🇹🇼 1/n
La presidente Tsai Ing-wen è pronta a prendere posto sul volo che la condurrà in America Centrale. Il suo staff ha preparato la sua visita nei dettagli. Domani uno scalo negli Stati Uniti, la Grande Mela ad aspettarla. Sa già se il 5 aprile, a darle l'arrivederci prima di
2/n prendere la strada di casa, sarà il vulcanico speaker della Camera #USA, Kevin #McCarthy.
E chissà se adesso, allacciate le cinture, pochi istanti prima del decollo, l'ultimo pensiero è per la possibile reazione della #Cina. Quale situazione troverà al suo ritorno a #Taiwan?
3/n L'aereo presidenziale è già ben al di sopra delle nuvole quando il Dragone comincia a sputare fuoco: "Se Tsai entrerà in contatto con il presidente della Camera degli Stati Uniti McCarthy, sarà un'altra provocazione che viola gravemente il principio della Cina unica", che
4/n "mina la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan". Gli americani minimizzano, sottolineano che non sarebbe né la prima né l'ultima volta che un presidente fa scalo negli States. Il punto è che nessuno ha bisogno di una nuova escalation di tensione, non dopo che l'ultima
5/n ha tenuto in fibrillazione il mondo intero lo scorso agosto. Ma la leader di Taipei non può permettersi di accettare nuovi ricatti: "Taiwan camminerà con fermezza sulla strada della libertà e della democrazia e andrà nel mondo", dice. "Anche se la strada da percorrere è
6/n accidentata e ripida. Non siamo soli".
Nell'epoca dell'algoritmo la geopolitica è ancora un luogo in cui c'è spazio per l'azzardo. La scommessa è che la sarà la Cina a desistere dall'alzare il livello dello scontro. Dopotutto, perché gonfiare le vele del risentimento
7/n taiwanese, con le elezioni presidenziali del gennaio 2024 dietro l'angolo? No, Pechino non ha bisogno di favorire l'ascesa di un leader che ne metta nel mirino l'invadenza.
Ma all'invasione pensa, eccome se pensa. Lo dimostra l'intelligence raccolta dagli americani in
8/n questi mesi. Bill #Burns, direttore della CIA, ha svelato: "Il Presidente #Xi ha dato istruzioni all'Esercito Popolare di Liberazione, la leadership militare cinese, di essere pronto entro il 2027 ad invadere Taiwan".
Essere pronti non significa per forza fare qualcosa.
9/n Dunque la domanda che resta sul taccuino è sempre la stessa. Pechino attaccherà l'isola? Michel #Yakovleff, un signore che nei suoi 64 anni di vita ha raggiunto traguardi per pochi, un generale con esperienze di comando nella Legione Straniera, un uomo che ha toccato il punto
10/n più alto della sua carriera diventando numero due della #NATO in Europa, in un'intervista concessa allo youtuber francese Xavier Tytelman ha espresso un'opinione particolare. La sua è una riflessione approndita, spogliata di ogni furore...ideologico (pensavate bellicista?),
11/n basata sulla conoscenza della materia: è l'analisi di un esperto. Nulla a che vedere con i circensi che spesso e volentieri affollano i nostri talk.
🔴YAKOVLEFF E LA FINESTRA DI OPPORTUNITÁ PER UN'INVASIONE CINESE
Yakovleff inquadra il contesto generale, non è animato da
12/n preconcetti, spiega che l'interpretazione delle mosse cinesi varia a seconda dei punti di vista. Pechino racconta di sé che vuole relazioni di buon vicinato con tutti i suoi vicini. Questi ultimi hanno un'idea differente: "Tutti, dal Giappone, in minor misura la Corea del
13/n Sud, Taiwan molto chiaramente, le Filippine, Indonesia, Vietnam" vedono un chiaro disegno "egemonico cinese".
Nelle scorse settimane, Mike Minihan, alto generale dell'aeronautica USA, in un memo confidenziale indirizzato ai suoi superiori ha indicato nel 2025 l'anno di un
14/n possibile conflitto con la Cina. Lo ha fatto mescolando al suo istinto anche una serie di elementi. Qualche esempio: il fatto che il presidente cinese Xi Jinping abbia istituito il suo consiglio di guerra nell'ottobre 2022. E ancora: il convincimento che le elezioni
15/n presidenziali di Taiwan "forniranno a Xi una ragione". Yakovleff sembra pensarla in maniera diversa. Interrogato sulla possibilità di un conflitto, il generale ammette che "è possibile, ma a mio avviso improbabile". Il generale transalpino riconosce l'esistenza di una
16/n "finestra di opportunità" per il regime di Pechino ma valuta che si stia "gradualmente chiudendo". Paradossalmente, sembra suggerire Yakovleff, sarebbe meno sorprendente un attacco da qui a poco tempo piuttosto che più in là nel tempo.
