Avessimo avuto Twitter, magari un pensierino lo avremmo fatto.
Non sapendo come passare il tempo invece…
Sconfiggere i tedeschi del Terzo Reich.
E noi i fascisti.
Ciò dovrebbe aumentare il valore etico della nostra scelta.
Comunque.
Li accolsi. E li organizzai.
La brigata aveva occupato tutti i paesi della valle dichiarandola «zona libera»
Il 18 giugno del 1944 i miei amici partigiani avevano piazzato mine sotto i ponti di Sedrina, superando i posti di blocco delle G.N.R.
I fascisti non tardarono a reagire
Si ebbero scontri, e per i partigiani le cose si misero male.
Poi il comandante Rino Locatelli e altri 4 partigiani presero una decisione
Sarebbe bastato a fermare la colonna fascista, dando tempo agli altri di fuggire.
Ma la carica non esplose.
E i cinque si ritrovarono sotto raffiche di mitra.
Ero nel carcere di Sant’Agata.
Ma prima, subito dopo la mia cattura, ero a Palazzo Baroni.
Con accuse pesanti. Anzi, pesantissime.
Mi interrogarono per giorni. Volevano sapere i nomi dei partigiani.
A chi oggi mi chiede come ho fatto a resistere, rispondo: «Meglio una donna rovinata che tanta gente impiccata».
Magari io, Lalla, partigiana, come il famigerato Aldo Resmini capitano della 612° Compagnia OP di Bergamo.
Che qualcuno ha il coraggio di definire un eroe.
Alla fine cinque furono condannati a morte, quattro a una pena detentiva di 30 anni di reclusione, cinque a 25 anni, nove a vent’anni più altre condanne.
Quanti ne uccise il famigerato Resmini? Almeno 60. Senza contare tutte le torture.