No, non sono caduto in battaglia.
Quello che mi è successo è parte di un episodio purtroppo dimenticato.
Avvenuto nel marzo del 1942.
Mi chiamo Giuseppe Nulli.
Il convoglio comprendeva il Crispi e la Viminale, i piroscafi Piemonte, Ardenza e Italia; il cacciatorpediniere Sebenico con le torpediniere San Martino, Castelfidardo, Mosto e Bassini per scorta.
A proteggerci gli aereosiluranti della Regia Aeronautica
969 erano gli alpini.
689, tra cui il sottoscritto, appartenevano al Battaglione Gemona.
C’erano anche 70 detenuti politici greci (64 uomini e 6 donne).
Sapevamo dei rischi. Ed erano parecchi
Ognuno raccontava della propria famiglia, con un pensiero a chi aveva trovato la morte in Grecia.
Le acque fredde e la presenza del sommergibile nemico impedirono operazioni di salvataggio.
Tra gli alpini imbarcati i superstiti furono 141. Il battaglione Gemona praticamente sterminato.
Dei 689 uomini imbarcati, morirono in 651.
Tra cui io, Giuseppe Nulli.
Giuseppe Nulli era nato a Iseo l’8 settembre del 1919.
Studente universitario e musicista, era partito volontario negli alpini del Battaglione Gemona.
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