, 18 tweets, 7 min read Read on Twitter
Ieri la mia amica Mary Leigh mi ha chiesto: “Vai a vedere il Derby d’Epsom? Come mai?”.
Le avevo risposto: “Lo capirai domani sera leggendo i giornali”.
Già, il Derby d’Epsom, la corsa di cavalli più prestigiosa del Regno Unito.
E così sono qua, al Derby d’Epsom, appuntamento mondano con tutta l’alta società britannica. Compresa la famiglia reale.
E’ il 4 giugno del 1913.
Perché sono venuta?

Una storia lunga. Iniziata anni fa.
Mi chiamo Emily Wilding Davison e sono nata a Londra l’11 ottobre 1872 in una famiglia numerosa.
Studiavo al Royal Holloway College di Londra. Ero bravissima.
Ma fui costretta a lasciare la scuola perché mia madre, rimasta vedova, non poteva pagarmi la retta.
Lavorando misi da parte dei soldi e mi iscrissi al St Hugh's College di Oxford per studiare Lingua e Letteratura Inglese.
Ottenni i voti più alti, ma alle donne non era ancora consentito conseguire la laurea in quella università.
Vi sembra una cosa normale?
“No, una donna proprio non può conseguire il titolo legale, neanche se la più brillante del corso”
Fu allora che feci mie le parole di Emmeline, fondatrice del movimento suffragista.
Dobbiamo liberare una metà della razza umana: solo così potremo aiutare l’altra metà a liberarsi
E mi ribellai. Entrando e uscendo di galera.
Se Christabel e Annie avevano interrotto un discorso di Winston Churchill per rivendicare il diritto di voto alle donne, io feci molto di più.
Le donne non avevano mai messo piede nel Palazzo di Westminster?
Io ci passai la notte.
Nel 1912 aggredii il politico David Lloyd George.
Dopo averlo riempito di botte, mi accorsi che non era lui.
Era una persona che passava di lì.
Va beh, mi rifeci mesi dopo piazzando una bomba nel cantiere della casa in costruzione dello stesso Cancelliere dello Scacchiere.
Quando mi arrestarono iniziai lo sciopero della fame.
All’inizio mi imposero l’alimentazione forzata, poi intervennero con una legge schifosa.
Il Cat and Mouse Act, il rilascio anticipato, poco prima di morire, di prigionieri indeboliti dallo sciopero della fame
In pratica ci scarceravano quando le nostre condizioni di salute si aggravavano, così da lavarsene le mani in caso di decesso.
Non potevano permettersi una morte dietro le sbarre, una martire per il movimento.

Per questo ora sono qui.
Ho riconosciuto il cavallo Anmer dai colori della divisa del suo fantino Jones, il rosso e il blu della Casa Reale.
Anch'io ho indosso i miei colori da suffragetta.
Il porpora della dignità, il bianco della purezza e della libertà e il verde della speranza.
Libertà e indipendenza si possano conquistare anche nel 1913.
Ma devo compiere un’azione che arrivi dritto al cuore dell’opinione pubblica. Basta scioperi della fame, basta attacchi ai politici, ma un atto dimostrativo di straordinario impatto mediatico.
Ci sono cinquecentomila spettatori. Pure Re Giorgio V e la Regina Mary.
Anmer è montato dal fantino Herbert Jones, il favorito.
I cavalli sono schierati ai nastri di partenza.
Un colpo di fucile dà il via alla corsa, e i destrieri si lanciano al galoppo.
E’ l’ultima cosa che ricordo. O meglio. Ricordo di essermi messa davanti ad Anmer il purosangue di Re Giorgio, con le mani alzate.
Dopo avermi colpita lui ha continuato la corsa senza il fantino Jones, lievemente ferito alla testa.
Io a terra priva di sensi.
Prima dell’impatto avevo urlato “Votes for women!. Poi più nulla.

So che mi hanno portato all’Epsom Cottage Hospital, dove sono rimasta quattro giorni in coma prima di spirare all’alba dell’8 giugno 1913.
Finii su tutti i giornali.
“Increscioso fuori-programma durante una corsa” scrissero.
Ma il 14 giugno 1913 cinquantamila persone videro il mio feretro percorrere il tragitto da Epsom a Victoria Station su un carro funebre guidato da quattro cavalli neri.
La regina-madre Alessandra, augurandogli una pronta guarigione, espresse a Herbert Jones, il fantino rimasto ferito, il suo rammarico per l’accaduto.
Scrisse: “conseguenza della abominevole condotta di quella brutale e lunatica donna”.
Brutale e lunatica io.
Certo, come no.
Nel Palazzo di Westminster c'è una targa per me, Emily Wilding Davison
“Questo è il modesto tributo ad una grande donna che si è dedicata ad una grande causa, che non ha vissuto abbastanza per vederla realizzata, ma che ha avuto un ruolo importante nel renderla possibile".
Il suffragio universale in Gran Bretagna fu proclamato solo nel 1928, in concomitanza con i Giochi Olimpici di Amsterdam aperti per la prima volta ad atleti di sesso femminile, anche nell’atletica.
Emily non partecipò.
Emily, la donna che corse più veloce del suo tempo.
Missing some Tweet in this thread?
You can try to force a refresh.

Like this thread? Get email updates or save it to PDF!

Subscribe to Johannes Bückler
Profile picture

Get real-time email alerts when new unrolls are available from this author!

This content may be removed anytime!

Twitter may remove this content at anytime, convert it as a PDF, save and print for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video

1) Follow Thread Reader App on Twitter so you can easily mention us!

2) Go to a Twitter thread (series of Tweets by the same owner) and mention us with a keyword "unroll" @threadreaderapp unroll

You can practice here first or read more on our help page!

Follow Us on Twitter!

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just three indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3.00/month or $30.00/year) and get exclusive features!

Become Premium

Too expensive? Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal Become our Patreon

Thank you for your support!