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Immigrazione e criminalità, parte seconda.

Nel 1° thread abbiamo visto che per l'Italia non esiste alcuna relazione statisticamente significativa.

Ma vale anche per gli altri paesi? Per tutti gli immigrati? E per tutti i reati?

[2° thread sulla ricerca scientifica, 19 tweet]
Brian Bell (U. of Oxford) @fasani_f (Queen Mary U. of London) e @s_machin_ (LSE) hanno studiato l’impatto di due grandi ondate di immigrazione nel Regno Unito, un caso di studio esemplare per il massiccio aumento dell’immigrazione tra il 1997 e il 2009.

1/n
Il lavoro, pubblicato su Review of Economics and Statistics, si può scaricare gratuitamente dalla repository della London School of Economics: bit.ly/2oiwWcZ.

Una versione precedente si trova nella collana dei discussion papers IZA.

2/n

iza.org/publications/d…
Nel 1981 nel Regno Unito vivevano 3,2 milioni di immigrati, che nei 16 anni successivi sono saliti a 4,1 milioni. Nel 2009, gli immigrati erano 6,9. I 3/4 di tale aumento sono avvenuti dal 1997 in poi.

3/n
La prima ondata di immigrazione, tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000, era costituita da: 1) richiedenti asilo provenienti dall’Europa orientale dopo la caduta del Muro e la guerra civile iugoslava. 2) Profughi da paesi in guerra come Iraq, Afghanistan e Somalia.

4/n
Tra il 1997 e il 2003, il numero annuo di richieste di asilo è passato da 31.000 a 71.000.

Circa il 70% delle richieste è stato rigettato.

5/n
La 2a ondata di immigrazione si è verificata con l’ingresso nell’UE di 8 nuovi paesi (cosiddetti A8). All’epoca il Regno Unito scelse di garantire la libera circolazione delle persone anche ai “migranti A8”, accogliendoli di fatto nel proprio mercato del lavoro.

6/n
Le due ondate di immigrati erano pertanto molto diverse tra loro. I primi, in cerca di un asilo nella maggior parte dei casi rifiutato, si sono trovati in condizione di estremo bisogno. I secondi invece hanno avuto la possibilità di integrarsi nel mercato del lavoro.

7/n
Il rapido aumento della popolazione straniera ha dato ai populisti l’occasione per alimentare la narrazione sovranista e identitaria secondo cui gli immigrati portano delinquenza.

8/n
Le stime di Bell, @fasani_f e @s_machin_ mostrano che nessuna delle due ondate di immigrazione ha causato una variazione statisticamente significativa dell’incidenza dei reati violenti. In altre parole, l’impatto dell’immigrazione è stato NULLO.

9/n
Con buona pace della propaganda che dipinge gli immigrati come stupratori seriali.

Il risultato nullo è confermato dagli studi successivi su immigrazione e criminalità. Si vedano per esempio gli studi nel thread della settimana scorsa.

10/n
Il rapporto dell’immigrazione con i crimini contro la proprietà è più complesso. Nel caso della prima ondata, quella dei richiedenti asilo (negato nel 70% dei casi), esiste una relazione positiva e statisticamente significativa, ancorché di dimensione assai modesta.

11/n
Per l'ondata di “immigrati A8” integrati nel mercato del lavoro la relazione è invece negativa e statisticamente significativa. Il risultato è coerente con gli studi che analizzano la diversa propensione a delinquere degli immigrati regolari e clandestini.
L’analisi empirica degli autori può escludere la possibilità che le correlazioni siano “spurie”, dovute cioè a semplici coincidenze, grazie all’utilizzo di tecniche appropriate.

13/n
[Tweet per gli addetti ai lavori: gli autori usano una IV strategy; per l’ondata di richiedenti asilo, la fonte di variazione esogena è una policy di dispersione territoriale. Per l’ondata di A8, lo strumento è basato sulla persistenza delle scelte residenziali degli immigrati].
La propensione a commettere reati contro la proprietà dipende dallo stato di bisogno, e non certo da inesistenti caratteristiche etniche o genetiche come vorrebbe la propaganda.

15/n
A parità di condizioni (x es. età, istruzione, ecc.), la convenienza di commettere un reato dipende dal confronto tra: 1) il guadagno derivante dal furto, in rapporto alla probabilità di essere catturato e all’entità della sanzione; 2) il guadagno x le prestazioni lavorative.
Se il primo supera il secondo, la propensione a commettere reati contro la proprietà aumenta. Se si emarginano gli immigrati dal mercato del lavoro e il guadagno derivante dalle loro prestazioni lavorative è inevitabilmente nullo, si stimola un aumento dei reati.

17/n
Nel Regno Unito ai richiedenti asilo è proibito di lavorare per i primi 12 mesi successivi alla presentazione della domanda. Di fatto, si impone a una massa di lavoratori l’emarginazione dal mercato.

18/n
In conclusione, la regolarizzazione degli immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro riducono eventuali effetti sulla criminalità – di per sé già estremamente modesti – oltre che far risparmiare sulla spesa per il welfare.

19/n
Post scriptum: il thread si trova srotolato qui facebook.com/fabio.sabatini
Grazie per la pazienza.
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