Giapponese in quarantena
Puntata 3
Dato che in precedenza ho annoiato con successo un bel po' di persone parlando del sistema di scrittura, non vedo perchè non proseguire con le caratteristiche principali della lingua
Innanzitutto i sostantivi e di conseguenza i verbi e gli aggettivi non esprimono genere e numero. Solo in alcuni casi è possibile indicare pluralità per mezzo di apposite costruzioni. (Non esistono nemmeno articoli e preposizioni)
Ad esempio la frase これは犬です (kore ha inu desu) potrebbe essere tradotta come “questo è un cane” ma in assenza di contesto non posso sapere se "cane" è plurale o femmina.
Quando si tratta di indicare il numero preciso invece vengono usati i classificatori che in pratica sono suffissi che si attaccano ai numeri per definire quantità e qualità di un qualche cosa.
Ne esistono di innumerevoli: per gli oggetti piatti, per i libri, per gli oggetti lunghi e sottili, per i piccoli animali domestici ecc. Questo perchè per i giapponesi il numero è un concetto astratto che ha bisogno di un classificatore per essere “materializzato”.
Per quanto riguarda i verbi non vengono coniugati in base alle persone. Subiscono modifiche solo in base alla funzione che assolvono e in base al tempo.
Ad esempio nel caso del verbo naguru (colpire con un pugno)
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ore ha shachou no kao wo naguru
do un pugno in faccia al capo
ore ha shachou no kao wo nagutta
ho dato un pugno in faccia al capo
ore ha shachou no kao wo naguritai
voglio dare un pugno in faccia al capo
ore ha shachou no kao wo nagureru
posso dare un pugno in faccia al capo
I tempi verbali sono essenzialmente 3 : Presente, passato e (scusate) present continuous.
Per indicare azioni future si usa il presente. Non stranissimo se si pensa che spesso lo facciamo anche noi. (Domani vado a dare un pugno in faccia al capo)
Altra caratteristica peculiare è l'uso delle cosiddette particelle: etichette che si attaccano agli elementi della frase per definirne la funzione grammaticale.
Prendiamo la frase di prima
ore ha shachou no kao wo naguritai
Abbiamo detto che naguritai è il verbo che significa voglio colpire (con un pugno)
"wo" in questo caso è particella del complemento oggetto che si lega a kao che vuol dire faccia.
Voglio colpire la faccia (kao wo naguritai)
"no" è particella attributiva che definisce la qualità della faccia mentre shachou è capo. Quindi l'attributo della faccia è di essere del capo "shachou no kao".
Letteralmente “Voglio colpire la faccia che è del capo”
Ma quindi quell' "ore ha"?
"Ore" è un modo non troppo educato per dire io (ebbene sì, esistono pronomi personali con diverso grado di cortesia) e "ha" è un'altra particella, in questo caso del tema.
E cosa sarebbe sto tema? Nient'altro che l'argomento centrale della frase che a volte, come in questo caso, può sovrapporsi al soggetto. Volessi tradurlo letteralmente potrei dire
Per quanto riguarda me voglio colpire bla bla bla.
Dalla stessa frase possiamo anche notare l'ordine degli elementi: Tema/soggetto - complementi - verbo. Già, il verbo alla fine. E la particella del tema "ha" si pronuncia "wa". Maledetti. Vado a comprare una wakizashi
Fine 3°puntata