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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Cesare Terranova è nato a Palermo nell'agosto del 1921. Tornato dalla guerra e dalla prigionia era entrato in magistratura. Poi Pretore a Messina. Nel 1958 si era trasferito al tribunale di Palermo, avviando i celebri processi di mafia contro Liggio e altri boss mafiosi.
Poi a Marsala è Procuratore della Repubblica e svolge numerose indagini. Eletto deputato, diviene componente della Commissione parlamentare antimafia. Alcune sentenze di condanna di mafiosi vengono annullate. Molti tornano liberi e alzano il livello di scontro contro lo Stato.
Nel 1979, terminato il mandato parlamentare, Cesare Terranova decide di tornare "a Palermo per terminare il lavoro che aveva cominciato". Diventa così Consigliere della Corte di Appello a Palermo
#MdT 25/09/1979 - ore 8,30. La Fiat 131 di scorta è arrivata sotto casa del giudice per portarlo a lavoro. Cesare Terranova si mette alla guida della vettura. Accanto a lui si siede il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso, uomo della sua scorta che lo segue da 20 anni
Già. Lenin Mancuso. Era nato dopo la marcia su Roma, e suo padre, socialista iscritto poi al Pci quando fu fondato, lo aveva chiamato “Lenin” apposta. Nel 1943 era entrato nella Squadra mobile di Palermo e lì era rimasto tutta la vita, raggiungendo il grado di maresciallo.
Lenin aveva incontrato Cesare Terranova durante la guerra di mafia più estesa, brutale, gonfia di sangue. Una guerra che era sfociata con le condanne a Liggio, Buscetta e a Gerlando Alberti
L'auto imbocca una strada secondaria. Come ogni giorno. Nessuno in giro, stranamente. Perché mai è bloccata da transenne di lavori in corso? Il giudice Terranova non fa in tempo a intuire il pericolo. Da un angolo sbucano alcuni uomini.
Hanno una carabina automatica Winchester e due di revolver calibro 38. E sparano. Sparano. Cesare ingrana la retromarcia per scappare da quell’inferno. Il maresciallo Mancuso impugna la Beretta di ordinanza per cercare di sparare. Invano
Cesare e Lenin sono in auto, con i proiettili in corpo. Ai killer non basta. Si avvicinano e sparano a entrambi un colpo alla testa. Il colpo di grazia. Eppure Lenin Mancuso non muore subito. Morirà più tardi, in ospedale. Dopo alcune ore di agonia.
Era stato Luciano Liggio a decidere l'assassinio del giudice. Con Michele Greco, Brusca, Pippo Calò, Madonia, Totò Riina e Bernardo Provenzano. Gli esecutori materiale erano Gambino, Puccio, Giuseppe Madonia e Leoluca Bagarella.
Il primo marzo 1978 Cesare Terranova aveva ascritto una lettera alla moglie Giovanna. Questo un passaggio
#MdT 25/09/1980 – Oggi doveva essere un giorno particolare. Al palazzo fra la via Rutelli e via De Amicis. Davanti al quale sono stati uccisi Cesare Terranova e Lenin Mancuso. E' prevista una targa di ricordo.
Non sarà possibile. I condomini non hanno voluto quella targa.
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