È sempre una questione di punti di
17/n vista. Siamo portati a pensare alla Cina come ad un colosso dalla crescita irrefrenabile. Per questo le portiamo rispetto, per questo ci incute addirittura timore. Ma Yakovleff ragiona: in realtà il "modello cinese ha perso slancio". Elenca l'aspetto demografico, la
18/n popolazione che invecchia, lo scoppio della bolla immobiliare, la crescita economica in rallentamento, il fatto che metà del territorio sia sotto stress idrico. Sono elementi di fatto, ma che non sempre vengono tenuti in conto adeguatamente. Così Yakovleff ribadisce: "Xi
19/n Jinping vuole risolvere il problema di Taiwan, che lo preoccupa molta. E più si va avanti, più penserà: 'Avrei dovuto farlo ieri'. Più si va avanti più la finestra di opportunità si chiuderà". L'esempio utilizzato è quello della Borsa: "Quando hai delle azioni che sai che
20/n scenderanno, vendi prima che lo facciano tutti gli altri. Pensi: 'Devo incassare i miei guadagni ora, devo vendere prima del crollo'".
🔴YAKOVLEFF E L'ANALISI MILITARE SORPRENDENTE: TAIWAN POTREBBE RESISTERE DA SOLA
Tytelman interroga il suo ospite: l'operazione Taiwan
21/n richiederebbe alla Cina l'impiego di centinaia di migliaia di uomini, il dominio dello spazio aereo, di quello marittimo, il tutto considerando (o almeno così si presume) una folta presenza militare internazionale schierata a difesa di Taipei. Pechino ha la capacità di
22/n venirne a capo? Non secondo l'ex numero due del Comando supremo delle potenze alleate in Europa: "Al momento non hanno questa capacità. Ad esempio la marina sta crescendo molto rapidamente, ma manca di equipaggio. (...) E poi 150 km di mare per raggiungere tre spiagge adatte
23/n allo sbarco e per conquistare un Paese molto montuoso...Francamente, non ci credo". Yakovleff fa dei distinguo: precisa che se si tratta di sganciare "mille missili, devastare Taiwan" alla maniera in cui i russi lo hanno fatto a Mariupol a Bakhmut, allora i cinesi "possono
24/n farlo anche stanotte", ma non c'è modo per loro di "conquistare" Taiwan e sconfiggere la sua popolazione. Il generale francese spiega che Taiwan "sta diventando più forte", ha rafforzato la leva obbligatoria, soprattutto "le persone hanno cambiato atteggiamento
25/n massicciamente, perché credono nella possibilità della guerra come non ci credevano due anni fa. Questo è un contraccolpo dovuto allo shock dell'Ucraina e di Hong Kong. Taiwan", per la Cina, "diventerà molto complicata" da prendere.
Ma anche ipotizzando un attacco cinese,
26/n sarebbe necessario un supporto diretto o indiretto? Il generale, come spesso gli capita, spiazza l'uditorio. L'esempio portato è quello dell'invasione russa: Mosca aveva migliaia di km di confine a disposizione: doveva soltanto scegliere i punti esatti nei quali
27/n attraversare. Per la Cina questo ragionamento non vale: "Ci sono 150 km di mare". Se sei Taiwan "hai il tempo di vederli arrivare". È un discorso che ritorna nei discorsi degli esperti militari. E ricorda molto da vicino quello fatto qualche tempo fa da George Friedman,
28/n secondo cui i cinesi impiegherebbero nove ore per arrivare a Taiwan: in quel lasso di tempo gli Stati Uniti sarebbero costretti a risolvere il dogma dell'ambiguità strategica. Washington correrebbe o meno in soccorso di Taipei? La lettura di Yakovleff è sorprendente perché
29/n elude questo bivio, arrivando a contraddire anche gli ultimi wargames, quelli secondo cui la tenuta dell'isola dipenderebbe essenzialmente da due aspetti: la volontà di combattere e la rapidità dell'intervento americano. L'ex numero 2 della NATO è in possesso evidentemente
30/n di informazioni diverse, valuta probabilmente il "fattore umano", cita la particolare conformazione geografica di Taiwan, le tante spiagge e le montagne alle spalle, la possibilità di stringere i colli di bottiglia, arrivando ad enunciare quanto segue: "Taiwan può anche con
31/n i suoi mezzi attuali credere onestamente in una difesa territoriale. Può crederci. Può credersi capace di fermare un'invasione cinese".
