Vi racconto una storia che prima avevo fatto conoscere in privato ad alcuni giornalisti e colleghi, rimasti increduli per quanto mi sia capitato: l’unico caso di denuncia "andata a segno" in 5 anni di attività riguarda un articolo che non ho scritto io. Assurdo, vero? Partiamo!
Nel 2017 mi contattò un giornalista di Repubblica per una consulenza utile a un’inchiesta che pubblicarono il 3 dicembre 2017 con il titolo "Così si finanzia la fabbrica delle fake news". Tutto girava intorno a una società russa di nome Clickio che avrebbe contattato dei bufalari
Nell'articolo si parla di una fonte, protetta dal segreto professionale, che accusa Clickio di suggerire ai publisher di costruire contenuti e di prediligere chi, in Italia, scrive di immigrati, terrorismo islamico, reati commessi da stranieri o chi celebra la Russia di Putin.
Il giornalista di Repubblica mi chiede se posso fornirgli una lista di siti internet italiani che contenevano al loro interno almeno un banner pubblicitario di Clickio. Li individuo, gli fornisco la lista e la pubblica nell'articolo. Tra questi c'era L'Antidiplomatico.
Nell'articolo viene riportata anche una mia spiegazione sul rapporto tra bufale e soldi, questioni che ho raccontato anche nel mio libro "Il grande inganno di Internet" (lo trovate qui: amzn.to/2DSnhyM). 
Alessandro Bianchi, già dipendente del M5S alla Camera, e Fabrizio Verde, direttore responsabile de L'Antidiplomatico, decidono di denunciare Repubblica e nel farlo denunciano anche me. Per la prima volta in vita mia vengo convocato in Questura a Udine per l'identificazione.
A quel punto contatto l’avvocato per una memoria difensiva, visto che ritenevo di non aver commesso alcun reato. Il caso viene archiviato, ma i querelanti decidono di fare opposizione e il 18 ottobre 2019 il mio avvocato si trovava a Roma per l’udienza. Ora vi dico come è finita!
Tutto archiviato! Come dicevo all'epoca, l’individuazione dei banner non è stata smentita e corrisponde a verità. Per quanto riguarda le mie affermazioni riportate nell'articolo, queste non erano riferite al querelante e rientravano nel diritto di critica. Doppiamente nel giusto!
Nonostante fossi sicuro dell'esito di questa storia, ho aspettato la fine per raccontarla con documenti alla mano e per ribadire che in 5 anni di attività mi sono sempre comportato correttamente nei confronti di tutti, nel rispetto della legge e soprattutto dei miei lettori.
Vengo spesso minacciato di denuncia, anche di recente con pretese assurde che vi andrò a raccontare nel momento giusto, ma questa è la prima volta che ho dovuto ricorrere all'avvocato per difendermi. Purtroppo all'epoca non ero tutelato da una testata e ho pagato di tasca mia.
Questo potrebbe piacere a qualche mio hater, felice che abbia dovuto pagare nonostante la mia innocenza. Facciamo così: potete aiutarmi acquistando il mio libro o facendo una donazione via Paypal, così ridono di meno.
amzn.to/2DSnhyM
paypal.me/DavidPuenteit
Grazie.
amzn.to/2DSnhyM
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Grazie.
