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Anche in relazione alla discussione su generi e sottogeneri di ieri, il pensiero di oggi è: la cosa peggiore che possiamo fare alla nuova generazione di (possibili) lettori è convincerli che ci sono generi "degni" da leggere, e generi che no
Due momenti di sconforto diverso:
1. le adolescenti che vengono sfottute perché leggono contemporary YA romance, come se fosse una cosa terribile e di cui vergognarsi, che vengono "invitate" a leggere "cose più serie"
(ricordiamo sempre che i lettori di romance sono spesso tra le persone no-nonsense e le prime a vedere - e a dire - che il re è nudo, proprio perché le storielle della sacralità del libro non passano, passa solo la ciccia)
2. addetti o aspiranti addetti all'editoria molto giovani (22-28 anni) che appena parli del valore della letteratura di genere ti accolgono con una risata di scherno, e poi sono i primi a battere le mani quanto hanno davanti un romance etichettato "literary"
non riconoscono i trope, i cliché del genere, gli elementi di ibridazione, non credono che una cosa possa essere stata fatta prima; molti di loro sono perfettamente istruiti a vedere solo i blurb e le informazioni sui premi letterari
e non accettano che si possa leggere un libro per un motivo diverso dall'essere dei letterati, intellettuali, woke, quello che è più "giusto" essere oggi. Stiamo formando una generazione di addetti completamente incapaci di essere critici
Non sono d'accordo con chi dice che romanzi chiaramente "fantascientifici" come La strada di McCarthy o un Atwood a caso debbano essere pubblicati come romanzi di genere solo perché rispondono a certi criteri di trama
Questo pur affermando comunque che ci sono romanzi pubblicati come "narrativa commerciale" , "di genere" che rispondono a criteri stilistici e di "contenuto" che avrebbero senso come pubblicazioni "literary" (es. Kim Stanley Robinson)
Ugualmente esiste "narrativa letteraria" molto manieristica e molto vuota, che si dà un tono solo per il livello di riferimenti che fa ("letteratura di nobile intrattenimento" secondo Gianluigi Simonetti, definizione molto azzeccata)
Così come esistono romanzi fantascientifici in cui davvero tutto si risolve in pew! Pew pew! Come è giusto (ma anche romanzi ambiziosi ma scarsi; se la legge di Sturgeon ci ha insegnato qualcosa… e vale per tutti i generi)
L'inserimento di un autore dentro un filone o un altro è una cosa legata al mercato, a logiche di classe ancora prima che di istruzione: puoi scrivere lo stesso romanzo, se vieni da un MFA sei lit fic, se vieni dal nulla sei di genere, e per permetterti un MFA... solito discorso
Non ci interessa
In ogni caso, tornando al punto: la questione è leggere senza che questo diventi l'ennesimo media da consumare acriticamente. Se leggiamo in modo seriale, YA o la narrativa letteraria in classifica cambia poco, otteniamo sempre 0
Giocate a Fortnite o vi vedete un episodio di Ru Paul's Drag Race è la stessa cosa, cambiano solo i gusti
La mia strategia per non abituarmi a un solo tipo di letteratura è spingermi a leggere qualcosa di diverso da quello che ho appena finito, ma anche cercare di leggere qualcosa che risponda ai miei bisogni al di là di quello che è giusto o figo da leggere questo mese secondo X
Non sono tipo da romanzi con pew pew perché ho problemi di comprensione dello spazio, leggere scene di azione su pagina mi mette in grande difficoltà, tuttavia: dovessi aver bisogno di un romanzo pew pew, leggiamo un romanzo pew pew
Pew!
Soprattutto, l'invito che vorrei dare è: possiamo leggere qualcosa che non è noto o non ha senso nel nostro circolo social-letterario. Per favore facciamolo. Spendiamo un po' di curiosità per quello di cui non parlano "tutti i nostri amici" "tutti quelli che contano"
Lettori avventurosi
Nel caso mio, per autori in traduzione che non sono ancora "scoppiati" negli US ma che qui in Italia sono già stati timidamente pubblicati -> vedi disc su Cristina Rivera Garza, che avrei ben potuto leggere prima se avessi considerato libri a partire dai libri e non dall'hype
Per inciso, amici estimatori delle piccole-medie case editrici indipendenti: se aspettate che autore X venda così poco dal catalogo Einaudi o altro editore istituzionale poco emozionante, aspettando solo che anni dopo lo "riscopra" l'editore indipendente fighetto di turno…
... è lo stesso problema. Diamoci il cinque, facciamo un circolo di auto-aiuto, non so
(poi, che la comunicazione sul libro debba cambiare anche per aiutare questi lettori avventurosi... ci sto, ci sto. Ma è un altro argomento e già ho detto troppo oggi)
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