Il 29 luglio Ciampi invitò a cena Umberto Bossi con Roberto Maroni e Francesco Speroni. La Lega teneva il governo sotto pressione, chiedeva elezioni al più presto, incolpava Ciampi di tutto. Lui rispose con questo invito a cena. E Maroni uscì entusiasta. 
Non sappiamo cosa raccontò Ciampi a Maroni e cosa avesse in testa Ciampi una volta tornato alla sua scrivania. Il governo era di transizione, certo, ma si doveva approvare una manovra. E stava nascendo in un clima paradossale.
Il governo aveva voti da 100 parlamentari inquisiti. Deputati e senatori che avrebbero fatto carte false per conservare il posto. Ciampi li "ricattava". Voi votate la mia azione di governo e io vi tengo aperta la bombola d'ossigeno. Ma poteva durare?
Con la finanziaria il governo avrebbe provato a fare sul serio. Basta assumere dipendenti, basta prepensionamenti, chiudiamo almeno un Ministero, rivediamo tutti i prezzi degli appalti. Una bestemmia per vecchi democristiani, ma far cadere il governo era per loro un suicidio.
E Ciampi lo sapeva. E voleva approfittare per una rifondazione governata dello Stato. Una modifica radicale delle regole del gioco, della prassi, delle cattive abitudini. Cercando di guardare, finalmente, un'orizzonte più lontano.
Sarebbe bastato un nonnulla con quel debito pubblico, una ventata di inflazione e gli interessi sarebbero saliti. Sapeva che l'unico modo per uno Stato di sopportare quel debito era produrre ricchezza. Lui lo sapeva.
Lo sapevano tutti. Anche quelli che per un decennio avevano speso soldi pubblici per mandare in pensione i quarantenni, per dare false invalidità per aiutare amici e incassare tangenti.
Lo sapevano bene coloro che avevano continuato a perseguire consenso anziché equità.
(FINE)
Lo sapevano bene coloro che avevano continuato a perseguire consenso anziché equità.
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#MdT 1983/1993 - E qui finisce il racconto dei dieci anni che (secondo il mio modesto parere) hanno contribuito a distruggere i conti di questo Paese. Logica conseguenza di governi che avevano perseguito solo un obiettivo: il consenso.
In quei dieci anni la Dc e il Psi avevano usato la spesa pubblica per scopi elettorali. Non avevano pensato al futuro, non avevano pensato ai conti che avrebbero lasciato in eredità.
Qualcuno ritiene quegli anni "i migliori anni della nostra vita" e rimpiange quelle degenerazioni. Non giudico. Molti di loro nemmeno li hanno vissuti quegli anni. Comunque auguri.
In fondo le nuove promesse dei politici di oggi non sono molto diverse da quelle di allora.
In fondo le nuove promesse dei politici di oggi non sono molto diverse da quelle di allora.
Per carità, la seconda Repubblica ha deluso molto e di questo passo la terza sarà anche peggio. Perchè, come ha detto un vecchio socialista un anno fa, noi politici della Prima Repubblica forse eravamo nani, ma giganti in confronto ai politici di oggi.
