Thread by @diavolesque

Marco #Giampaolo è un decano tra gli allenatori della massima serie.

La sua preparazione tattica ne fanno un riferimento, ed osservando le sue squadre si è sempre distinto per la propensione ad imporre il proprio gioco piuttosto che adattarsi all’avversario ed attendere.

Sicuramente la Sampdoria gli ha permesso di avere più visibilità lavorando in un contesto più tranquillo, ma già ad Empoli i principi del suo gioco erano ben definiti.

Il suo gioco si contraddistingue per una ordinata e precisa occupazione degli spazi e nelle ultime stagioni ha scelto il 4-3-1-2 come modulo di riferimento.

All’interno dei principi del suo credo grande importanza viene attribuita alle mezzali, non è un caso che sotto di lui siano cresciuti #Zielinski e più recentemente #Praet.

Alla mezzala di Giampaolo viene richiesto di saper giocare sia internamente che esternamente, qualora infatti la situazione non preveda la sovrapposizione del terzino è la mezzala a doversi allargare per garantire ampiezza sul lato forte,

innescando una serie di movimenti a catena che portano il trequartista a prendere la posizione nel mezzo spazio e la seconda punta del lato debole a tagliare verso il palo opposto.

Il trequartista di #Giampaolo svolge un’importante funzione tattica, contribuendo al pressing offensivo senza palla e posizionandosi spesso molto alle spalle della linea di pressione per ricevere lo scarico dei compagni,

la sua posizione nel playbook offensivo è sempre legata ai movimenti delle mezzali, andando a completare la corretta occupazione degli spazi e cercando di posizionarsi nei mezzi spazi per andare al tiro, compito nel quale si è particolarmente distinto Saponara.

Storicamente ha sempre adottato punte molto mobili non avendo quasi mai avuto a disposizione 2 punte centrali, in grado di alternarsi nelle uscite laterali e nelle giocate di raccordo per poi tagliare senza palla nel cuore dell’area avversaria

Da qui la grande valorizzazione di punte “anomale” quali #Quagliarella e Patrick #Schick nella stagione 2016-2017

Al mediano centrale Giampaolo chiede massima semplicità e velocità di esecuzione, non deve portare palla e deve essere rapido a smistare il pallone sui terzini o in profondità sulle mezzali,

possibilmente giocando a 2 tocchi rivestendo un ruolo chiave nel ricevere lo scarico sotto la pressione avversaria.

Senza palla è altresì fondamentale andando a muoversi diagonalmente per chiudere le imbucate centrali pilotando i movimenti del reparto quando l’attacco è centrale.

I terzini di Giampaolo devono essere aperti in uscita palla per ricevere lo scarico dai centrali o dal mediano centrale,

ma a seconda dell’avversario e della situazione può decidere se mandarli in sovrapposizione entrambi, solo uno o nessuno dei due, pertanto le mezzali varieranno il proprio comportamento a seconda di queste condizioni.

Senza palla #Giampaolo a seconda dell’avversario può adottare un pressing ultra-offensivo (sempre orientato sull’uomo) come fatto ad esempio a Marassi sia contro il Milan di #Montella sia recentemente contro #Gattuso,

o attendere creando densità centrale poco prima del centrocampo, in entrambi i casi la linea difensiva è sempre posizionata alta ed aggressiva allo scopo di mantenere la squadra corta e compatta quando senza palla, il tecnico è molto attento proprio al lavoro sulla linea.

I limiti più grossi del modulo adottato dal tecnico abruzzese sono da ritrovarsi senza palla, a pressione saltata le sue squadre sono costrette a rinculare per molti metri se non trovano correttamente il tempo di aggressione sulla palla,

ma soprattutto a preoccupare è un limite intrinseco dovuto all’interpretazione del modulo scelto:

In difesa posizionale lascia quasi sempre il trequartista e le due punte più alti, andando a schierarsi con la linea da 4 in difesa e con i 3 di centrocampo a supporto,

in caso di attacco laterale la mezzala sul lato forte avversario dovrà scivolare diagonalmente per dare supporto al proprio terzino con conseguente scalata in quella direzione degli altri 2 centrocampisti,

questa situazione porta le squadre di #Giampaolo ad essere estremamente vulnerabili ai rapidi campi di gioco che portano gli avversari a poter creare superiorità dietro la mezzala opposta che a fatica riesce a recuperare la posizione in tempo per aiutare il terzino.

(vedasi la gara del San Paolo di questa stagione)

In linea generale quindi il tecnico abruzzese è chiaramente un tecnico di livello, che si è contraddistinto in realtà più piccole per un gioco spiccatamente identitario apportando a seconda dell’avversario piccole variazioni al disegno generale

ed essendo in grado di valorizzare giocatori di qualità facendone il fulcro dei propri schieramenti,

i rischi maggiori sono in via teorica da individuare nella comfort zone che #Giampaolo stesso crea, una volta trovato un equilibrio sinora il tecnico ha fallito negli sviluppi necessari a superarlo, ad esempio lasciando spesso irrisolta la fragilità alle spalle delle mezzali.

Tutto ciò tenendo presente che se arrivasse al #Milan potrebbe anche optare per un modulo diverso o per un processo di adattamento e conversione più lungo, ma all’interno dei principi che lo contraddistinguono.