Il libro-diario di @ilariacapua, "Io, trafficante di virus" è una lettura indispensabile per capire a fondo alcuni problemi che affliggono la giustizia, il giornalismo, e l'università italiana.
Provo a spiegare perché.
[thread 👇]
Provo a spiegare perché.
[thread 👇]
Ma prima una premessa per chi non conosce la vicenda: Capua, virologa di fama mondiale, è autrice di un'innovativa strategia di vaccinazione contro l'influenza aviaria e iniziatrice di una campagna per rendere open access le sequenze genetiche dei virus.
1/
1/
Le sue ricerche e il suo approccio innovativo le sono valse il titolo di "revolutionary mind" da parte della rivista Seed, l'inclusione nei 50 top scientist of Scientific American e l'assegnazione del Penn Vet World Leadership in Animal Health Award.
2/
2/
Oggi Capua dirige uno dei più presigiosi centri di ricerca sui virus, l'Emerging Pathogens Institute dell'Università della Florida.
3/
3/
Quando l'Espresso pubblicò l'ormai nota inchiesta su di lei, Capua fu azzannata anche dagli altri media, dal Movimento 5 Stelle, e dagli accademici anti-valutazione che avevano a cuore la conservazione dello status quo nell'università italiana.
4/
4/
Dopo il suo proscioglimento da tutte le accuse (non c'è stato alcun processo, tanto le accuse erano campate in aria) nessuno le ha chiesto scusa. E su certi forum di accademici online tuttora si ribattono contenuti diffamatori nei suoi confronti.
5/
5/
Il suo libro, dicevo, è indispensabile non solo perché racconta come si vive in prima persona il tritacarne scatenato da fantasie giudiziarie e scientifiche senza capo né coda...
6/
6/
... perché mostra come le inciviltà procedurali possono travolgere l'esistenza di una scienziata di fama mondiale, e perché dà conto dell'operato di un certo tipo di magistrati e di un certo tipo di giornalisti scientificamente analfabeti che abbondano nel paese.
7/
7/
È indispensabile anche perché spiega dall'interno la tensione tra conservazione e riformismo nell'università.
8/
8/
Capua non è amata dagli accademici conservatori (fatevi un giro su certi forum di docenti anti-valutazione per vedere cosa pensano di lei), e nel suo libro ne sono incidentalmente e inconsapevolmente spiegate le ragioni.
9/
9/
Al di là delle sue scoperte e del modo di operare rivoluzionario (l'autrice è stata la prima a rendere open access le sue ricerche sui virus, cambiando irreversibilmente il dibattito scientifico nel settore)...
10/
10/
.. Capua si è sempre fatta in 4 per procurare finanziamenti ai suoi laboratori, ritiene che i fondi debbano essere dati ai + meritevoli e che non debbano essere condivisi con gli improduttivi e dà per scontato che un buon sistema di incentivi sia fondamentale per la ricerca.
11/
11/
... Mentre per i conservatori i fondi devono essere dati a pioggia, "il merito è una brutta parola", stabilire chi merita di più è impossibile perché la ricerca non si può valutare, e gli incentivi non servono...
12/
12/
... perché tutti nell'accademia facciamo già al meglio il nostro lavoro grazie a un innato senso del dovere (non per niente siamo moralmente superiori a tutta quella gente che, là fuori, si danna per i soldi).
13/
13/
L'autrice spiega che gli investimenti privati sono ossigeno per la ricerca pubblica e che uno degli aspetti fondamentali del lavoro di un ricercatore è creare sinergie tra il settore pubblico e quello privato...
14/
14/
.. coinvolgendo le imprese nel finanziamento della ricerca in cambio dei benefici più vari, pubblicità compresa. Un approccio che scatena reazioni pavloviane nei conservatori dell'accademia, che sistematicamente insorgono denunciando il richiamo di una "mentalità aziendale".
15/
15/
Nel libro si chiarisce che nel nostro lavoro pubblicare è fondamentale, e bisogna pubblicare "bene", cioè sulle riviste scientifiche più prestigiose, perché solo così si partecipa al dibattito scientifico internazionale...
16/
16/
Solo così si fanno conoscere le proprie ricerche, si guadagna credibilità (e si ottengono finanziamenti). Per i conservatori invece le riviste scientifiche sono quasi tutte uguali, perché la qualità della ricerca - e quindi dei contenuti delle riviste - non si può misurare.
17/
17/
Un paper su Science vale quanto una riflessione pubblicata sul giornale del condominio, e i finanziamenti non dovrebbero dipendere dalle pubblicazioni perché i ricercatori italiani sono tutti bravissimi anche quando non pubblicano una mazza.
18/
18/
Capua auspica stipendi più alti per i precari più meritevoli, trasmettendo il principio generale che a ogni livello chi è più bravo debba essere pagato di più.
19/
19/
Quando si è provato a parlare di tale principio in Italia, una parte dell'accademia si è ribellata gridando allo scandalo (nel migliore dei casi).
20/
20/
L'autrice inoltre non rinuncia a qualche frecciata verso il nepotismo che ancora informa una parte (invero decrescente) del reclutamento universitario.
21/
21/
Queste stoccate non possono essere accolte bene da quei professori che si battono contro la valutazione, perché la valutazione impone di reclutare i candidati che hanno pubblicato sulle riviste migliori e ridimensiona il potere discrezionale delle commissioni nei concorsi.
22/
22/
Non capivo perché certi personaggi che infestano l'accademia italiana ce l'avessero tanto con Capua. E come mai studiosi navigati avessero bevuto ciecamente (e cavalcato senza ritegno) la ripugnante campagna de L'Espresso perfino ben dopo il proscioglimento della virologa.
23/
23/
Dopo aver letto il suo libro è tutto molto chiaro.
24/
24/
