"Quando un concetto viene espresso in inglese la fregatura è certa" diceva qualcuno.
Beh, il #BlueAgreement non smentisce questa affermazione.
Un #accordo volontario fra #armatori, #autorità portuali, #Capitaneria e #Comune che non prevede ahimè sanzioni in caso di violazione.
Un po' tutti i #porti#italiani hanno adottato lo stesso schema e ovviamente ogni #amministrazione ha voluto narrarlo come proprio merito esclusivo nella lotta all'#inquinamento#navale a difesa della #salute.
Anche quando è ancora meno efficace degli altri accordi, come vedremo.
L'impegno principale riguarda il #carburante utilizzato durante l'ormeggio o nelle vicinanze del #porto.
Invece che lo 0,5% (ricordate, il Mediterraneo NON E' zona ECA) se ne deve utilizzare uno con tenore di #zolfo non superiore allo 0,1%.
E qui dobbiamo ricordarci di una cosa:
Quindi, non potendo e volendo fruire di una "presa elettrica" (su questo ci torniamo nel thread di domani) in pratica utilizzano i motori come enormi gruppi elettrogeni.
E #cittadini e #lavoratori portuali ne respirano i #fumi#tossici .
Ma perché il #BlueAgreement è una bufala?
... per almeno quattro motivi:
Il PRIMO, come detto, è che se non lo rispetti non accade assolutamente nulla.
Il SECONDO è che il limite dello 0,1% di #zolfo durante l'ormeggio è comunque già previsto dalla normativa vigente.
Insomma, un accordo volontario per applicare la legge.
Il TERZO motivo è che un' #auto in movimento a dieci metri dalla #banchina ha nel serbatoio #carburante con al massimo lo 0,001% di zolfo.
Avete capito bene: gli enormi #motori#navali bruciano #zolfo allo 0,1%, cioè 100 volte i veicoli stradali che transitano a pochi passi.
Il QUARTO motivo è altrettanto importante: a poco serve bruciare carburante a basso tenore di #zolfo se a bordo della #nave hai un #motore inefficiente e #canali di #fumo sporchissimi.
Un po' come mettere benzina verde in una 1.100 del '54.
Il fatto è che i #fumi che una #nave emette a due passi dalle nostre #case deriva anche e soprattutto dalle condizioni di efficienza dei suoi impianti.
E se queste qua sotto sono più recenti, altre hanno mezzo secolo, e viaggiano nel #Mediterraneo perché altrove non potrebbero.
Tutti revisionati?
Su questo la #Capitaneria pare non abbia competenze, dovendo limitarsi a controllare il carburante, quasi sempre sui documenti di acquisto.
Né il #BlueAgreement aggiunge nulla di nuovo, ci mancherebbe.
Insomma, si guarda solo nel serbatoio della famosa 1.100.
E' vero, in qualche porto si fa di più: il #BlueAgreement di #Genova ad esempio, almeno sulla carta, impegna gli armatori a cambiare il carburante entro 3 miglia dal #porto.
Ammesso che venga effettivamente fatto, di sicuro è meglio di niente (e se poi non viene fatto, pazienza).
A #Livorno, invece, il tanto strombazzato #BlueAgreement non aggiunge nulla alle norme vigenti: una #nave è tenuta a usare il #carburante con lo 0,1% di #zolfo solo se la permanenza agli ormeggi è superiore alle due ore (previste da orario, oltretutto, non effettive...).
In compenso, a #Genova gli #armatori firmatari sono 18, comprese alcune #compagnie di #crociera.
A #Livorno nella prima edizione erano 3.
Nella seconda 2.
Domanda maliziosa: non è che per caso si cerca di rubare #traffico#portuale ad altri #scali, riducendo le tutele sanitarie?
Ultima perla: nella prima versione del #BlueAgreement i 3 firmatari si impegnavano, bontà loro, ad "evitare assolutamente le soffiature delle #condotte di #scarico".
Nella seconda (2 firmatari) questo impegno è misteriosamente scomparso.
Insomma, dai, piena libertà di sgassare.
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Apparentemente sembra la soluzione, almeno per eliminare i #fumi in #porto.
Certo, durante la #navigazione, quando il carburante usato è ancora più nocivo, il problema resta (le analisi di #speciazione hanno provato che il 70% dei #veleni#navali arriva a 400 km nell'entroterra).
E quindi, domandona del #12novembre : ma se #IFumiDelleNaviCiUccidono , possibile che le #autorità anche internazionali non intervengano a tutelare la nostra #salute?
Risposta: qualcosa si sta facendo, ma non è sufficiente.
In questo mini-thread proviamo a raccontarvi perché.
Premessa: l'attuale #normativa#ambientale emanata dall' #IMO (International Maritime Organization) divide il mondo in due aree nettamente distinte, che vedete qua sotto.
Da una parte le aree #ECA (#Emission#Control#Area) e dall'altra tutto il resto, #Mediterraneo compreso.
In sostanza, le #navi che attraversano un'area a controllo #emissioni devono utilizzare già dal 2015 (!) carburante con basso contenuto di #zolfo (massimo lo 0,1%).
Parliamo delle coste nordamericane, #Baltico, #Manica, #Mare del Nord.
Altrove il limite è 5 volte più alto (0,5%).
Per spiegarlo, oggi #10novembre dobbiamo parlare di questa cosa qua sotto.
Una sostanza nera, viscosa, velenosissima che attraverso i #motori e le #ciminiere delle #navi si diffonde nell' #aria e penetra nelle nostre #case e nei nostri #polmoni .
E' il famigerato #bunker#oil :
Oggi #9novembre pochi numeri e tante immagini.
Partiamo dalle cosiddette #città galleggianti, veri e propri mostri come questo: 165.000 tonnellate, 315 metri, 20 ponti.
Enormi #motori, grandi #emissioni , particelle diffuse nell'aria.
A #Livorno , #TerraDeiFumi navali.
Ecco un'altro esemplare, stesse dimensioni, alto 65 metri dal livello del #mare.
Come un #grattacielo di 22 piani, lungo però trecento metri. Quasi 6.000 passeggeri, 2.200 cabine. #Motori accesi in banchina, per ore, per soddisfare le esigenze dei passeggeri che restano a bordo.
Ma vogliamo dimenticare i #traghetti ?
Un andirivieni continuo, con #emissioni dense e nere ogni volta.
Perché le #navi , come sappiamo, NON HANNO #FILTRI come auto e caldaie domestiche.
E per #carburante bruciano #olio#pesante , scarto di raffineria.
Molto economico, quindi...
Il nostro motto: "I fumi delle #navi ci uccidono" scorre nel canale: primo #FlashMob durante Effetto Venezia, #Livorno , agosto scorso.
L' #inquinamento nelle #città portuali è gravissimo e le #autorità non intervengono a preservare #aria e #salute di cittadini e lavoratori.
In #Italia, l' #inquinamento delle #navi provoca l'uno per cento dei decessi ogni anno.
6.500 persone, una cifra altissima che è ancora più alta, presumibilmente, nelle #città portuali.