Che dovevo fare. Risorgere per mettere una firma?
In verità, non mi accontento della riabilitazione.
Io voglio essere considerato un eroe, perché quel giorno salvammo decine di vite umane.
Lo ricordo bene.
Sulle nostre montagne.
Quando venne deciso un attacco alle rocce della cima Cellon in pieno giorno, senza supporto di artiglieria, io e altri compagni suggerimmo di farlo col favore della notte.
Di più.
Meglio la notte, con la nebbia a proteggerci.
Apriti cielo.
Il capitano, tale Armando Ciofi, gridò «rivolta in faccia al nemico».
Ordinando la corte marziale per noi e altri 80 soldati.
Decine gli accusati, nove minuti a testa per la difesa.
C’erano le circolari Cadorna, quindi“severa repressione”. Ricordando il “sacro potere ” degli ufficiali di passare subito per le armi “recalcitranti e vigliacchi”.
Era il 1° luglio 1916
Rimaneva però nel codice penale militare (1869) in tempo di pace per pochi reati e in tempo di guerra per una casistica molto più ampia.
Strumenti che sfuggivano ad un controllo del Parlamento.
Il legislatore dovette inseguire a posteriori per regolarizzare il tutto.
L’unica statistica disponibile riporta che furono almeno 1.150. La cifra più altra tra tutti gli eserciti in Guerra.
Per l’impero tedesco si parla di 50.
Su oltre 4.000 condanne a morte, solo in 1061 casi l’imputato era presente al processo.
Ma i soldati non subirono sempre processi.
Che disobbedirono ad un ordine assurdo salvando la vita alla loro compagnia.
La cima fu espugnata da un’altra compagnia, ma l’attacco avvenne di notte, protetti dalla nebbia. Esattamente come avevano suggerito i “disertori”