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1/19 - Autostrade, Alitalia e ILVA. Cioè trasporto su ruota, trasporto aereo e produzione di acciaio. Due monopoli naturali e un’industria strategica.

Si cercano da anni improbabili soluzioni, quando l’unica cosa da fare sarebbe nazionalizzarle.
2/19 - D’altronde è evidente come i modelli di successo siano quelli dei Paesi in cui lo Stato interviene nell’economia. Delle 129 aziende cinesi presenti nella lista delle migliori 500 stilata da Fortune, l’80% è costituto da aziende di proprietà o controllate dallo Stato*
3/19 - Molti Paesi industrializzati vantano un’importante presenza dello Stato nell’economia nelle grandi aziende. Dietro la Cina (96% delle aziende più grandi a guida statale), ci sono gli Emirati Arabi Uniti (88%), la Russia (81%), l’Indonesia (69%) e la Malesia (68%)
4/19 - I settori con i rapporti più alti di partecipazione pubblica (20/40%) sono quelli legati all'estrazione o al trattamento di risorse naturali, all’energia e alle industrie pesanti.
5/19 - Alcuni settori dei servizi - come le telecomunicazioni, l'intermediazione finanziaria, il deposito, le attività di architettura e ingegneria e alcuni settori manifatturieri - registrano azioni delle imprese statali anche superiori al 10%
6/19 - L’Italia era il Paese più moderno e all’avanguardia, su questo fronte.

Nel gennaio 1934, l’IRI deteneva circa il 48,5% del capitale azionario in Italia (James e O'Rourke, 2013, p. 59).
7/19 - Nel marzo '34 rilevò il capitale delle principali banche (Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano e Banco di Roma) e, alla fine del '45, controllò 216 società con oltre 135.000 dipendenti.Negli anni 80, ha moltiplicato le sue quote e ha raggiunto i 600.000 dipendenti.
8/19 - L’IRI è stato protagonista della ricostruzione industriale postbellica, intraprese interventi volti allo sviluppo economico delle regioni meridionali, al potenziamento della rete autostradale, del trasporto in genere e delle telecomunicazioni, al sostegno dell’occupazione.
9/19 - L'IRI ha anche realizzato grandi investimenti nel Sud Italia, come la costruzione dell'Italsider di Taranto e quella dell'AlfaSud di Pomigliano d'Arco e di Pratola Serra in Irpinia;altri furono programmati senza essere realizzati, come il centro siderurgico di Gioia Tauro.
10/19 - Per evitare gravi crisi occupazionali, l'IRI venne spesso chiamato in soccorso di aziende private in difficoltà: ne sono esempi i "salvataggi" della Motta e dei Cantieri Navali Rinaldo Piaggio e l'acquisizione di aziende alimentari dalla Montedison.
11/19 - Esattamente quello di cui ci sarebbe bisogno oggi in Italia, con un Paese quasi interamente da ricostruire dopo 30 anni di deindustrializzazione feroce e un deficit di dipendenti pubblici di almeno 2.500.000 lavoratori rispetto a Paesi come Francia e Inghilterra.
12/19 - Poi sono arrivati gli anni 90, con la presidenza Prodi che per obbedire ai dictat della nascente Unione Europea ha portato a:

- la cessione di 29 aziende del gruppo, tra le quali la più grande fu l'Alfa Romeo, privatizzata nel 1986;
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- la drastica diminuzione dei dipendenti a causa di cessioni e prepensionamenti;
- la liquidazione di Finsider, Italsider e Italstat;
- lo scambio di alcune aziende tra STET e Finmeccanica;
- la tentata vendita della SME al gruppo CIR di Carlo De Benedetti
14/19 - Le entrate della privatizzazione per l'Italia tra il 1993 e il 2003 sono state stimate a 110 miliardi di euro, l'importo più elevato nell'UE a 15 in termini assoluti e tra i più alti come percentuale del PIL (Clifton et al. 2006).
15/19 - Oggi le società pubbliche o partecipate, in Italia, sono circa 8.000 e impiegano circa 500.000 persone, ovvero il 2,1% dell'occupazione totale (Istat, 2015).
16/19 - Nel 2013, il 5% delle 1.523 principali imprese italiane era controllato da un'entità pubblica - centrale o locale. Il loro valore aggiunto aggregato corrisponde al 17% del PIL italiano (1,62 miliardi di euro a prezzi correnti nel 2013).
17/19- Numeri ridicoli se paragonati al peso che l'economia di Stato ha in altri Paesi, sia sul fronte della dimensione delle aziende (grafico 3) che su quello dell'impiego (grafico 4)***.
18/19- Insomma mentre molti Paesi, Cina in primis, hanno costruito la loro fortuna puntando su un sempre maggiore intervento dello Stato nell’economia, noi invece ci siamo liberati di un modello vincente unico al mondo, l’IRI, per entrare nell’Unione Europea e adottare l’euro.
19/19 - [* "In a first, China has more companies on Fortune Global 500 list than the US" scmp.com/business/compa… via
** voxeu.org/article/state-…
*** ec.europa.eu/info/sites/inf…]
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