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Il 23 gennaio gli USA, appoggiati dal Gruppo di Lima e da buona parte dell'Organizzazione di Stati Americani, hanno approfittto dell'escalation del conflitto venezuelano per tentare di nuovo un golpe, in linea con la Dottrina Monroe. Ció é da condannare fermamente. Detto questo
il tema é un po' piú complicato. Tra il 22 e il 23 gennaio la polizia venezuelana ha ucciso 14 persone. Dal 1991, 312 persone sono state uccise nel corso di proteste in Venezuela, 229 di esse (il 73,39%) nei soli sei anni di governo Maduro (2013-2019). Ma il dato piú interessante
é che i morti degli ultimi giorni sono stati fatti nei quartieri popolari, e son presumibilmente, almeno una parte, chavisti ammazzati dalla polizia di Maduro. Il vero dato degli ultimi tumulti infatti é che, é differenza del 2014 e parzialmente del 2017, il vero centro
della rivolta sono state le zone piú povere. Se nei quartieri agiati (in passato focolai delle "guarimbas" dell'imperialismo) ci sono state manifestazioni pacifiche, é nei barrios popolari, tradizionalmente chavisti, che ci sono stati barricate e scontri diretti con la polizia
Questo dato permette di mettere in dubbio la narrativa del regime, e dei circuiti di solidarietá internazionali costruiti negli anni dalla diplomazia bolivariana, che vede il conflitto venezuelano come uno scontro di classe: é stato cosí in passato, oggi non lo é piú. Oggi
considerarsi chavista non significa appoggiare il governo. Ampi settori popolari sono poco a poco diventati oppositori del governo: indigeni, sempre piú sotto attacco militare e paramilitare con la creazione delle nuove zone economiche speciali, diverse organizzazioni popolari,
ampi strati sociali purtroppo ancora senza una grande capacitá di articolazione politica. Senza contare che 3 milioni di venezuelani poveri, chavisti e non, hanno dovuto lasciare il paese per le condizioni di estrema miseria in cui li ha lasciati non solo la guerra economica USA
ma anche la politica economica scellerata del governo Maduro. Un governo che, per fare un esempio, ha trasformato il 12% del suo territorio, l'Arco MInero dell'Orinoco, in zona economica speciale con concessioni a imprese cinesi, russe, canadesi e pure la americana Chevron
oltre che a imprese di Stato gestite dal'esercito, oggi il vero potere forte, e mafioso e capitalista, in Venezuela. Oltretutto, si tratta della terra piú fertile del paese, e la sua totale distruuzione ha constribuito, piú ancora della guerra economica USA, alla totale crisi
alimentaria in Venezuela. Chi paragona oggi Maduro a Salvador Allende insulta la memoria di quest'ultimo. Maduro é piuttosto un Putin o un Assad. Proprio come nel caso di Assad in Siria, la guerra venezuelana é una guerra interimperialista. Proprio come in Siria, la sinistra di
classe e internazionalista é giusto che si opponga all'intervento USA, ma senza per questo appoggiare un autoritario assassino. Oggi appoggiare Maduro non solo non é giusto, ma non ha neanche senso, visto che ha le ore contate e che la prioritá e rafforzare i settori non golpisti
dell'opposizione (indigeni, lavoratori, chavisti critici). In appoggio del popolo lavoratore venezuelano! No al governo Maduro e no al golpe! Per approfondimenti sulla situazione venezuelana: lamericalatina.net/2017/05/23/il-… Sulla politica economica del governo (che presto tradurremo):
eldiplo.org/233-avanzada-f… Sulla guerra interimperialista per il controllo dei territori: lamericalatina.net/2019/01/21/ven… Sulla torsione neoliberista del governo: rebelion.org/noticia.php?id… Su alcuni scenari attuali: nuso.org/articulo/urgen… Sull'appoggio acritico e orientalista della sinistra
italiana al governo Maduro: sinistrainrete.info/politica/12627…
italiana al governo Maduro: sinistrainrete.info/%E2%80%A6/1262…, e un paio di comunicati che esprimono una posizione autonoma anti Maduro e anti golpe: pueblosencamino.org/?p=7022 e rebelion.org/noticia.php?id…
Qui il contributo dell'economista "chavista critico" Temir Porras Ponceleón: lamericalatina.net/2019/01/26/ven…
