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Dissero che avevo preso troppo alla lettera il modello evangelico.
E mi congedarono da predicatore laico solo perché ero andato a vivere nel Borinage, un miserabile centro minerario, povero tra i poveri, e mi ero preso cura dei malati predicando la Bibbia ai minatori.
Dormivo sulla paglia, aiutavo i malati e i bisognosi ai quali donavo acqua, cibo ed indumenti.
Avevano paura che il mio comportamento potesse innescare rivendicazioni sociali così, dopo i sei mesi di prova, non mi rinnovarono il contratto di catechista.
Fu allora che diedi una svolta alla mia vita.Individuai nella pittura un metodo migliore per diffondere il messaggio evangelico e per mostrare solidarietà verso quei poveri lavoratori. Disegnavo anche prima, ma in pratica iniziai a dipingere seriamente all'età di ventisette anni.
La mia vita non è stata solo questo.
Molto altro, impossibile raccontare tutto in un thread.
Non so nemmeno perché Johannes abbia scelto di raccontare questa parte della mia vita.
O forse conosco il motivo. Comunque, passiamo oltre.
Non voglio parlarvi di quel periodo, ma di una cosa che durante tutta la mia vita mi ha fatto soffrire: non ho mai avuto fortuna con l’amore.
“E’ come avere un gran fuoco nella propria anima e nessuno viene mai a scaldarvisi”.
O meglio. Molti gli amori, mai corrisposti.
Prima la ventenne figlia della padrona della casa londinese in cui alloggiavo.
Poi mia cugina Cornelia Adriana Vos-Stricker, detta Kee, rimasta vedova da poco.
Mi fece perdere la testa.
Le avanzai persino una proposta concreta di matrimonio.
Quando mi disse di no mi ustionai volontariamente una mano sulla fiamma di una lampada per dimostrarle che facevo su serio.
Fu dopo il suo rifiuto che cominciarono i primi pensieri suicidi. E continuarono anche dopo aver incontrato per strada quella donna.
Era il gennaio del 1882.
E lei una prostituta, con il volto butterato dal vaiolo ed in stato interessante.
Aveva con sé una bambina, Maria Wilhelmina, con cui condivideva la vita in strada.
Era una persona povera che aveva bisogno di tutto.
Non potevo tirarmi indietro.
“Come può esserci sulla terra una donna sola, abbandonata?”. E così la portai a casa con me, prendendomi cura di lei, della bambina e del bambino che aveva in grembo.
Le diedi una casa e lei posò per me.
Avevo 29 anni e lei si chiamava Clasina Maria Hoornik, detta "Sien".
Mi presi cura di lei per 18 mesi. In quel periodo diede alla luce un figlio, Willem, all'ospedale di Leida. Poi ricominciò a bere e contrarre da lei la gonorrea non aiutò. Volevo sposarla, ma non guadagnavo nulla e la mia famiglia minacciò di farmi interdire in caso di matrimonio
Quando Sien riprese, oltre che a bere anche a prostituirsi stanca di vivere di stenti con me, presi la decisione di interrompere quel rapporto ponendo fine all'unica relazione stabile della mia breve vita.
Non racconterò di quando mi sono tagliato il lobo dell'orecchio.
Soffrivo di allucinazioni, ma non ero veramente malato di mente anche se gli psichiatri fecero in seguito diverse diagnosi.
Schizofrenia, disturbo bipolare, sifilide, avvelenamento da piombo, epilessia, demenza
Perché mi sono sparato un colpo di rivoltella allo stomaco in un campo? Lo dissi a mio fratello Théo accorso al mio letto.
“La mia tristezza non avrà mai fine.” Poi persi conoscenza e morii quella notte stessa, il 29 luglio 1890. Mi dispiace per Théo. Impazzì e morì 6 mesi dopo.
Oggi mi definite un’icona mondiale dell’arte.
Un grandissimo.
Oggi.
Tra i 27 anni e i 37 anni, sapete quanto quadri ho dipinto? Novecento. Sapete quanti quadri sono riuscito a vendere in vita?
Uno. La vigna rossa, costringendomi ad una vita non proprio felice.
Vincent mi avevano chiamato.
Come il mio fratellino nato morto esattamente una anno prima.
E io sono morto pochi mesi dopo la nascita del figlio di mio fratelleo Theo. Che aveva chiamato Vincent.
Insomma, mai due Vincent Van Gogh vivi nello stesso momento.
Che fine ha fatto la mia Sien? Prima di lasciarmi mi aveva detto: "cosa i cattivi umori sono ancora più disperati... è destinato a finire con me che salto in acqua".
So che si è sposata nel 1901.
E che il 12 novembre 1904, a 54 anni si è gettata nel fiume Schelde, annegando.
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