#Draghi: "Non voglio essere troppo enfatico, ma siamo riusciti a ridurre l'indebitamento come non era mai successo dalla guerra ad oggi".
#Draghi: "Le scuole si son aperte in buon ordine, tutti gli insegnanti erano lì, nonostante le previsioni di disagi, di disastri, di mancanza di centinaia di migliaia di insegnanti. Tutte queste previsioni erano sbagliate".
#Draghi: "Il rigassificatore di #Piombino è essenziale, è essenziale, è una questione di sicurezza nazionale".
#Draghi: "La crescita non viene prodotta dai governi. I governi possono al massimo mantenere, creare, un ambiente favorevole alla crescita. La crescita viene prodotta dagli italiani".
#Draghi sui fondi russi: "Ho avuto una conversazione col segretario #Blinken perché la cosa più naturale era chiedergli cosa sapesse. Al di là delle dichiarazioni di apprezzamento che avete letto, poi diffuse da loro, sostanzialmente mi ha confermato l'assenza di forze politiche
italiane nella lista di destinatari di finanziamenti russi oggetto dei lanci giornalistici di questi giorni. Poi si è anche riservato di verificare se ci fosse evidenza di finanziamenti in altri documenti a disposizione delle autorità americane. E si è impegnato a comunicarlo
tramite canali istituzionali. Successivamente, come ha riferito il sottosegretario #Gabrielli oggi al #Copasir, i vertici dei Servizi segreti italiani hanno avuto contatti con i loro omologhi statunitensi, e in queste conversazioni l'intelligence americana - quindi diversa dal
Dipartimento di Stato, diversa dal Tesoro - ha confermato di non disporre di alcuna evidenza di finanziamenti occulti russi a candidati e partiti politici che competono nell'attuale tornata elettorale.
Però io vorrei aggiungere anche un'altra cosa: la democrazia italiana è forte.
Non è che si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati! Insomma, dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia. Non bisogna avere timore di qualunque voce. È chiaro che negli ultimi 20 anni il governo russo ha effettuato una sistematica opera di corruzione in
molti settori europei e negli Stati Uniti: queste son cose note. Non c'è niente di cui stupirsi. Per quanto riguarda però oggi, questa è la situazione".
Hanno provato a dipingerlo come un despota. Ma #Draghi è un leader, ovvero un uomo che sa fare squadra.
Ecco a voi uno dei maggiori esperti di economia al mondo nell'atto di defilarsi per chiedere al suo ministro se una #recessione è in vista oppure no.
Classe.
"Una domanda brevissima presidente: sarebbe disponibile ad un secondo mandato a Palazzo Chigi?".
#Draghi: "Cerchiamo di capire cosa significa rivedere il PNRR. Quello che si può rivedere è ciò che non è stato bandito. E siccome è stato quasi tutto bandito c'è poco da rivedere".
#Draghi: "Se ci sono alcuni progetti che possono essere sostituiti con altri, io penso che una revisione del genere non dovrebbe incontrare grossi ostacoli. Ma suggerirei di affrontare la questione non come un fatto ideologico, ma più come un fatto pragmatico".
#Draghi autoironico sul suo non essere "politico": "Sapete, alcune percezioni mi mancano...".
#Draghi: "Se avessimo dovuto aspettare i risultati delle elezioni, ogni sussurro di qualunque connotato politico...alla fine succede che non si riesce più a combinare niente. Questo sarebbe stato a mio avviso il fallimento del governo, che è stato creato per fare, non per fare".
#Draghi: "Ai miei colleghi racconto il Paese che vivo oggi: un Paese forte, leale all'Alleanza Atlantica, leale all'Europa. Un Paese che ha saputo fare manovre di sostegno alla propria economia, un Paese che cresce più del 3,5%. Un Paese che ha ridotto l'indebitamento".
Quanto mancherà alla politica italiana la capacità di #Draghi di "riportare la chiesa al centro del villaggio"?
#Draghi: "Sono ancora molto fiducioso. Più che altro ho fiducia negli italiani".
Super-stoccata di #Draghi a #Conte: "Nei rapporti internazionali occorre essere trasparenti. Se non lo si è gli altri Paesi non sanno come il nostro Paese la pensa. Ci vuol coerenza, non capovolgimenti, giravolte. Per esempio per quanto riguarda l'#Ucraina, l'invio delle armi,
non si può votare l'invio e poi dire 'no, non sono d'accordo'. Oppure, ancora peggio: inorgoglirsi dell'avanzata ucraina dopo che si è votato e si è contro l'invio delle armi, no? Si voleva forse che l'Ucraina si difendesse a mani nude? Forse, forse era quello che si voleva".
Tra le future occupazioni di #Draghi, dopo l'esperienza a Palazzo Chigi, mi sento di consigliargli la stesura di un manuale su come tenere una conferenza stampa, evitando di cadere nelle domande tendenziose dei giornalisti.
"Io sto in alto", cit.
#Draghi cita "il segreto dell'urna" in chiusura di quella che si avvia ad essere con ogni probabilità la sua ultima conferenza stampa da premier a Palazzo Chigi. La stessa urna da cui uscirà il suo successore.
Nostalgia del futuro ne abbiamo?
Conferenza conclusa. E con essa anche la mia cronaca. Grazie a chi ha seguito #Draghi in mia compagnia, oggi e nei mesi scorsi. È stato un lungo e bellissimo viaggio. Speriamo di salpare nuovamente insieme. La speranza è l'ultima a morire.👇 steadyhq.com/it/dangelodario
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🇺🇦🇺🇸🇷🇺 PAROLE IMPORANTI SULL'ASSE WASHINGTON-MOSCA
1/n "Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe".
