, 17 tweets, 6 min read Read on Twitter
E’ vero. Ho scritto nella mia biografia che ho avuto una vita sessuale frenetica con almeno 20.000 donne.
Niente a che vedere con la mia morte a 63 anni il 12 ottobre 1999. D’infarto. Ma non è di questo che voglio parlarvi, ma di una notte magica. E del perché non fu vera gloria
Anche la sera prima avevo passato la notte con una donna. E qualche bottiglia di troppo. Ma il mio fisico me lo permetteva. E andai in campo come sempre convinto di fare del mio meglio. Quella sera del 2 marzo 1962 non fu esattamente come sempre. Perché feci molto, molto di più.
A questo punto avrei potuto lasciarvi col fiato in sospeso raccontandovi passo per passo quella serata fino alla sua formidabile conclusione.
Ma vi ho promesso di raccontarvi del perché quella notte magica non fu vera gloria.
Quindi inizierò dalla fine.
100. Su un foglio bianco. Una foto scattata dal fotografo Paul Vathis.
100 come i punti che feci quella sera del 2 marzo 1962 nella partita tra la mia squadra, i Philadelphia Warriors e i New York Knicks.
Il record di punti in una partita di basket.
Mi chiamo Wilt Chamberlain e oggi voi mi considerate uno dei migliori giocatori di pallacanestro della storia.
Alto 216 cm per 125 Kg, detengo molti record, tra cui quello dei rimbalzi in una partita, 55.
Ma torniamo a quella partita dei 100 punti.
Una premessa.
Non cercate video di quella partita. Non esistono.
Solo qualche spezzone di cronaca alla radio.
Quella sera la partita si giocò nella palestra di Hershey.
Si faceva così allora per attirare nuovo pubblico.
Gli avversari? I modestisismi New York Knicks
Ultimi a Est e già da tempo esclusi dalla lotta playoff con 45 sconfitte.
Quella sera senza il loro centro titolare, Phil Jordon, indisponibile per influenza (sapevamo tutti che era ancora in preda a d una sbronza della sera precedente). A marcarmi? Cleveland Buckner, un rookie.
Una partita senza storia.
Nel primo quarto segnai 23 punti, 18 nel secondo e 28 nel terzo, raggiungendo quota 69 all'ultimo intervallo.
Fu allora che la partita perse di significato. I miei compagni non tirarono più. Con il pubblico che urlava "Datela a Wilt, datela a Wilt"
A 46 secondi dalla sirena, segnai, finalmente, il mio 100esimo punto, quello che stabilì il definitivo 169-147 per la mia squadra.
Incredibile per una partita, tirai 63 volte.
Chiusi quella partita con 36/63 dal campo e 28/32 dalla lunetta.
Per la verità avevo già segnato 70 punti in una partita.
Parecchie volte pure 60.
In effetti chiusi la stagione con una media 50.4 punti a partita.
E 25.7 rimbalzi. Sempre a partita.
Niente male, vero?
A fine stagione superai i 4000 punti in un singolo campionato (4.029, per l'esattezza).
Segnati, con i tempi supplementari, in 48.5 minuti giocati a partita.
Perché io, in panchina, non si ci andavo mai.
Nemmeno sotto tortura.
Numeri incredibili, giocatore straordinario.
Con una dote e un problema.
La dote? Facevo canestro con due giocatori avversari attaccati alle spalle e uno ai fianchi. Sempre.
Anche se in quelle condizioni, vi assicuro, il canestro sembra spostarsi continuamente.
Il problema invece?
Quando gli avversari erano lontani, nessuno mi toccava e avevo gambe e braccia libere e canestro immobile, beh, diventava tutto più complicato per me.
Non ci crederete, ma ho sbagliato nella mia carriera 5.805 tiri liberi.
Come feci quella notte a fare un 28 su 32?
Mi vergogno un po’ a dirlo, ma non essendo capace quell’anno avevo cominciato a tirarli in un modo definito “granny shot”, il "tiro di nonna".
Li tiravo dal basso tenendo la palla all’altezza delle ginocchia.
Me lo aveva consigliato il mio allenatore Frank McGuire.
Ma sinceramente mi faceva sembrare un po’ scemo tirarli in quel modo.
E nel corso della stagione tornai a tirare i tiri liberi come tutti.
Ridiventando un pessimo giocatore in quel fondamentale.
Comunque sono stato una grande.
Ho vinto due titoli. Ho segnato 31.419 punti in 1205 partite giocate con una media di 30,1 punti a partita.
Ho vinto 7 classifiche dei marcatori, 11 volte primo ai rimbalzi e 4 nomination come miglior giocatore della Nba.
Il mio segreto? No so. So solo che dopo ogni partita ero solito tornare a casa con almeno due o tre ragazze. Magari è stato quello in mio segreto.
Le 20.000 donne di cui vi ho parlato.
Uno dei miei tanti record.
In fondo, molta gente non colleziona francobolli?
Missing some Tweet in this thread?
You can try to force a refresh.

Like this thread? Get email updates or save it to PDF!

Subscribe to Johannes Bückler
Profile picture

Get real-time email alerts when new unrolls are available from this author!

This content may be removed anytime!

Twitter may remove this content at anytime, convert it as a PDF, save and print for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video

1) Follow Thread Reader App on Twitter so you can easily mention us!

2) Go to a Twitter thread (series of Tweets by the same owner) and mention us with a keyword "unroll" @threadreaderapp unroll

You can practice here first or read more on our help page!

Follow Us on Twitter!

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just three indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3.00/month or $30.00/year) and get exclusive features!

Become Premium

Too expensive? Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal Become our Patreon

Thank you for your support!