Thread by @JohannesBuckler

Pitelli è il borgo più grande del Comune della Spezia posto al confine con i Comuni di Lerici e di Arcola.
Perché le scuole elementari si chiamano “Genova”?
In segno di gratitudine.
Una gratitudine di lontana memoria.
Per qualcosa accaduto esattamente nel 1922.

Erano le 02.58 del 28 settembre 1922.
C’era un temporale fortissimo quando, ad una violenta scossa sussultoria, fece seguito un cupo rimbombo.
La popolazione di La Spezia scese in strada mentre le navi in rada dirigevano verso l’alto i fasci di luce dei loro riflettori.

La notizia di un disastro corse di bocca in bocca.
Il cantiere Ansaldo senza più vetri, la fonderia di Pertusola con i tetti sfondati.
E gli uliveti, i vigneti, tutti scomparsi.
E poi tutte quelle urla.
E le prime salme allineate.
A decine.

C’era un bambino di 6 anni col capo biondo e insanguinato.
E poi una donna.
Inginocchiata davanti alla salma di sua figlia di 20 anni urla, che Anita, sua figlia, doveva diventare madre tra poco.
E poi quel cratere, enorme.
In località Falconara, sopra San Terenzo.

Un cratere enorme.
Sì, perché non è stato un terremoto a causare l’immane tragedia.
Dove ora c’è quell’enorme cratere poco prima c’era una polveriera del Regio Esercito.

E poi alle 02.58 il fulmine, quel maledetto fulmine.

E l’esplosione di 26 tonnellate di polvere nera, 988 di balestite, 20 di solenite, 88 di cordite, 220 di nitrocellulosa e 69 di tritolo, per un totale di 1.511 tonnellate di esplosivo.
Un vulcano in eruzione.

San Terenzo distrutto.
Ma hanno subito danni anche Pitelli, Pertusola, Pugliola e addirittura Lerici con case scoperchiate e semidistrutte ormai inagibili. Perfino alcune case di Fossamastra, quartiere di La Spezia, nonostante la distanza considerevole.

C’erano cinque soldati di servizio al forte.
Morti nell’esplosione.
E poi quel cumulo di macerie, la casa del comandante del forte, il maresciallo Romano Pederneschi con la moglie e le sue cinque figlie. Tutti morti.

I morti furono in totale 144 e oltre 800 i feriti, molti dei quali sopravvissuti con invalidità permanenti.
Numerose case distrutte o scoperchiate e gli uliveti abbattuti.
Una catastrofe.

San Terenzo, il borgo tanto amato dagli scrittori e poeti inglesi Byron e Shelley un secolo prima e da Paolo Mantegazza è, dopo la deflagrazione potentissima, ridotto a un ammasso di macerie.

Accorse sul luogo anche la squadra degli allora Operai Pompieri Guardie Fuoco alle dipendenze del comune, progenitori dei Pompieri Spezzini.

I danni materiali stimati in 5 milioni dell'epoca, una cifra enorme, ma ci fu una gara di solidarietà nazionale.
La Regia Marina con ufficiali medici e più di 500 marinai in aiuto.
l Pontefice fece pervenire una ingente somma; da Milano la Cassa di Risparmio inviò L.150.000

Cosa c’entra la scuola elementare “Genova” di Pitelli di inizio thread con l’esplosione?
C’entra.
Perché il comune di Genova inviò agli abitanti di Pitelli una somma ingente per ricostruire le case degli abitanti abbattute dall’esplosione.

Gli abitanti decisero però di usare quei soldi per costruire le scuole elementari, che mancavano a Pitelli.
Per questo ad esse venne dato il nome del capoluogo ligure. In segno di gratitudine.
“Scuole elementari Genova”

Grazie a @Guido_Rescio per avermi chiesto di raccontare la storia dell'esplosione di Falconara del 28 settembre 1922.
Una tragedia e una prova d solidarietà nazionale.
Un mese prima della marcia su Roma.