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Hanno preso la scena cult del film "Le ali della libertà" con Morgan Freeman, l'hanno mescolata con "#Baraye" del cantante Shervin Hajipour, "inno" delle proteste contro il regime in #Iran.
Hanno realizzato un capolavoro.
2/n Nella pellicola originale il protagonista della scena spiega: "Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell'aria.
E per un brevissimo istante tutti gli uomini di quella prigione si sentirono liberi".
3/n Allo stesso modo la canzone "Baraye", traducibile in italiano con "Per", sta ispirando milioni di persone dentro e fuori l'#Iran.
Troppo, evidentemente.
Prova ne sia l'arresto, pochi giorni fa, dell'interprete da parte del regime di #Tehran.
4/n Il 25enne è stato poi rilasciato dietro il pagamento di una cauzione. Tornato in libertà, in un post su Instagram, Hajipour ha ringraziato i suoi sostenitori ed espresso il suo amore per l'#Iran, giurando di non andarsene. Non è passata tuttavia inosservata la riga in cui
5/n denunciava l'uso politico improprio della sua canzone al di fuori del Paese.
Sono in tanti a credere che il regime gli abbia imposto di prendere le distanze dalle proteste.
6/n Le parole della sua canzone, d'altronde, sono chiarissime:
"Per poter ballare per strada.
Per il timore nell’attimo di un bacio.
Per mia sorella, per tua sorella, per le nostre sorelle.
Per cambiare i cervelli marci.
Per la vergogna dell’incapacità di mantenersi, per essere
7/n senza soldi.
Per il desiderio di una vita normale.
Per il ragazzo che si tuffa nel cassonetto e per i suoi sogni.
Per questa economia organizzata
Per quest’aria inquinata
Per la via Valiasr e i suoi alberi stanchi e morenti
8/n Per Piruz e la sua possibile estinzione
Per il massacro dei cani innocenti
Per queste lacrime senza fine
Per il sogno di un momento che non si ripeterà mai più
Per i volti sorridenti
Per gli studenti, per il futuro
Per questo paradiso che vi viene imposto
9/n Per l’élite intellettuale imprigionata
Per i bambini afghani discriminati
Per ognuno di questi “per”
Per tutti questi vuoti canti di propaganda
Per le case in macerie, che crollano come un castello di carte
Per la sensazione di pace
Per il sole dopo lunghe notti
10/n Per tutte le pillole per i nervi e l’insonnia
Per gli uomini, la patria e la prosperità
Per le ragazze che vorrebbero essere ragazzi
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà".
La canzone è stata pubblicata il 28 settembre. #MahsaAmini è
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stata uccisa il 16 settembre. Solo un caso? Io non credo.
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1/n Di Maio ne ha combinate tante in questi anni alla Farnesina, ma se è vero quello che ha raccontato il premier albanese Edi Rama, e non ho motivo di credere il contrario, gli va dato atto di essere stato, almeno in quell'occasione, una persona più che un politico all'altezza.
2/n Rama ha svelato: "Se io sono un albanese-italiano, Di Maio è un napoletano-albanese: abbiamo fatto insieme un'operazione di contrabbando". A cosa si riferiva il primo ministro di Tirana? Rama ha detto che nel periodo in cui il Covid colpiva duramente l'Albania "non avevamo
3/n nessun vaccino e la pressione era altissima. La gente aveva paura di morire come pesci fuori dall'acqua ma non potevamo avere il vaccino. Ho chiesto a Luigi: ci potete dare un quantitativo simbolico ma per noi importante per cominciare a fare i vaccini a medici e infermieri?
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Molti di voi mi chiedono come mai sui media italiani, soprattutto in tv, venga dato poco spazio al racconto quotidiano delle proteste in #Iran. La risposta è che non lo so. Non so come onestamente si possa ignorare un movimento che sta gonfiandosi di giorno in giorno.
