Thread by @JohannesBuckler

Bruno Caccia nasce il 16/11/1917 a Cuneo.
La famiglia ha una lunga tradizione nella magistratura.
Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 1939. Nel 1953 ha sposato Carla Ferrari. Ha tre figli, Guido, Paola e Maria Cristina.

Dal 1980 guida la Procura della Repubblica di Torino.
Bruno ha seguito importanti inchieste criminali. Rapine e rapimenti, poi si è dedicato alla lotta al terrorismo. Ha debellato le colonne torinesi delle Brigate Rosse e di Prima Linea

Dopo l’emergenza terroristica, ha intensificato gli sforzi della procura nella lotta al traffico degli stupefacenti e alla criminalità mafiosa presente nella regione.
Politica e società non credono a presunte infiltrazioni 'ndranghetiste nel tessuto sociale piemontese

#MdT 26/06/1983 - Bruno Caccia si è recato fuori città ed è tornato a Torino soltanto alla sera. Oggi è il giorno in cui si svolgono in Italia le elezioni politiche generali. E’ domenica, e ha lasciato a riposo la propria scorta. Esce dalla sua abitazione di via Sommacampagna 9.

#MdT 26/06/1983 - Ore 23:30 Bruno è uscito per portare a passeggio il proprio cane.
Viene affiancato da una Fiat 128 con due uomini a bordo. Senza scendere dall'auto, sparano 14 colpi verso Bruno. Quando è a terra scendono e gli sparano tre colpi per essere certi della morte.

Al numero civico 9 di via Sommacampagna gli spari si sono sentiti. La figlia di Bruno, Maria Cristina di 22 anni, ha dovuto rincorrere la cockerina che è scappata, spaventata dai colpi. Al ritorno guarda in faccia al madre. Comprende. Mentre la vede svenire.

Il procuratore venne immediatamente trasportato al pronto soccorso dell’Ospedale delle Molinette ma vi giunse già morto. Dieci minuti dopo una telefonata al quotidiano La Stampa con la prima rivendicazione a firma Brigate Rosse.

Mentre i terroristi dell BR detenuti durante i processi in corso negano di aver ucciso Caccia ed escludono anzi che il suo assassinio sia stato compiuto dall'organizzazione di cui fanno parte arriva un’altra rivendicazione dai terroristi di estrema destra dei NAR.

Non erano state nè le BR nè i NAR. I cinque processi conclusero che a uccidere Bruno Caccia erano stati sicari calabresi (ancora oggi sconosciuti) arrivati a Torino e subito ripartiti, su ordine di Domenico Belfiore, capo della cosca dell’ ‘ndrangheta di Torino.

Torino non era solo la capitale dell’eversione, ma quella del traffico di droga, dei sequestri. Mafia, camorra e‘ndrangheta si erano spartite il controllo della città. E senza che la città se ne rendesse conto.
Ieri, come oggi, guai a dire certe cose.

Tempo fa vi ho parlato di come la Lombardia sia diventata terra di ‘Ndrangheta, seconda solo alla Calabria.
bit.ly/2SyqwB7

In Piemonte è la stessa cosa. La 'ndrangheta ormai ha "locali" dappertutto. Secondo la DNA si è estesa in settori come la prostituzione, estorsione, armi, gioco d'azzardo e droga.
E la politica? Se ne rende conto? Quando si muove?
Tranquilli, appena finisce con gli immmigrati.