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#MdT 01/02/1980 -Nella palazzina a due piani di via Po a Brandizzo le scale si animano di persone arrivate per il dolore di una madre e sposa che si è vista strappare il proprio uomo.
Alla vigilia di un periodo che sarebbe stato sicuramente felice dopo tutta una vita di sacrifici
A Carlo mancavano appena tre mesi per la pensione: "Aveva paura, racconta Cristina. La dissimulava bene, ma aveva paura".E non poteva essere diversamente con tutte quelle violenze che, quasi ogni giorno, si verificano dentro le fabbriche, soprattutto negli stabilimenti della Fiat
La moglie: «lo non li odio, Carlo m'ha insegnato a perdonare. Quelli sono ragazzi cattivi che non si rendono nemmeno conto di ciò che fanno».
Carlo è Carlo Ala, guardia notturna alla Framtek, un'azienda produttrice di molle legata al Gruppo Fiat.
Cristina, la figlia più anziana, arrivata sulla soglia della laurea in medicina grazie ai sacrifici dei genitori, si avvicina alla madre, le stringe il volto, la guarda negli occhi e piange sommessamente. Riceve in cambio una carezza piena d'affetto che sembra rincuorarla.
#MdT 31/01/1980 Ore 21.50, Il giorno prima. Allo stabilimento Framtek è appena arrivato il bus che ha accompagnato i 40 operai del turno di notte. Nella guardiola ci sono Carlo Ala e il collega Giovanni Pegorin, l'autista De Marchi e un agente di sorveglianza, Mario Lutri.
Dal buio escono quattro individui armati che prendono in ostaggio i sorveglianti e li spingono nella guardiola. Sbucano altri due terroristi: si dirigono verso l'infermeria e lanciano bottiglie incendiarie che esplodono. (vicino c'è la centralina del metano)
I terroristi tornano alla guardiola, fanno sdraiare Carlo e portano il collega dietro i bagni. Tornano alla guardiola e sparano dieci colpi che crivellano il povero Carlo. Sei nella gamba destra e due nella sinistra gli hanno reciso l'arteria femorale. Morirà dissanguato.
"Siamo un gruppo di fuoco comunista" avevano dichiarato durante l'assalto. L'azione verrà rivendicata dai Nuclei Comunisti Territoriali.
Carlo Ala è il primo operaio del gruppo Fiat a cadere assassinato da terroristi.
Carlo lasciò la moglie Italina e le figlie Cristina di 26 anni, Caterina di 24 e Maria Pia di 21. Vittime innocenti. Carlo era un uomo buono, non aveva mai fatto male a nessuno. Aspettava con ansia di andare in pensione per godersi la vecchiaia. Gli mancavano solo tre mesi.
Una vittima innocente, l'ennesima.
Qualcuno si sarà ricordato di lui oggi?
O è l'ennesima vittima invisibile, dimenticata da tutti?
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