2/n Nelle utime ore è accaduto qualcosa di straordinario. E di inquietante per il regime. In alcune città le forze di polizia hanno deciso di porre fine alla repressione e iniziato a sfilare insieme ai manifestanti. Non è una scena totalmente nuova: è una dinamica simile a quella
3/n che si vide nel 1979 con la Rivoluzione Islamica.
Una delle maggiori perplessità rispetto alla capacità del movimento di protesta di ottenere risultati è stata fin dall'inizio il fatto che esso fosse privo di una guida politica, di un'organizzazione in grado di coordinare gli
Incredibili immagini dell'esplosione del ponte #Kerch, che collega #Russia e #Crimea.
Mykhailo Podolyak, consigliere politico del presidente Volodymyr #Zelensky, ha lasciato intendere che dietro l'attacco c'è l'Ucraina: "La Crimea, il ponte, l'inizio", ha twittato.
Vladimir #Putin ha ordinato che sia creata una commissione governativa dopo l'esplosione del #ponte che collega la #Russia e la #Crimea. Intanto Mosca fa sapere che le fiamme sono state spente.
In merito all'incendio del ponte di #Crimea "serve sicuramente una risposta forte e la daremo ma non c'è bisogno di correre, bisogna calcolare tutto nei minimi dettagli, ora l'importante è non cedere alle emozioni". Andrey Gurulev, membro del Comitato di difesa della Duma russa.
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L'#Iran potrebbe attaccare obiettivi americani, israeliani e/o sauditi come rappresaglia per il ruolo svolto da questi Paesi - secondo la narrazione del regime di #Tehran - nell'alimentare le proteste per la morte di #MahsaAmini.
2/n A fare questa valutazione è l'Institute for the Study of War sulla base della retorica utilizzata dai leader militari iraniani nelle scorse ore.
Alti ufficiali, appartenenti tra gli altri ai Guardiani della Rivoluzione e all'esercito tradizionale, hanno infatti accusato USA,
3/n Israele e Arabia Saudita di aver fomentato le proteste, giurando "vendetta". Contenuto e natura della dichiarazione suggeriscono che i capi degli organismi militari e di sicurezza coinvolti abbiano avallato il rilascio della stessa: ergo, l'escalation è concordata.
BIDEN E I 3 SEGNALI (QUASI) NASCOSTI LANCIATI A PUTIN: WASHINGTON CERCA LA PACE
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Nessuno dica che l'America non vuole la pace. Nessuno dia a Joe #Biden del "guerrafondaio". Negli ultimi giorni da Washington sono partiti chiari segnali diretti al Cremlino: se Vladimir #Putin
2/n vuole la pace, è il momento di prendersela.
Il dialogo tra potenze assomiglia spesso ad una danza scandita da precisi rituali. Per intenderci: non vedrete il presidente americano recarsi a Mosca tenendo fra le mani un ramoscello d'ulivo. Ma i canali diplomatici sono attivati,
3/n i messaggi necessari inviati. Nelle ultime ore se ne contano almeno tre di straordinaria importanza. Uno è stato pubblicato in prima pagina sul New York Times. Le agenzie di intelligence USA hanno infatti scientemente fatto trapelare la propria presa di distanza rispetto
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George #Friedman è forse il più importante analista di geopolitica al mondo.
Nel suo ultimo intervento, da leggere, rileggere, studiare, si domanda: "Cosa sta pensando la #Russia?".
A porsi questo quesito sono ogni giorno i leader occidentali e i loro strateghi.
2/n Perché se è chiaro il motivo per cui la guerra è iniziata, lo è meno il punto in cui essa potrebbe approdare.
Friedman spiega: "Mosca voleva profondità strategica". Traduco: voleva usare l'#Ucraina come Stato-cuscinetto, iato fra sé e la #NATO. Da allora però, scrive
3/n l'analista, "nulla di ciò che la #Russia ha fatto è stato chiaro". Pensiamo alle sconfitte subite dall'esercito 🇷🇺in questi mesi. Tutti conosciamo il detto: "Ha perso una battaglia, non la guerra". Il ragionamento è il seguente: in un conflitto è fisiologico incappare in