Scelga il lettore se definire le parole di Joe #Biden sul possibile uso di armi chimiche o nucleari di Vladimir #Putin, una minaccia o un consiglio
2/n spassionato. Ma il presidente USA assicura in ogni caso: "La risposta americana sarebbe consequenziale".
Eppure c'è qualcosa di ancora più interessante rispetto all'intervista rilasciata dal presidente americano a "60 Minutes". Ed ha che fare con la risposta del Cremlino,
3/n arrivata per bocca del solito Peskov:
"Leggete la nostra dottrina, è tutto scritto lì".
Cosa dice la dottrina di Mosca? E qual è il messaggio che #Putin sta lanciando a #Biden?
Per capire bisogna analizzare il decreto firmato da Vladimir Vladimirovich il 2 giugno 2020:
1/n Pensavano di avere più tempo, a Taipei.
Era il 2049 l'anno che la #Cina aveva indicato per mettere le mani su ciò che ritiene di sua proprietà: l'isola di #Taiwan. "Riunificazione", è l'ordine di #XiJinping: se pacifica meglio, ma pure con la forza se servirà. Ed è questa la
2/n novità delle ultime ore: secondo il vicedirettore della CIA, David Cohen, il leader cinese avrebbe comunicato ai suoi militari che intende avere la capacità di prendere il controllo di #Taiwan con la forza entro il 2027.
Capacità non significa volontà di agire, vuol dire però
3/n poterlo fare. #XiJinping, ha detto il numero 2 dello spionaggio USA, "non ha deciso di prendere" #Taiwan con la forza entro il 2027, "ma ha chiesto ai suoi militari di metterlo in una condizione in cui, se sarà quello che vuole fare, sarà in grado di farlo".
1/n DOCUMENTO ECCEZIONALE.
Yevgeniy #Prigozhin, lo "chef di #Putin", fondatore del Gruppo #Wagner impegnato nel tentativo di arruolare detenuti per la guerra in #Ucraina.
Conferma anzitutto un dato: #Mosca non vuole la #pace, piuttosto si preoccupa di assoldare nuovi mercenari.
2/n "Rappresento una Compagnia Militare Privata", si presenta #Prigozhin, che ammette: "La guerra è difficile. Non è come la guerra afghana o la guerra cecena. Ho spese per le munizioni due volte e mezzo più alte che a Stalingrado".
Ai prigionieri che lo guardano in silenzio,
3/n l'uomo del Cremlino promette uno scambio che la stessa legge russa non consente: la commutazione delle pene detentive in cambio del servizio mercenario: "Nessuno tornerà dietro le sbarre", assicura #Prigozhin. Ma patti chiari amicizia lunga: "Il primo peccato è la diserzione.
E PUTIN DISSE A TRUMP: "ISRAELE DOVREBBE CHIAMARSI COL TUO NOME, DONALD"
1/n Volete fare un giro sulle montagne russe, letteralmente?
Perché questa è la sensazione provata da coloro che hanno vissuto da vicino la presidenza #Trump, da quanti hanno potuto osservare un presidente
2/n 🇺🇸 alle prese con quella che "The Divider - #Trump in the White House 2017-2021", descrive come "una cotta da scolaretto" nei confronti di Vladimir #Putin.
Oltre 300 interviste originali, diari privati, e-mail, chat e altri documenti: sono alcune delle fonti su cui si basa
3/n il libro in uscita la prossima settimana scritto a quattro mani da Peter Baker e Susan Glasser, marito e moglie, rispettivamente corrispondente capo del "New York Times" alla Casa Bianca e penna del "New Yorker". Materiale incendiario, come emerso dalle anticipazioni.
1/n George #Friedman, probabilmente l'analista geopolitico più importante al mondo, ha firmato oggi un editoriale molto interessante/inquietante sulla guerra in #Ucraina. Anzi, sulla guerra e basta.
È proprio Friedman, infatti, a spiegare come durante la Seconda Guerra Mondiale
2/n bastasse dire "la guerra" perché gli altri sapessero di cosa si stava parlando. "Siamo arrivati allo stesso punto con la guerra russo-ucraina", scrive Friedman, e "non è quello che i russi si aspettavano che accadesse".
Cosa pensava il Cremlino? Pensava di condurre una guerra
3/n lampo, considerando lo strapotere del suo esercito sulle capacità di difesa di #Kyiv. D'altronde, spiega Friedman, "poche nazioni iniziano una guerra presumendo di perdere. Iniziano le guerre con la stessa aspettativa: colpire duro e tornare a casa per Natale".
🚨 Attenzione.
Sarebbero in corso scontri al confine tra #Azerbaijan e #Armenia.
2/n Conferme. Ministero Difesa #Armenia:"Il 13 settembre, alle 00:05, unità delle Forze Armate azere hanno iniziato a bombardare intensamente le posizioni armene con artiglieria e armi di grosso calibro in direzione di #Goris, #Sotk e #Jermuk. Il nemico utilizza anche droni".
3/n #Azerbaijan:"Le forze armate 🇦🇲 hanno commesso provocazioni su larga scala verso Dashkasan, Kalbajar e Lachin. Le nostre forze stanno rispondendo. La leadership militare e politica dell'#Armenia si assume tutte le responsabilità per le provocazioni, gli scontri e le perdite".