Niente a che vedere con il “Salon des indépentands” che esponeva solo le opere passate al vaglio di una giuria di ammissione.
La critica non mi giudicò. Mi massacrò con giudizi al limite dell’insulto.
E i colleghi mi derisero.
Soprattutto quando girovagavo per Parigi con i miei quadri su un carretto alla ricerca di una spazio per esporre.