elaborato da @MaplecroftRisk, il Resource Nationalism Index 2021 certifica come 66 paesi su 198 nell’indice, ovvero il 33%, hanno rafforzato la presa sulla ricchezza delle risorse dal 2017.
Le compagnie minerarie sono obiettivi facili perché l’estrazione mineraria è un investimento a lungo termine ed ad alta intensità di capitale e le società minerarie sono alla mercé dei paesi in cui operano.
Questo quadro rende le prospettive normative a lungo termine per le imprese minerarie ed energetiche più incerte che mai e costituisce un freno ai necessari investimenti per incrementare la produzione ai target auspicati
la IEA ha osservato che gli investimenti “sono ben al di sotto di ciò che è necessario per supportare una distribuzione accelerata” della tecnologia dell’energia pulita.
L’industria ha spostato la sua attenzione dal greenfield al brownfield
Le compagnie minerarie minori investono su risorse comprovate, mentre le grandi compagnie si concentrano sulla massimizzazione del valore nelle loro miniere esistenti.
Investire in infrastrutture rinnovabili in un’economia alimentata da fossili (sempre + #carbonintensive) significa inevitabilmente aumentare le emissioni nel breve periodo col rischio di sforare il #carbonbudget prima del 2050
di chi è la colpa?
più #rinnovabili l'avrebbero evitata?
Gian Paolo Repetto (#Rie) che spiega come si formano i prezzi elettrici e come superare la sterile contrapposizione "dipendenza dal gas" vs "politiche climatiche"
La contrapposizione tra chi attribuisce “la colpa” dell’aumento record dei prezzi - dipendenza dal gas vs politiche climatiche - è frutto di faziose semplificazioni e sostanzialmente sterile..
..trascurando le vere problematiche/tensioni che caratterizzeranno i sistemi energetici sulla difficile strada della transizione verso un nuovo sistema ancora non pronto a sostituire il vecchio
@palmisval propone una versione ‘light’ dell’articolo su RivistaEnergia.it, evidenziando gli aspetti inediti dell’ultimo pacchetto di iniziative legislative UE
Sul settore elettrico si concentrano le maggiori speranze di abbattere le #emissioni, ma si può favorirne la penetrazione prescindendo dal #gasnaturale?
No, secondo Ennio Macchi (prof emerito @polimi) che prende in esame il caso italiano
Negli ultimi 20 anni, l’Italia ha visto un calo di quasi il 40% delle emissioni nel settore elettrico, in netto contrasto con le dinamiche mondiali (+43,8%):
un risultato brillante per un Paese che ha rinunciato al nucleare