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“Ostalgia” la chiamano. Nostalgia della Germania Est. Sapete cos'è la cosa buffa?
Che ci fanno pure i DDR Party.
Feste dove si possono consumare vecchi prodotti della Germania Est e rivivere i “bei tempi andati".
Già, i “bei” tempi andati.
Io quei tempi li conosco bene.
E forse la mia storia può essere d’aiuto (ma ci spero poco) per certi vecchi nostalgici di un’auto come la Trabant o dell’omino dei semafori.
Perché la vita nella DDR era ben altro.
Un ben altro per niente piacevole.
Mi chiamo Manfred Viktor Smolka e sono nato a Ratibor nel 1930.
Avevo tredici anni quando persi mio padre nella seconda guerra mondiale.
Con l’avanzata dell’Armata Rossa io, mia madre e i miei fratelli ci trasferimmo nella Turingia orientale.
Era una zona di campagna e dal 1945 al 1947 lavorai occasionalmente nei campi.
Dopo il 1948 completai una formazione di base nella polizia di Greiz.

Poi la scuola ufficiali. E poi tenente nella compagnia della polizia di frontiera
Era il 17 giugno 1958 quando mi chiesero di rafforzare la sicurezza della frontiera per impedire ai contadini di lavorare la terra nei loro campi di confine.
Io li feci passare. Venni retrocesso a sergente.
Nel novembre dello stesso anno scappai nella Germania Occidentale.
Ora dovevo far passare mia moglie e mia figlia. E Il 22 agosto 1959 ci riuscii, senza sospettare che era una trappola della Stasi. Venni ferito, ma riuscimmo a toccare il suolo della Germania Occidentale.
Malgrado tutto la Stasi ci catturò in violazione del diritto internazionale
E ci processarono. Mia moglie Waltraud condannata a quattro anni di carcere.
Per me pensarono ad una punizione esemplare.
Quale occasione migliore per dissuadere altri poliziotti di frontiera dal fuggire in Occidente.
Una "misura educativa" la definirono.
Persino il mio avvocato era al servizio della Stasi. Mentre a mia madre fu negato di partecipare al processo.
Con ordinanza 357/60 il ministro della Stasi Mielke mi condannò a morte "al fine di educare tutti i collaboratori del Ministero".
Già. “Ostalgia” la chiamano.
Nostalgia della Germania Est.
Quando oltrepassai la porta della prigione di Lipsia in Alfred-Kästner-Straße, di nostalgia ne avevo ben poca.
Avevo 29 anni e mi uccisero con la ghigliottina.
"Misura educativa" fino in fondo.
Manfred Viktor Smolka fu, nella DDR, uno dei 164 condannati a morte uccisi con ghigliottina o "colpo ravvicinato".
Come ultimo desiderio scelse di poter scrivere una lettera alla famiglia, dove chiedeva di essere seppellito nella terra
La Stasi non consegnò mai la lettera alla famiglia e il corpo di Smolka fu bruciato e le ceneri sparse non si sa dove.
Nel certificato di morte fu scritto: morto per infarto.
La lettera verrà consegnata alla famiglia dopo la riunificazione.
Nel 1993 Smolka è stato riabilitato.
Come si viveva nella Germania Est? Perché qualcuno ha ancora nostalgia di quei tempi? Difficile capire. Certo, il posto di lavoro era garantito, ma non c’erano libere elezioni né libertà di opinione. Gli asili erano gratis, ma le frontiere chiuse e i media controllati dallo Stato
Il pane e le patate costavano poco, ma i valori democratici era pari a zero e tutti erano controllati dagli uomini della Stasi.
Quindi la gente fuggiva.
Nel 1958 erano più i dottori che se ne erano andati di quelli che si erano laureati.
Per questo nel 1961 pensarono bene di costruire un muro per impedire la fuga dei cittadini verso Ovest.
Ma la gente non smise di provarci. A migliaia. “Fermate chi viola il confine, se necessario con le armi”
I morti accertati, dopo 28 anni di Muro, sono 138. Quelli ufficiali.
Inizialmente il confine era costituito dagli edifici stessi. Le case appartenevano a Berlino Est e la strada sottostante a Berlino Ovest. Lei è la settantasettenne Frieda Schulze mentre la polizia di frontiera tenta di ritirala su.
bit.ly/32yn4dm
Alla caduta del muro fu impedito agli uomini della Stasi di distruggere tutti i documenti.
Ad oggi sono accessibili solo 2.500 di questi documenti, oltre a foto e video.
Tanto basta per farsi un’idea di cosa sia stata la famigerata polizia segreta della Germania Est.
Ci sono foto di madri nascoste con i loro figli nelle auto, arrestate nel tentativo di fuggire da quell’inganno, da quella illusione.
Inganni, illusioni, come sono tutte le dittature. Di destra o di sinistra.
Impossibili da barattare con qualche asilo gratis o qualche bonifica.
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