Era entrato in fabbrica nel 1911 come disegnatore tecnico e da allora ne aveva fatta di strada.
Solo nove anni dopo il suo arrivo era stato promosso ingegnere del reparto D.
Già. E lì che aveva dato il meglio di sé.

Ma lui aveva già trovato la soluzione.
Un forno di 4 piani completo di nastri trasportatori destinati ad aumentare drasticamente la velocità di smaltimento.
La sua ditta? La J.A. Topf und Söhne
Il cliente? Le SS.
Nel 1934 i regolamenti governativi per l'igiene e per il decoro nella gestione dei resti umani erano però molto rigidi.
Dopo la sconfitta dei tedeschi fu arrestato dagli americani, ma rilasciato.
I sovietici lo condannarono, nel 1948, a 25 anni di lavori forzati.
Da oltre 30 contribuisce a mettere in luce le responsabilità della Topf und Söhne nello sterminio di milioni di esseri umani. E non è facile per uno della famiglia Topf

