"Il Covid è implacabile e dobbiamo essere più tempestivi nell’osservare le curve. Solo così eviteremo la terza ondata. La vera sfida? Si gioca sulla #scuola"
"Settembre è iniziato con un Rt relativamente alto e – cosa incredibilmente interessante ma poco sottolineata – per tutto il mese Rt è sceso lentamente, fino a 1,2. In un contesto, è giusto sottolinearlo, in cui si riattivavano fabbriche, professioni bar, ristoranti.
La scuola ha riaperto con tutte le attività e i contatti che le girano attorno. Lì per lì non si è registrato alcuno scossone, ma accanto a molti #asintomatici e paucisintomatici hanno iniziato a crescere, giorno dopo giorno ma in modo estremamente rapido, gli infetti.
Dal ministero dell’Istruzione non abbiamo i dati–forniti sì all’Iss, ma mai discussi pubblicamente–su quel che sta accadendo nelle scuole a livello di contagi. Però dal 14 al 24 settembre si sono messe in moto milioni di persone, tra studenti, famiglie, insegnanti: ecco la causa.
Perché, secondo lei, non vengono comunicati questi dati al pubblico?
"Forse perché è più facile dare informazioni generiche, che nessuno può contestare, ma che non servono a nulla."
Tra le varie misure adottate dai diversi #Dpcm ce n’è una particolarmente efficace?
"La chiusura dei licei è secondo me la più importante, più della chiusura dei ristoranti o del blocco dei trasferimenti interregionali..."
"Se riapriamo le scuole alle condizioni attuali, soccomberemo di nuovo. La grande sfida è la scuola: non possiamo, come abbiamo fatto finora, cercare di piegare il virus alle esigenze della scuola. È esattamente il contrario, purtroppo, e non lo si può fare dall’oggi al domani.
Lascerei perdere chi dice che si riapre il 3 dicembre, perché a gennaio avremmo ancora 300000 infetti in giro, ad andar bene...
Useremo la #Dad ancora per qualche mese, magari utilizzando questo tempo per prepararsi meglio alla riapertura.
Adesso è il momento di raffreddare per bene la situazione attuale. E quando riapriremo, non potremo commettere per la terza volta lo stesso errore."
Chi in presenza, chi online, insegnanti e studenti stanno dando ciascuno il loro meglio per poter coltivare il sapere, sviluppare le potenzialità dei giovani e crescere insieme.
Chi usa la parola riaprire, non ne tiene conto.
La #Scuola online fatica spesso a raggiungere gli alunni più svantaggiati, socialmente soprattutto e economicamente, ancor più di quanto faccia in condizioni normali, non si può non tenere conto di questo.
Bisogna impegnarsi a tornare a una didattica inclusiva e in presenza.
Nuove evidenze di ciò che era logico attendersi: Ahimé!
La #Scuola non riflette solo la situazione epidemiologica esterna, se monitorata bene, come hanno fatto in Canada, è fonte di contagio e forse persino motore dell'epidemia.
Dr. Karl Weiss, presidente microbiologi-infectiologi:
"Le scuole sono state il motore della seconda ondata in Quebec, anche se il governo non lo vuole ammettere. Il numero di casi è salito 14 gg dopo l'apertura di ciascuna tipologia di scuola."
(è analoga salita anche in Italia)
"Il probabile motivo per cui le infezioni di COVID-19 non si abbassano da più di 200 al giorno è che la trasmissione sia attiva nelle scuole"
(Attialmente a Montreal infatti gli outbreak scolastici superano quelli lavorativi e sanitari.)
Calcolate le variazioni % rispetto alla settimana precedente, ho fatto il grafico: È impressionante vedere cosa succede alla riapertura della #Scuola!
Qui è ho ingrandita la zona iniziale, cioè date vicine alla riapertura della #Scuola il 14/9.
Vedete come la fascia 10-19 anni, curva rossa, cambi repentinamente: di andamento esattamente 14 giorni dopo.
Sembra anche anticipare le curve delle altre fasce d'età!
Interessante è notare che le ripartenze delle curve non avvengono collegate con l'inizio di settembre e delle attività lavorative, ma proprio contemporanee alla #Scuola
È inoltre rimarchevole il fatto che in tutto questo periodo gli incrementi % di casi alti nelle fasce giovani
Stimolato da un articolo di @orizzontescuola che contiene delle analisi imprecise di @antonellaviol17 ho tabulato da solo i dati di @istsupsan su casi per fasce d'età e graficato l'andamento del loro aumento%.
È impressionante cosa succede alla riapertura della #Scuola:
Qui vedete il grafico completo che è tratto dai dati delle tabelle ufficiali dell'ISS recuperabili dai bollettini qui: epicentro.iss.it/coronavirus/ag…
Per ogni fascia di età è stata calcolata la variazione% rispetto alla settimana precedente.
Qui e nel primo grafico ho ingrandito la zona iniziale, cioè date vicine alla riapertura della #Scuola il 14/9.
Vedete come la fascia 10-19 anni, curva rossa, cambi repentinamente: di andamento esattamente 14 giorni dopo
Sembra anche anticipare le curve delle altre fasce d'età!
Sto ancora aspettando i dati sui contagi a #Scuola per finire un grafico che confermerebbe quello che è già evidente: in classe nelle aule si trasmette il virus.
Lo dicono la logica e i dati fino a oggi, sia scolastici che nazionali:
Thread #ScuolaNoCovid
È logicamente inevitabile prima di tutto per il fatto che il #COVID19, ormai certo capace di trasmettersi per aerosol, trova in classe l'ambiente migliore possibile: Affollato, al chiuso, con ventilazione non adatta, contatto prolungato nel tempo.
La gravità italiana è non considerare affatto questo tipo di trasmissione, da tutti ammessa. È inconcepibile mantenere un protocollo che tiene i ragazzi a 1m. senza mascherine in classe.
Espone alunni, insegnanti e poi le loro famiglie a facile contagio.
La scelta appare condizionata da interessi politici e economici e non mirata alla salute degli alunni e delle persone.
Ne è una chiara dimostrazione l'ultimo #Dpcm che ovunque invoca regole più stringenti ma lascia fuori da questo nuovo protocollo scuole e aziende
Ciò è visibile in modo chiaro e diretto in questa intervista dove la ministra è seduta in modo statico distante più di 1 metro dal conduttore, indossando la mascherina, mentre sfodera tutta la sua propaganda: