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L'#Iran potrebbe attaccare obiettivi americani, israeliani e/o sauditi come rappresaglia per il ruolo svolto da questi Paesi - secondo la narrazione del regime di #Tehran - nell'alimentare le proteste per la morte di #MahsaAmini.
2/n A fare questa valutazione è l'Institute for the Study of War sulla base della retorica utilizzata dai leader militari iraniani nelle scorse ore.
Alti ufficiali, appartenenti tra gli altri ai Guardiani della Rivoluzione e all'esercito tradizionale, hanno infatti accusato USA,
3/n Israele e Arabia Saudita di aver fomentato le proteste, giurando "vendetta". Contenuto e natura della dichiarazione suggeriscono che i capi degli organismi militari e di sicurezza coinvolti abbiano avallato il rilascio della stessa: ergo, l'escalation è concordata.
4/n L'ipotesi è che il regime possa utilizzare le sue milizie per procura e i suoi partner in Iraq, Siria, Libano, Palestina e Yemen per attaccare le forze statunitensi e i partner regionali degli americani.
Attenzione però a quanto potrebbe accadere da qui a poche ore.
5/n A partire da domani, le manifestazioni di piazza potrebbero infatti aumentare di dimensioni e di portata. I membri della facoltà della #SharifUniversity ricorderanno la violenta repressione avvenuta nel campus universitario la settimana scorsa. Alcuni gruppi studenteschi
6/n stanno invitando anche i docenti a prendere posizione apertamente contro il regime.
Sui social media iraniani si commemorano in particolare le giovanissime Sarina Esmael #Zadeh e Nika #Shakarami, entrambe brutalmente uccise dalle forze di sicurezza iraniane, entrambe
7/n ora da onorare con coraggio, come avvenuto per #MahsaAmini. Perché il loro sacrificio non sia vano. La stessa Mahsa Amini la cui memoria è stata definitivamente oltraggiata dal regime. Nei giorni scorsi era stato Hezbollah, il partito libanese foraggiato da Tehran, a
8/n divulgare la teoria del complotto per la quale la ragazza iraniana si sarebbe suicidata in combutta con agenti israeliani: il tutto al fine di scatenare disordini nel Paese. Follia pura, cui si aggiunge ora la versione del dipartimento di medicina legale, secondo cui la
9/n giovane sarebbe morta a causa di una "malattia pregressa". Tesi meglio chiarita da un servizio della tv di Stato iraniana, per la quale la morte di Mahsa sarebbe legata ad "un intervento chirurgico per un tumore al cervello all'età di 8 anni".
Una malattia che le ha
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consentito di vivere fino a 22 anni, salvo deflagrare sotto i colpi della polizia "morale", per un velo messo male, potremmo concludere. steadyhq.com/it/dangelodario
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Molti di voi mi chiedono come mai sui media italiani, soprattutto in tv, venga dato poco spazio al racconto quotidiano delle proteste in #Iran. La risposta è che non lo so. Non so come onestamente si possa ignorare un movimento che sta gonfiandosi di giorno in giorno.
2/n Nelle utime ore è accaduto qualcosa di straordinario. E di inquietante per il regime. In alcune città le forze di polizia hanno deciso di porre fine alla repressione e iniziato a sfilare insieme ai manifestanti. Non è una scena totalmente nuova: è una dinamica simile a quella
3/n che si vide nel 1979 con la Rivoluzione Islamica.
Una delle maggiori perplessità rispetto alla capacità del movimento di protesta di ottenere risultati è stata fin dall'inizio il fatto che esso fosse privo di una guida politica, di un'organizzazione in grado di coordinare gli
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Hanno preso la scena cult del film "Le ali della libertà" con Morgan Freeman, l'hanno mescolata con "#Baraye" del cantante Shervin Hajipour, "inno" delle proteste contro il regime in #Iran.
Hanno realizzato un capolavoro.
2/n Nella pellicola originale il protagonista della scena spiega: "Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell'aria.
E per un brevissimo istante tutti gli uomini di quella prigione si sentirono liberi".
