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#MdT 26/10/1942 – Kurt Prüfer ripensò al suo passato.
Era entrato in fabbrica nel 1911 come disegnatore tecnico e da allora ne aveva fatta di strada.
Solo nove anni dopo il suo arrivo era stato promosso ingegnere del reparto D.
Già. E lì che aveva dato il meglio di sé.
Grazie al suo ingegno la sua ditta si stava aggiudicando tutti gli appalti.
Oggi però è particolarmente euforico.
“Le mie idee sono davvero rivoluzionarie, posso supporre che mi concederete un bonus per il lavoro che ho fatto”, aveva scritto in mattinata al suo direttore.
E’ euforico. Un cliente gli aveva detto di avere un problema.
Ma lui aveva già trovato la soluzione.
Un forno di 4 piani completo di nastri trasportatori destinati ad aumentare drasticamente la velocità di smaltimento.
La sua ditta? La J.A. Topf und Söhne
Il cliente? Le SS.
La J.A. Topf und Söhne.
Fondata nel 1878 da A. Topf , inizialmente specializzata in sistemi di riscaldamento e impianti per la lavorazione di birra e malto.
Nei primi anni del 20° secolo la società cominciò ad accettare la cremazione umana come alternativa alla sepoltura
Per questo la Topf und Söhne iniziò a produrre forni crematori per le pompe funebri.

Nel 1934 i regolamenti governativi per l'igiene e per il decoro nella gestione dei resti umani erano però molto rigidi.
In quegli anni la ditta è guidata da due fratelli di terza generazione, Ludwig ed Ernst-Wolfgang Topf.

Impiega fino a 1.150 lavoratori.
Nel 1933 entrambi i fratelli Topf si uniscono al partito nazista. Esattamente come uno dei lavoratori più significativi della compagnia.
Il loro ingegnere, Kurt Prüfer. Proprio lui.
Fu però solo nel 1939 che la Topf und Söhne entra in affari con il Reich di Adolf Hitler
I primi forni di incenerimento portatili furono consegnati al campo di concentramento di Buchenwald.
Kurt Prüfer li aveva progettati "a doppia muffola” violando le linee guida della cremazione che vietavano l'incendio di più di un corpo alla volta o il mescolamento delle ceneri.
Nel 1941 la Topf und Söhne aveva già fornito forni non solo a a Buchenwald, ma a Dachau , Mauthausen , Gusen e Auschwitz.
Alla fine della guerra, almeno venticinque forni Topf and Sons erano in funzione in Germania, nella Polonia occupata e nell'Unione Sovietica.
Ad Auschwitz lo smaltimento dei cadaveri era diventato molto più urgente. Per questo Prüfer e gli ingegneri di Topf avevano progettato nuovi forni "a otto muffole" in grado di bruciare più corpi contemporaneamente e fornito sistemi di ventilazione per rimuovere lo Zyklon B
Dai documenti risulta che Kurt Prüfer, fra il novembre 1940 ed il maggio 1944, andò 11 volte ad Auschwitz.
Dopo la sconfitta dei tedeschi fu arrestato dagli americani, ma rilasciato.
I sovietici lo condannarono, nel 1948, a 25 anni di lavori forzati.
Secondo un documento del Kgb, Kurt Prüfer è morto il 24 ottobre 1952 a causa di una emorragia cerebrale nella baracca-ospedale n. 23 di un campo speciale.
#MdT 22/03/2017 – Non è la prima volta che Hartmut viene ad Auschwitz. E’ stanco, non solo per i suoi 83 anni.
Da oltre 30 contribuisce a mettere in luce le responsabilità della Topf und Söhne nello sterminio di milioni di esseri umani. E non è facile per uno della famiglia Topf
Cosa aveva fatto la sua famiglia lo aveva saputo quando i cinegiornali di tutto il mondo avevano ripreso il logo dell’azienda inciso sui forni crematori di Auschwitz.
E aveva compreso leggendo la storia dell’azienda.
Una storia di uomini comuni e di come la normalità può diventare complicità nel genocidio.
La Topf und Söhne non fu certo la sola azienda.
E per la maggior parte non erano certo aziende "che avevano bisogno di lavorare”.
I forni non superarono mai il 3% del fatturato.
Oggi, il sito dello stabilimento Topf and Sons di Erfurt, ospita un museo e un sito commemorativo.
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