Perché quella fuga? Perché erano semplicemente ebrei.
La solidarietà mi sembrò l’unica risposta possibile davanti alle necessità di esseri umani che rischiavano di essere uccisi.
La gendarmeria tedesca aveva il proprio comando a pochi metri, dalla mia pensione, presso l'albergo Milano.
L'esigenza più grande?
Quella di procurare loro documenti falsi e occultare accuratamente quelli autentici.
Quando arrivò l’ordine del generale tedesco Kesserling.
Bisognava evacuare tutte le abitazioni situate sul lungomare destinate alle truppe tedesche impegnate in una difesa contro l’avanzata anglo-americana.
Altro trasferimento. Nella villa Betelli, isolata dalla linea del fronte. Mi accollai parte delle spese. Il maresciallo Carugno garantì continuamente la sua protezione facendo la spola fra Bellaria e la villa.
Dopo essere passati da Ancona, il 24 ottobre partirono da Bari verso Israele.
“Non aiutare quelle persone significava una cosa sola: essere complici”.