Thread by @JohannesBuckler

Ieri vi ho raccontato di John Bonham, detto “Bonzo” ritenuto da molti il miglior batterista di tutti i tempi.
John Bonham faceva parte, con John Paul Jones, Jimmy Page e Robert Plant, dei Led Zeppelin.
Gruppo che si sciolse, dopo la sua morte, nel 1980.

Ora vi faccio una domanda: “Cosa hanno in comune Gianni Morandi, Lucio Dalla, NewTrolls, Ricchi e Poveri, Milva e…i Led Zeppelin?
Tranquilli. Ve lo dico io.
Hanno in comune una serata di tanti anni fa.
Una serata di ordinaria follia.

Correva l’anno 1971. Un periodo delicato nella storia del nostro Paese. Da due anni a Milano si è oltrepassato il limite di guardia. Non passa giorno senza che il centro diventi un campo di battaglia. Rossi contro neri contro carabinieri e polizia. E giù manganellate a non finire

Per quanto riguarda la musica la faceva da padrone il Cantagiro, manifestazione canora itinerante che nel 1965 era riuscita a portare in Italia, prima e unica volta, i Beatles. Tutto si era svolto quella volta senza incidenti anche per l’orario del primo spettacolo, le 16.

I Beatles si erano esibiti al Velodromo Vigorelli, uno degli impianti sportivi più importanti di Milano.
Quel 5 luglio 1971 arrivarono in Italia al Vigorelli anche i Led Zeppelin.
È la loro prima volta in Italia, I Led Zeppelin, "la nuova rivelazione dopo l’addio dei Beatles".

Parliamo della stupidità umana.
Negli ultimo nove mesi c’erano state cinque esibizioni a Milano. E per cinque volte c’erano state delle vere battaglie con arresti, feriti, vetrine e auto rotte. Una vera guerriglia. E cosa ti vanno a organizzare? I Led Zeppelin a Milano.
Va beh.

Quando Ezio Radaelli comunicò la scaletta (i Led zeppelin per ultimi) gli artisti nostrani dissero che era una follia. “Andrà tutto benissimo” dissero gli organizzatori. Tranquilli.
Già. “Come mettere la marmellata sulla pizza” disse qualcuno.
Ma fu molto, molto peggio.

#MdT 05/07/1971 – È una calda serata d’estate. I Led Zeppelin, i nuovi alfieri del rock duro, devono chiudere le esibizioni di Gianni Morandi, Lucio Dalla, Milva e Bobby Solo.
Al Vigorelli ci sono 15.000 fan. Il caldo è torrido, sui 30°.

Le cose iniziarono ad andare male fin da subito. Il primo a salire sul palco fu Gianni Morandi. Il primo e ultimo italiano. Perché fu accolto da bordate di fischi, ululati e insulti. E anche da oggetti lanciati dal prato.
Morandi fu costretto ad abbandonare il palco in lacrime.

Qualcosa stava accadendo però anche fuori. Centinaia di ragazzi premevano per entrare. “Autoriduttori”, contestatori che sostenevano la gratuità della musica.
Forse tutto iniziò alle 22 quando, dopo la rinuncia dei cantanti italiani, molte famiglie decisero di uscire.

A quel punto i Led Zeppelin furono costretti ad entrare per non peggiorare la situazione. Ma le cose non si calmarono. Anzi.
Fuori c'erano sassaiole, cariche della polizia, bombe molotov, lacrimogeni. Tanti lacrimogeni. E la polizia cominciò a spararne anche dentro il Vigorelli

"State calmi" continuava a ripetere il cantante del gruppo, Robert Plant. Inutilmente. Ormai era il caos. Quando due fumogeni sfiorarono il palco, anche la band inglese decise che era arrivato il momento di uscire di scena.

Dentro il Vigorelli però continuò la guerriglia. La pista venne distrutta, gli spalti devastati, il palco saccheggiato.
Una battaglia, violenta e improvvisa, ma non certo imprevedibile.

Poteva essere una strage. Come si fa a sparare fumogeni da fuori dentro al Vigorelli? Così a casaccio.
Ma qualcuno guardò giù. Il bilancio finale infatti fu di 30 feriti, metà dei quali fra le forze dell’ordine e di quindici arresti.
I danni superarono i due milioni di lire.

La “battaglia del Vigorelli” fu una delle pagine più buie nella storia della musica dal vivo internazionale.
Fu penoso poi lo scaricabarile di responsabilità del giorno dopo.
La triste conclusione?
I Led Zeppelin non tornarono mai più in Italia.