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#MdT 04/12/1943 – Le avevano detto di andarsene, di scappare, ma lei, Emma, non ne aveva voluto sapere.
Chi mai avrebbe voluto fare del male ad una donna di 67 anni e a sua figlia Anna, 30 anni, con una rara e grave forma di epilessia.
Abitano ad Este, in via Macello. Sono uscite di casa e si sono incamminate al loro negozio di mercerie in via Roma.
E’ sabato e al sabato ad Este ci sta il mercato. Poche bancarelle.
Tempi magri per il commercio. La guerra dura ormai da tre anni.
Però il Natale si avvicina.
“Forse ci scappa qualche soldo”, per questo le due donne hanno abbellito la vetrina con le statuine del presepe.
Hanno appena aperto quando vedono entrare un carabiniere.
Si vede che è impacciato.
Anche quando dice loro che ha l’ordine di accompagnarle in caserma
Hanno chiuso il negozio.
E poi lo hanno seguito. Emma ha compreso. E' arrivato quel momento.
Da quel 30 novembre quando aveva sentito alla radio il ministro dell’Interno Buffarini Guidi dire che aveva deciso di istituire campi di concentramento per gli ebrei italiani.
Già, perchè Emma e Anna sono ebree.
Emma ricorda bene quando era arrivata ad Este da Ferrara con il marito Arturo. A Ferrara avevano aperto un negozio di stoffe e lì erano nati i loro figli. Anna e Umberto Primo,
Erano ebrei, ma non avevano mai avuto problemi. Solo scherzi. Se "scherzi" si possono chiamare quando passavano per strada e i ragazzi impugnavano una falda della giacca come un orecchio di maiale.
I ragazzi si divertivano così con gli ebrei.
Anna si era iscritta nelle Giovani Italiane, Umberto nel Partito Fascista. E poi la malattia di Anna e il licenziamento di Umberto dopo le leggi razziali.
E ora erano in una caserma per quella circolare che, ad essere sinceri, nemmeno al capitano Palumbo piaceva.
Ma gli ordini sono ordini. Sa che i maschi ebrei sono già tutti nascosti. Sono rimaste le donne.
Ha concesso alle donne di andare a dormire da un’amica, la Clara Lelli.
Otto di mattina.
I carabinieri sono arrivati per portarle al campo di concentramento.
Il campo di Vo’.
Ci volle poco più di mezz’ora per arrivare alla villa.
Sì, perchè come sede del campo era stata scelta villa Venier a Vo'.
Una bellissima villa seicentesca con un bellissimo giardino recitato (per quello era stata scelta).
In affitto alle suore elisabettine di Padova.
Era stata requisita, ma le suore potevano rimanere al primo piano con il compito di far da mangiare ai prigionieri.
I primi ebrei erano arrivati il 3 dicembre.
Il 6 erano già 35, in seguito 60.
Erano quasi tutti anziani, donne e bambini. E c'era Anna, che era malata.
E qui termina la prima parte.
Uno degli obiettivi del programma fascista si stava realizzando.
Perchè "Gli ebrei sono stranieri, nemici della nazione Italia".

Al prossimo thread.
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