Domani entriamo in lockdown anche in Belgio, con misure meno restrittive e più basate sulla responsabilizzazione, perché qui lo sport fa parte della cultura nazionale come le deiezioni canine in Italia. Iniziano i sogni di pandemia sconfitta in estate e feste danzanti in piazza.
Sono fiero che la mia patria di adozione sia tra i pochi paesi a non aver sospeso Schengen, misura inutile sul piano epidemiologico e classista sul piano sociale, facendo quello che ogni paese dovrebbe fare in questa situazione: proibire i viaggi non essenziali a casa d'altri.
Nel frattempo rifletto su come siamo arrivati al lockdown, rispetto ad uno scenario in modalità Mad Max mi manca soltanto un giardino per l'autoproduzione agricola, un pozzo per l'indipendenza idrica, il microeolico per l'autosufficienza energetica. Prendo nota per il futuro.
In compenso abbiamo ottime scorte di carta igienica in cantina (per una fortuita combinazione), buona connessione internet per le giornate di teleworking e la solidarietà culturale delle reti ed2k e torrent per le serate culturali.
Ma come ci sentiremmo se venissero meno tutte le reti sociali da cui dipendiamo per beni di consumo e servizi? Perché diamo così tanta importanza a chi abbaia da Vespa e non a chi fa funzionare ospedali, centrali elettriche, insegnamento a distanza, reti informatiche, acquedotti?
Uno si illude che questa crisi possa essere un punto di non ritorno per un salto di civiltà verso la consapevolezza che non esistono nazioni, razze, confini e barriere, ma solo sette miliardi di sfigati che da soli non possono far nulla, e hanno bisogno di altri diversi da loro.
Ma poi guardo la storia, e mi insegna che non ha insegnato nulla. Ci sono già state epidemie, serie minacce di distruzione totale come la deterrenza nucleare della guerra fredda, ma continuiamo a dare miliardi pubblici alla guerra affidando la ricerca alle donazioni private.
E ciò nonostante, rimane quel filo di speranzosa incertezza che immagino abbia accompagnato anche quelli che sono usciti dalla seconda guerra mondiale: e se stavolta il casino fosse talmente grosso da insegnarci qualcosa in più? E se ci fosse un PROGRESSO?
Con questa speranza vi auguro la buonanotte alla vigilia del lockdown del mio paese, con tanti dubbi e una sola certezza: tra tre giorni è primavera, con o senza virus.
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