3/n Allo stesso modo la canzone "Baraye", traducibile in italiano con "Per", sta ispirando milioni di persone dentro e fuori l'#Iran.
Troppo, evidentemente.
Prova ne sia l'arresto, pochi giorni fa, dell'interprete da parte del regime di #Tehran.
Incredibili immagini dell'esplosione del ponte #Kerch, che collega #Russia e #Crimea.
Mykhailo Podolyak, consigliere politico del presidente Volodymyr #Zelensky, ha lasciato intendere che dietro l'attacco c'è l'Ucraina: "La Crimea, il ponte, l'inizio", ha twittato.
Vladimir #Putin ha ordinato che sia creata una commissione governativa dopo l'esplosione del #ponte che collega la #Russia e la #Crimea. Intanto Mosca fa sapere che le fiamme sono state spente.
In merito all'incendio del ponte di #Crimea "serve sicuramente una risposta forte e la daremo ma non c'è bisogno di correre, bisogna calcolare tutto nei minimi dettagli, ora l'importante è non cedere alle emozioni". Andrey Gurulev, membro del Comitato di difesa della Duma russa.
BIDEN E I 3 SEGNALI (QUASI) NASCOSTI LANCIATI A PUTIN: WASHINGTON CERCA LA PACE
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Nessuno dica che l'America non vuole la pace. Nessuno dia a Joe #Biden del "guerrafondaio". Negli ultimi giorni da Washington sono partiti chiari segnali diretti al Cremlino: se Vladimir #Putin
2/n vuole la pace, è il momento di prendersela.
Il dialogo tra potenze assomiglia spesso ad una danza scandita da precisi rituali. Per intenderci: non vedrete il presidente americano recarsi a Mosca tenendo fra le mani un ramoscello d'ulivo. Ma i canali diplomatici sono attivati,
3/n i messaggi necessari inviati. Nelle ultime ore se ne contano almeno tre di straordinaria importanza. Uno è stato pubblicato in prima pagina sul New York Times. Le agenzie di intelligence USA hanno infatti scientemente fatto trapelare la propria presa di distanza rispetto
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George #Friedman è forse il più importante analista di geopolitica al mondo.
Nel suo ultimo intervento, da leggere, rileggere, studiare, si domanda: "Cosa sta pensando la #Russia?".
A porsi questo quesito sono ogni giorno i leader occidentali e i loro strateghi.
2/n Perché se è chiaro il motivo per cui la guerra è iniziata, lo è meno il punto in cui essa potrebbe approdare.
Friedman spiega: "Mosca voleva profondità strategica". Traduco: voleva usare l'#Ucraina come Stato-cuscinetto, iato fra sé e la #NATO. Da allora però, scrive
3/n l'analista, "nulla di ciò che la #Russia ha fatto è stato chiaro". Pensiamo alle sconfitte subite dall'esercito 🇷🇺in questi mesi. Tutti conosciamo il detto: "Ha perso una battaglia, non la guerra". Il ragionamento è il seguente: in un conflitto è fisiologico incappare in
USA E SEUL: 4 MISSILI IN RISPOSTA A KIM. UNO SI SCHIANTA PER ERRORE, CHIESTA RIUNIONE ONU 1/n La risposta allo scellerato sorvolo del #Giappone da parte del missile balistico di Kim Jong-un è arrivata. Ed è stata anche più roboante delle attese. USA e Corea del Sud hanno lanciato
2/n poche ore fa 4 missili terra-terra nel Mar del Giappone contro bersagli simulati.
Secondo John Kirby, portavoce Consiglio di sicurezza nazionale USA, il lancio è stato pensato per dimostrare che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno "le capacità militari pronte a rispondere
3/n alle provocazioni del Nord".
Qualcosa però è andato storto. Quella nel video è la base aerea di #Gangneung, dove è schierato il 18° stormo dell'Aeronautica Militare Sud Coreana. È andata a fuoco, colpita proprio da uno dei missili sparati da Seul. Per fortuna nessuna vittima.