Riprendendo i loro citofoni e leggendo uno ad uno i nomi degli abitanti di quelle case.
Persone che, RICORDIAMOLO, abitano in quelle case legittimamente, non le hanno rubate a nessuno, sono state assegnate loro per diritto. Quale sarebbe la loro colpa?
Ovviamente la loro colpa è essere stranieri, essere di un’altra “razza”, essere carne da macello elettorale.
Vivere in una Regione in cui si è in piena campagna elettorale e la ricerca disperata del voto per la poltrona esige di rivolgersi
Poiché però non siamo (ancora) in un’Italia nazista, ma in uno Stato di Diritto retto dalla Costituzione Italiana, ricordo ai due Colleghi Avvocati e candidati che per la legge, la diffusione di nomi, cognomi indirizzo
Senza tali requisiti la diffusione viola la normativa in materia di protezione dei dati personali.
Inoltre ricordo che i cittadini che hanno subito questa violazione da parte dei due politici possono proporre personalmente un reclamo al Garante
Cosa rischiano i due politici che hanno detto di infischiarsene della Privacy?
Ecco gli indirizzi a cui farlo.
Posta elettronica: protocollo@gpdp.it
Posta certificata: protocollo@pec.gpdp.it
mail garante@gpdp.it
pec protocollo@pec.gpdp.it
:::
Spett.le
Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Piazza Venezia n. 11
00187 Roma
:::
—
Spett.le Garante per la protezione dei dati personali,
la presente per segnalarVi l’increscioso, nonché illecito, episodio che ha coinvolto alcuni cittadini di Bologna.
Oltre a rappresentare una campagna elettorale che incita all’odio e alla discriminazione, tale episodio raffigura un trattamento illecito di dati personali.
La diffusione di nomi, cognomi e indirizzo di residenza degli assegnatari degli alloggi popolari per essere lecita doveva ricevere il consenso
Vi sono appositi strumenti, tra i quali non rientra un video pubblicato su Facebook, che la legge mette a disposizione per
In fede
Firma