Ieri vi ho raccontato di Augusto Turati, segretario del PNF e di come “teste calde” come Farinacci, Ciano, De Vecchi, Balbo e Ricci lo fecero cacciare con un’accusa falsa: essere omosessuale.
Ma quale fu il rapporto tra fascismo e omosessualità?
Ma quale fu il rapporto tra fascismo e omosessualità?
Cominciamo da una bozza. La bozza del “Codice Rocco” del 1927, e di un articolo, il 528. 
Al momento di presentare il testo definitivo, quell’articolo viene rimosso. Prevedere il reato di omosessualità significava ammettere l'esistenza degli omosessuali in Italia. Non sia mai. Fu la Commissione di Giovanni Appiani a discuterne il testo.
“La previsione di questo reato non è affatto necessaria perché per fortuna e orgoglio dell’Italia il vizio abominevole che ne darebbe vita non è così diffuso tra noi da giustificare l’intervento del legislatore…”
“...noto che per gli abituali e i professionisti del vizio, per verità assai rari, e di impostazione assolutamente straniero, la Polizia provvede fin d'ora, con assai maggiore efficacia, mediante l'applicazione immediata delle sue misure di sicurezza detentive”.
E fu così che la repressione dell’omosessualità fu affidata alla sola polizia che, dopo aver sottoposto il caso alla Commissione Provinciale, provvedeva alla diffida o all’ammonizione. O al confino. Saranno circa 20.000 le pratiche.
Non essendo un reato, il confino fu “politico”. Quando il prefetto di Palermo scrisse: “In relazione....., informo che l'individuo in oggetto è confinato comune e non politico”, il Ministero degli Interni rispose ““il confinato in oggetto è confinato politico e non comune”.
Nel 1939 il questore di Catania Alfonso Molina iniziò una battaglia personale contro gli omosessuali (detti ”arrusi” in dialetto siciliano), mandando al confino decine di ragazzi di 18-19 anni come persone “pericolosissime per l'ordine sociale"
Un luogo di confino per omosessuali nell’Italia fascista furono le Isole Tremiti, in particolare l’isola di San Domino. Il “male” andava confinato, isolato. Com’era la vita dei “femminielli”, nomignolo utilizzato in epoca fascista, sull'isola?
Arrivavano in manette e sistemati in dormitori fatiscenti, costretti a vivere in condizioni di vita durissime, senza acqua e elettricità. Vigilati dalla polizia, avevano il coprifuoco. Ricevevano 5 lire dallo Stato per le spese, che non bastavano.
Il Duce, il 28 maggio del 1940, decise la fine del confino a San Domino.
Non si era ravveduto.
Gli servivano uomini e spazi dopo l’entrata in guerra. San Domino trasformata in un campo di internamento dove vennero reclusi politici anti-regime ed ebrei.
Non si era ravveduto.
Gli servivano uomini e spazi dopo l’entrata in guerra. San Domino trasformata in un campo di internamento dove vennero reclusi politici anti-regime ed ebrei.
Grazie agli isolani le loro condizioni erano migliorate durate il confino. E molti piansero quando furono costretti a lasciare l’isola. Mussolini, senza volerlo, aveva creato la prima comunità gay d’Italia, un angolo di paradiso rispetto la dura vita a casa.
Il fascismo non usò i metodi di Hitler e il famigerato Paragrafo 175 (noto formalmente come §175 StGB) del codice penale tedesco. Per quel paragrafo gli omosessuali furono arrestati e morirono a migliaia nei campi di concentramento.
La Germania Ovest mantenne Il Paragrafo nazista 175 (noto formalmente come §175 StGB) fino al 1969, limitandolo a "casi qualificati". Attenuato nel 1973 è stato abrogato completamente nel 1994 dopo la riunificazione.
“Dobbiamo sterminare queste persone fino alla radice. Non possiamo permettere tale pericolo per il paese; l’omosessualità deve essere del tutto eliminata“.
Frase attribuita a Heinrich Himmler, Comandante in capo delle SS"
Frase attribuita a Heinrich Himmler, Comandante in capo delle SS"