L'articolo prosegue per gli iscrtti al Blog, perché penso che chi sostiene il mio lavoro abbia diritto a dei contenuti esclusivi. Nel
32/n pezzo - fra le altre cose - si parla dell'ipotesi di un "contagio" nucleare che dalla Russia potrebbe arrivare a Taiwan, della linea rossa dell'America e della previsione di Yakovleff sui prossimi 20 anni. dangelodario.it/2023/03/29/tai…
Dietro questo articolo ci sono
33/n 10 ore di lavoro. Se pensi che sia meritevole, iscriviti al Blog: premierai i miei sforzi e avrai accesso a tutti i contenuti del Blog. Ti ringrazio.
1/n 🚨🇮🇱 E dopo una notte di disordini in #Israele arriva la mossa del presidente #Herzog che si rivolge direttamente a #Netanyahu: "Abbiamo assistito a scene molto difficili. Faccio appello al Primo Ministro, ai membri del governo e ai membri della coalizione. Per il bene… twitter.com/i/web/status/1…
2/n 🚨🇮🇱
Ultim'ora: secondo i media israeliani Bibi #Netanyahu dovrebbe annunciare la sospensione della riforma della giustizia da qui a due ore.
3/n Alcune fonti indicano appunto in due ore l'orizzonte temporale della svolta. Altre si limitano a parlare di una decisione che verrà comunicato "in mattinata".
🚨🇮🇱 Radar acceso su #Israele. Migliaia di persone in strada a #TelAviv dopo la decisione di #Netanyahu di rimuovere il ministro della Difesa Yoav #Gallant, che aveva chiesto di fermare la riforma della giustizia che da mesi lacera il Paese.
2/n
🚨🇮🇱 Proteste all'esterno della residenza di #Netanyahu.
3/n 🚨🇮🇱 Gadi Eisenkot, ex capo di stato maggiore Forze di difesa #Israele: "Netanyahu ha dimostrato che la sicurezza di Israele non è la sua priorità. Licenziare #Gallant distruggerà l'eredità di Netanyahu. Sta giocando d'azzardo con le nostre vite".
🧵🇺🇸 1/n Nemmeno nel più rocambolesco dei sottosopra, neppure nel peggiore dei suoi incubi, Donald #Trump avrebbe creduto di ritrovarsi all'immediata vigilia di un possibile arresto.
2/n Chi crede nel karma avrà certamente ripescato i comizi della campagna per le presidenziali 2016, con il tycoon versione "capo-ultras" di una folla oceanica inneggiante l'arresto dell'odiata Hillary #Clinton, al ritmo di: "Lock her up, lock her up!".
3/n Adesso sono i suoi nemici a sognare il grande scalpo: Donald Trump attorniato da agenti di polizia, federali, membri del Secret Service, ammanettato ed esposto alla mercé dei fotografi, marchiato per sempre. Chi è a conoscenza della materia scommette sul fatto che non ci sarà
2/n A Parigi vengono messe al voto due mozioni di censura - l'equivalente della nostra mozione di sfiducia.
Obiettivo: far cadere il governo Borne dopo il ricorso alla "opzione nucleare", l'articolo 49 comma 3 della Costituzione, che ha consentito all'esecutivo di bypassare il
3/n voto parlamentare e approvare la riforma delle #pensioni, la stessa che da settimane porta in strada migliaia di francesi.
1⃣Qual è la situazione in Aula?
2⃣Qual è il magic number che fa cadere il governo Borne?
3⃣Cosa dice il pallottoliere aggiornato?
4⃣E se Macron la
2/n Come prepara la #Cina una visita di Stato così importante? Con dichiarazioni pro-#Putin.
Esempio: il ministero degli Esteri, in relazione al mandato di arresto internazionale nei confronti del presidente , dice che l'Aja dovrebbe "evitare politicizzazione e doppi standard".
3/n Cosa dobbiamo aspettarci dal viaggio di #XiJinping? Quale potrebbe essere la mossa tattica di #Putin?
Gli scenari più probabili e le anticipazioni nella diretta sul Blog.
🧵🇵🇱🇺🇦 1/n Mercoledì 15 marzo. A Varsavia, per la seconda volta negli ultimi sei mesi, fa la sua comparsa Bill #Burns. Dovrebbe essere già un indizio che qualcosa di grosso stia bollendo in #Polonia.
2/n Non fosse altro per un motivo: il felpato direttore della CIA si è affermato fino ad oggi come uno degli attori chiave nella risposta occidentale all’invasione russa dell’#Ucraina. Fu la sua agenzia di intelligence, più di ogni altra al mondo, ad anticipare le mosse di
3/n Vladimir #Putin prima dell’inizio della guerra. Fu lui a recarsi a Mosca per tentare un ultimo disperato approccio con il Cremlino. Il presidente russo non si fece trovare, ma al telefono ascoltò dalla voce di Burns le conseguenze che un attacco avrebbe comportato.