Thread by @JohannesBuckler

Oggi parliamo dei detenuti nelle carceri italiane e in particolare dei detenuti stranieri.
I dati sono del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria aggiornati al 2017.

I cittadini stranieri in Italia pur rappresentando circa l’8,5% sul totale della popolazione, nel panorama carcerario italiano, rappresentano una percentuale molto più alta.

Quella straniera è, dunque, una componente significativa nel sistema carcerario italiano. Ma, esaminando le motivazioni, si può affermare che agli stranieri presenti non si può imputare una maggiore propensione al crimine. La realtà infatti è molto più complessa.

Per dare una giusta valutazione dobbiamo partire dal 1990 e tutte le leggi sull’immigrazione. (Martelli, Turco-Napolitano, Bossi-Fini). Perché hanno dato tutti il loro nome alla legge? Per poterne capitalizzare gli esiti al momento del voto, naturalmente.

Con la nuova legge sull’immigrazione del 2002 (la Bossi-Fini) c’è il definitivo accostamento del tema immigrazione a quello della sicurezza e della criminalità. Nascono nuove fattispecie incriminatrici direttamente legate ai flussi migratori.

Sarà questa legge che produrrà più ingressi nel circuito penitenziario e l’inottemperanza all’obbligo di espulsione del Questore (sì avete capito bene). Da allora i detenuti immigrati continueranno a crescere in misura percentuale ben maggiore rispetto agli italiani.

La % di stranieri in carcere è molto influenzata da fattori normativi e sociali, specialmente per chi è in Italia come irregolare.
Nel nostro sistema carcerario si contano provenienze da più di 100 paesi. I più rappresentati il Marocco, la Romania e l’Albania .

I detenuti italiani in carcere senza una condanna definitiva rappresentano circa il 32 per cento del totale dei detenuti italiani. Gli stranieri in assenza di una condanna definitiva sono il 42,4 per cento. Per i nigeriani (61 per cento), gambiani (66 per cento) e pakistani (57).

Si comprende quindi che gli stranieri, più degli italiani, sono destinatari di misure cautelari di custodia in carcere. I motivi? Sicuramente la difficoltà ad accedere a una tutela legale qualificata e l’impossibilità di poter contare su legami stabili con il mondo esterno.

Questo comporta un più facile ingresso in carcere e a una più difficile uscita tramite accesso alle misure alternative.

Altro dato. Al crescere della gravità del reato diminuisce l’incidenza della componente straniera. All’aumentare della pena inflitta (e dunque della gravità del fatto commesso ) corrisponde una diminuzione della percentuale degli stranieri sulla popolazione carceraria totale.

Il 46 per cento dei detenuti stranieri infatti ha una condanna a meno di un anno, e sono circa il 6 per cento del totale quelli condannati all’ergastolo.
I dati confermano che gli stranieri sono quasi assenti tra i condannati a pene dai 20 anni di reclusione in su.

l numero di detenuti stranieri inoltre è trascurabile per reati riconducibili alla criminalità organizzata.
I reati contro il patrimonio imputati agli stranieri sono commessi per la maggior parte da cittadini di Romania.
I reti mafiosi invece sono un tipico prodotto italiano.

Qualcuno ha proposto di prendere i detenuti stranieri e rimandarli a casa loro a scontare la pena. Lasciate perdere. Il trasferimento di detenuti stranieri è regolamentata dalla Convenzione di Strasburgo del 1983, (firmata dall’Italia nel 1989)

Uno straniero può essere trasferito solo in specifiche condizioni. Se per esempio lui non vuole, la cosa finisce lì. Il Regno Unito ha offerto soldi e fatto accordi con alcuni Paesi per “svuotare” le proprie carceri. Non ha funzionato. I risultati sono stati scarsi.

In conclusione. Molti stranieri sono in carcere perchè usufruiscono meno di misure alternative a causa di meno risorse economiche, linguistiche, tecniche, sociali.
I dati dimostrano che più integrazione = più sicurezza.
La Bossi-Fini non facilita l'integrazione. Ecco.