Era il 1994 quando #NanniBalestrini pubblicà #iFuriosi.
Nello stesso anno Valerio Marchi pubblicò "Ultrà - le sottoculture giovanili negli stadi d'Europa". Prima di allora, che io sappia, non c'era nulla sul mondo ultras. "Fedeli alla Tribù" di John King uscì solo nel 1996.
Idem eran lontani Cass Pennant e tutta l'epica hooligans pubblicata dalla Boogaloo. Balestrini raccontò una storia ultras, sotto forma di romanzo, cosa che nessuno aveva ancora fatto: uno striscione rubato e la vendetta dei defraudati. Scontri e violenze, i codici ultras.
Ebbe l'intuizione, da uomo curioso qual è stato, di mettere nero su bianco una storia, tra le tante storie ultras dell'epoca. Raccontò i fatti avvenuti un paio d'anni prima tra i Furiosi (Cagliari) e le BRN (Milan). Nello stesso anno, il 94, un gruppo di milanisti uccise Spagna
E nonostate uno stile originale nella scrittura, Balestrini, tra il tragico e il comico, racconta attraverso gli ultras dell'epoca, la trasformazione di quel movimento, la violenza più strutturata, più selvaggia. Ma erano le domeniche di migliaia di ragazzi, da circa 20 anni.
E #iFuriosi, ancora oggi, rimane il miglior romanzo italiano sul mondo ultras. Uno spaccato importante di quegli anni, i 90, dove tra violenza e repressione, fece l'apparizione del "terzo ultras": le FDO, contro cui si concentrarno gli scontri degli anni successivi.