Thread by @JohannesBuckler

Ieri vi ho raccontato dell’uccisione di Giuseppe Saporito, 35 anni. Ricordate? Ucciso da una guardia giurata mentre era in macchina, sequestrato da un terrorista, con il figlio Davide di due anni sul sedile posteriore.

Quando leggo che qualcuno definisce mitici “gli anni ‘70” mi cadono le braccia. E mi cade tutto il resto quando qualcuno dice che a Milano con c’è mai stata tanta criminalità come adesso. Mi chiedo dove abbiano vissuto. Sempre che abbiano almeno l’età per poter giudicare.

Perchè, in verità, negli anni ‘70 Milano era definita la “Chicago” italiana.

“Ma erano esagerati, dai. Io non credo. Erano anni bellissimi"

Negli anni ’70 a Milano imperversano tre personalità (criminali) di spicco. Uno era Renato Vallanzasca, il “Renèe della Comasina”. Un altro era Francis Turatello, “faccia d’angelo”, il bandito gentiluomo. E poi Draga Petrovic, che controllava il gioco e le bische clandestine.

A Milano c'era una malavita da far paura. La gente aveva paura ad uscire la sera, niente ristoranti o cinema dove le rapine erano all’ordine del giorno.

Ma era bellissimo. In fondo, chiusi in casa, era un modo per stare un po’ con la tua famiglia.

Erano bellissimi gli anni ’70 a Milano. Ma che dico bellissimi. Di più.

I sequestri di persona gestiti dalla ’ndrangheta e da bande locali in quegli anni furono elevati a industria. 150 i sequestri in quegli anni. Un numero impressionante.

Niente era immune dalla violenza. Banche, Poste, gioiellerie, supermercati, negozi, appartamenti. Non passava giorno senza una rapina, senza feriti e morti.

Giuseppe Saporito era stato ucciso il 3 novembre 1977. Ma in quell’anno furono molti gli omicidi. Per esempio Paolo Palmieri. 42 anni, cameriere all’”Antica Ostaria La Gobba", in via Padova a Milano.

Ada Fornaro, 20 anni, parrucchiera prossima alle nozze.

Luigi Galbiati, 45 anni, commerciante all’ingrosso di carni.

E potrei continuare.
E poi regolamenti di conti continui. Sparatorie ogni giorno.

E molti di voi ricorderanno la strage avvenuta a Dalmine. Un “fatto milanese”, con la banda Vallanzasca protagonista.

Ma non esisteva solo la malavita dilagante. Erano bellissimi gli scontri verbali tra i giovani di destra e quelli di sinistra. Va beh, una volta esauriti i vocaboli erano passati alle spranghe. Esaurite pure quelle erano passati alle pistolettate.

Tu eri uno studente di destra di 19 anni, uscivi di casa, e altri studenti di sinistra, non essendo d'accordo con le tue idee, ti fracassavano la testa con delle chiavi inglesi.

Eri uno studente di sinistra e studenti di destra (che non erano d’accordo con le tue idee) ti tiravano qualche pistolettata e chi si è visto si è visto.
Se invece eri un carabiniere le botte e le pistolettate le prendevi sia da destra che da sinistra. Per par condicio.

Per gli ospedali milanesi furono 10 anni di terrore. Un’escalation di minacce iniziata con letti gettati dalle scale. Le Brigate Rosse volantinavano nei reparti. Infermieri gambizzati, direttori sanitari assassinati.

Le Brigate Rosse rapinavano gli stipendi dei medici e incendiavano le auto dei primari. Sparavano a un capo infermiere e ne gambizzavano due al Policlinico, Al Niguarda piazzavano un chilo di tritolo, così, tanto per gradire. (fortunatamente con un difetto all’innesco)

Sì, erano bellissimi gli anni ’70.