di 10 settimane. Dalla sua aveva + di 3 milioni di soldati tedeschi e dell'Asse, il fattore sorpresa, l'inerzia di una guerra mondiale fino a quel punto dominata.
Non aveva fatto i conti con il "Generale Inverno".
3/n Mal equipaggiati, impreparati alla resistenza sovietica, senza linee di rifornimento adeguate per affrontare le enormi distanze e il clima accidentato, i tedeschi si ritrovarono impantanati in una guerra di logoramento, di cui l'assedio di Leningrado, 872 giorni di resistenza
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E rieccoci. Rieccoci tutti qui. Ripiombati nell'estate del 2018. Anche se è novembre, pure se tra poco è Natale. Come nulla fosse accaduto in mezzo.
La pandemia è un ricordo sbiadito, tanto che anche i medici no vax sono stati reintegrati.
La guerra? Un'eco lontana.
2/n Com'era la storia che ne usciremo migliori? Certo, appunto, rieccoci.
Ci manca solo un cappello da Capitano, una Rackete da sfidare. Li troveremo. E nel caso non importa: basta ci siano le Ong, i "taxi del mare".
Anzi, le "navi pirata". Quelle, se serve, da affondare. Se
3/n poi davvero siamo così convinti di operare la "svolta moderata", bene, ci accontenteremo di un semplice "blocco navale".
Sarà così che "proteggeremo i confini" della Patria. E figurarsi se altrettanto convintamente difenderemo questo principio quando un invasore da
🚨L'ANNUNCIO DI BIDEN: "LIBEREREMO L'IRAN"
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Le dichiarazioni più importanti sulla crisi in #Iran dallo scoppio delle proteste per l'uccisione di #MahsaAmini.
Le pronuncia Joe #Biden, il presidente americano che lancia il segnale che milioni di iraniani attendevano da tempo.👇
2/n Le sue parole arrivano in un momento inatteso, nel corso di un evento elettorale a sostegno del rappresentante democratico Mike Levin, in vista delle #Midterms. Mentre dal pubblico qualcuno gli mostra sui cellulari lo slogan "FREE IRAN" il presidente ha un guizzo:
3/n "Non preoccupatevi, libereremo l'Iran".
È un attimo, cui segue subito dopo una precisazione che non placa l'entusiasmo della folla: "Si libereranno abbastanza presto".
Cosa abbia voluto dire Joe Biden non è immediatamente chiaro.
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Se non ti occupi dei Balcani, saranno i Balcani ad occuparsi di te.
Parafrasare una celeberrima citazione avente come oggetto la politica è l'unico modo che conosco per fornire gli ultimi aggiornamenti su quanto
Iniziamo dalla notizia del giorno: il presidente serbo, Aleksandar #Vucic ha ordinato di elevare il livello d'allerta dell'esercito di Belgrado.
Prime conseguenze? Invio di unità militari serbe al confine con il Kosovo.
3/n Qual è il motivo della tensione?
I più attenti ricorderanno che già in estate si era sfiorato lo scontro aperto per una tutto tranne che "banale" questione di targhe automobilistiche.
Riepilogo:
Da oggi è in vigore la nuova normativa - voluta da Pristina - sull'obbligo di
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Chissà che fine hanno fatto, i ragazzi di #Euromaidan.
Chissà se sono vivi, se hanno lasciato l’#Ucraina per raggiungere l’Europa che sentivano scorrere nelle loro vene. Sentivano, ma non toccavano.
Chissà se sono al fronte, con barbe lunghe e cicatrici sul corpo. Chissà
2/n se la notte, prima di dormire, baciano le foto di donne e bambini.
Chissà se sognano un futuro di Indipendenza, come il nome della Piazza delle loro proteste. Chissà come guardano al passato, alla sfida ad un governo così filo-russo che quel "filo", pensandoci bene, poteva
3/n pure non essere scritto. Chissà se, dopotutto, il filo, si erano illusi di averlo reciso.
Perché sì, nonostante gli arresti, i cecchini sui tetti, la repressione, il bagno di sangue (ah, non vi fa pensare all'Iran?), gli ucraini, questo popolo coraggioso,