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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Dopo la marcia dei 40.000 a Torino, nelle Brigate Rosse aveva preso piede un sentimento di frustrazione e di rivalsa. Da quel momento i loro obiettivi diventarono i dirigenti aziendali. La prima vittima era stata Renato Briano (lo abbiamo raccontato ieri). Ma non fu la sola.
Manfredo Mazzanti è nato il 25 gennaio 1926 a Santa Croce sull’Arno provincia di Pisa. Ingegnere di 54 anni esperto di qualità, è a capo dello stabilimento Falk Unione di Sesto San Giovanni. E’ sposato con Maria. Hanno un figlio, Mario di 26 anni.
Manfredo non ha niente a che vedere con le trattative sindacali in atto all’interno della Falk. Ma è molto gioviale. Come tutti i toscani, quando entra in mensa non va mai nella saletta dei dirigenti, ma si siede ai tavoli con gli operai.
#MdT 28/11/1980 - ore 7.30 Manfredo da un bacio alla moglie ed esce di casa per andare al lavoro. Prima passa dall’edicola all’angolo, per acquistare i giornali. Poi al solito bar per un caffè. Lo fa ogni mattina.
Due giovani, in mano la Gazzetta dello Sport, stanno passando da via Orseolo. Manfredo li vede mettere le mani in tasca e capisce. Scappa. Ma le transenne di un cantiere lo bloccano. “Spara, è lui, è lui, ammazzalo”urla uno dei due ragazzi. Quattro spari. Tre raggiungono Manfredo
I ragazzi fuggono a piedi e poi in bicicletta .
Manfredo è a terra, non è morto. Sull’ambulanza sussurra. ”Fate presto, vi prego, fate presto”. Aiutatemi.”
Manfredo morira alle 10.00.
La moglie Maria e il figlio Mario sono accorsi all'ospedale dove si trova Manfredo.
Apprenderanno solo lì della morte del loro caro.
La rivendicazione fu la stessa di Walter Tobagi. Ucciso a poche centinaia di metri. “Qui Brigate Rosse, colonna Walter Alasia. Rivendichiamo l’uccisione di un nemico del popolo”. Con l’aggiunta di un cinismo fuori luogo”Esprimiamo la solidarietà ai terremotati del Sud.
La sua condanna fu una fotografia pubblicata sul giornale di fabbrica. Scelsero lui per quello. Un bersaglio più facile da identificare. Manfredo Mazzanti fu scelto così dalle Br-colonna Walter Alasia come nemico da colpire, all’interno di una rosa di dirigenti della Falck.
Al suo funerale in chiesa erano presenti molti dirigenti delle grandi aziende milanesi e non solo. Sapevano ormai di essere tutti a rischio. C’era anche Vittorio Magarini, un ex dirigente della Snia Viscosa che abitava nello stesso palazzo di Manfredo. Che non si dava pace.
Mi si rimprovera di raccontare storie che hanno sempre un fine tragico. E'vero. Ma se guardate oltre potete vedere in queste storie tanta, tanta speranza. Questo Paese ha sempre avuto molti "eroi normali". Invisibili. Ieri come oggi. E se ci sarà bisogno un domani. Ne sono certo.
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