Thread by @_pp_tm_

È dall’ultimo evento di @liberioltre che la questione mi frulla nella testa. Nelle ultime settimane ho visto da vicino alcune cose. Ecco un breve #thread su tema importante ⬇️

Skill gap, STEM, è questione generale, non solo professionale. La logica, la capacità di discernere su informazioni basilari, attiene prima alla vita civile, alla capacità di perseguire interesse generale e personale, prima di impattare il tema lavoro

Su questa premessa è da pesare il valore della #scuola
E proprio su basi logiche che mi chiedo da tempo il senso di questa stucchevole discussione sulla scuola secondaria, licei, istituti, greco o non greco..

Martedì mi sono trovato in un istituto professionale a Bologna, organizzato, con tabellone video che scandiva tempi e classi... aziende direttamente coinvolte, lezioni pratiche e teoriche, insomma una realtà molto bella e viva..

...indago.

Eccellenza.
Grandi storie imprenditoriali.
Ma.
“Diploma di perito” è realmente una barriera. “Liceo” ha altro appeal. Per le famiglie, anche, e sopratutto.

Mi chiedo:
perché non può star bene in quel tabellone un corso di Latino, o Greco, o di storia dell’Architettura, o di Design, o di Cinema, per chi lo voglia?

Così come mi chiedo:
perché in un Liceo o non può essere disponibile un corso di C++ o Python, o di radiofrequenza, o di quello che volete di tecnico (la manualità fa bene alla testa)?

In fine mi chiedo, ma perché questa divisione? Perché obblighiamo a scegliere in maniera così netta un percorso ad una ragazza o un ragazzo a soli 14 anni?

Ma che elementi ha per scegliere? E noi genitori, abbiamo tutti gli elementi per aiutarli? Li conosciamo veramente? A stento consociamo noi stessi...

Quanto può essere inefficiente l’allocazione delle menti e delle passioni in questo modo... tanto. E lo stiamo vedendo.

E perché socialmente abbiamo deciso di incidere a fuoco un così brutto branding su alcune scelte tecniche... perché le discriminiamo a priori.. “perito”.. ma che sciocchezza..

La questione è in fondo semplice: perché non lasciamo la libertà di conoscere, sperimentare, appassionarsi, studiare, ma anche sbagliare, ai nostri ragazzi?

Certo, entro perimetri più o meno guidati... ma insomma, siamo in un mondo in cui l’ibridazione di competenze è fondamentale, non solo l’approfondimento. Lasciamo fare. Parliamo di scuola secondaria, certamente si può ancora sbagliare.

E non potrebbe in fondo rivelarsi più efficiente l’allocazione generale delle risorse senza questa divisione fittizia?

Proviamo a formare persone in grado di discernere.
Meno etichette.
Ne gioverà la società civile ed il lavoro.
Perché Toffler ha detto una fondamentale verità.