Per loro ero una notizia. La ragazzina venuta da un Paese in guerra, senza soldi, senza campo per allenarsi e senza allenatore, pronta a sfidare il mondo intero. Avrei preferito essere intervista per essere arrivata prima, non ultima.
Beh, Alì non era proprio mio fratello.
Fu lui a chiedermi di diventare sua sorella.
“Solo se riesci a prendermi” avevo risposto.
“Aboowe,” ho risposto io, fratello.
Quel bacio sulla mia guancia non fu un granché.
Troppo umidiccio.
Le strade tra i quartieri di Mogadiscio diventarono il mio campo di allenamento personale.
A me e ad Alì non importava niente della guerra.
Quel che contava era il nostro bel rapporto.
E poter correre.
Ero arrivata ultima, ma ero stata selezionata per le Olimpiadi di Pechino del 2008 nei 200m.
Sapete già com'è andata.
Che accadde dopo? Perché sono in mezzo al mare?
E i sogni non si devono mai abbandonare.
Passando dall’Etiopia avevo attraversato il Sudan e il deserto del Sahara, e poi in Libia.
So che tra poco finirà tutto. Le forze cominciano a mancarmi.
Morire in mare non è giusto.
Per me che amo la terraferma e quella splendida sensazione di libertà quando corro in pista. Ma Lampedusa è troppo lontana.
La racconta invece splendidamente Giuseppe Catozzella @gcatozzella nel libro '' Non dirmi che hai paura ''.
Un libro venduto in tutto il mondo e vincitore di numerosi premi. Bellissimo. Da acquistare.
Un racconto ricco di emozioni, che vi farà mancare il fiato. E che alla fine vi farà riflettere.
Guardatelo, ne vale la pena.
bit.ly/2nA3QWo