Sforzandosi di guardare oltre la palude informativa generata dal pessimo lavoro svolto da giornali in overdose da clickbait, virologi intenti a promuovere libri e governatori in cosplay, non si può non notare la subdola manovra di #ShockEconomy presente nel DPCM 25/2.
(thread)
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Per chi non lo sapesse, "Shock Economy" è il nome di un saggio pubblicato nel 2007 dalla giornalista canadese Naomi Klein: la tesi principale sostenuta dall'autrice è che molte delle principali svolte neo-liberiste che si sono verificate a livello mondiale (privatizzazioni, /2
tagli alla spesa pubblica, riduzione dei diritti dei lavoratori, etc.) siano state imposte aggirando il consenso popolare approfittando degli "shock" provocati da eventi in grado di catalizzare l'attenzione pubblica e consentire l'applicazione di misure estreme. /3
Questi eventi, a seconda dei casi, possono essere creati ad hoc o cavalcati enfatizzando ad arte (con l'ausilio della stampa e dell'azione politica contingente) determinati accadimenti che, pur nella loro indubbia natura emergenziale, rientrano nell'ordine ciclico delle cose. /4
Ora, senza alcuna intenzione di voler scendere nel complottismo da operetta, è curioso notare due innegabili fatti che potrebbero ragionevolmente autorizzare Naomi Klein ad aggiungere l'ennesima tacca sulla copertina del suo libro più venduto dai tempi di No Logo (2000). /5
1) quasi tutti i principali attori di questa vicenda (giornali, social-virologi, governatori, opposizione e governo) hanno cambiato atteggiamento, prima favorendo il diffondersi del panico e poi smorzando nettamente i toni, curiosamente in scia con l'andamento dei mercati. /6
2) quando il panico ha toccato il momento più alto (23/25 febbraio), mentre gli smartphone di mezzo paese venivano stuprati dalle vibrazioni dei gruppi WhatsApp mamme, le istituzioni emanavano d'urgenza una serie di provvedimenti degni di nota che è opportuno ricordare: /7
2A) Il comunicato stampa del Garante degli Scioperi, che "invitava fermamente" (leggi: impediva a) le sigle sindacali e associazioni di categoria a non scioperare, sospendendo di fatto un diritto costituzionale *per tutti i settori* (nessun riferimento a comparti specifici). /8
2B) Il DL del 23/2, che tra una serie di misure di contenimento apparentemente "ragionevoli" (non entro volutamente nel merito) contiene anche una subdola e discutibilissima "sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato". /9
2C) Il DPCM del 25/2, che chiarisce le misure applicative delle "procedure di semplificazione" per l'introduzione del Lavoro Agile nelle aziende a rischio stop (garantite nel summenzionato DL 23/2) sopprimendo l'obbligatorietà dell'accordo individuale con i dipendenti. /10
Sul Lavoro Agile (smart working), tema che conosco piuttosto bene in quanto ho spesso l'ingrato compito di organizzarne le modalità, ho scritto un thread 2 giorni fa, sottolineando l'importanza di quell'accordo per impedire che lo SW diventi un abuso. /11
Come era prevedibile, questo preoccupante U-turn legislativo non ha destato alcuna preoccupazione: al contrario i giornali si sono precipitati ad applaudire l'iniziativa, sottolineando come ogni polemica sia superflua visto che la misura è temporanea. /12
ilsole24ore.com/art/coronaviru…
ilsole24ore.com/art/coronaviru…
Analogo entusiamo ha espresso l'osservatorio per lo Smart Working, di cui ho già avuto modo di criticare l'obiettività in un altro thread, che ha da sempre un'innata tendenza a declinare il lavoro agile dal punto di vista della produttività. /13
Sfortunatamente si tratta invece di pessime notizie, malamente imbellettate dai soliti termini civetta (semplificazioni, innovazione, etc): sopprimere l'accordo individuale è una mossa scorretta, che rende lo SW un mero strumento di gestione della crisi da parte dell'azienda. /14
Al contrario, l'obbligatorietà dell'accordo tra le parti è parte integrante della definizione del lavoro agile presente nell'ordinamento italiano (Legge 22/05/17, n. 81), cosa che rende di fatto il DPCM 25/2 una contraddizione in termini. /15
Tale approccio è da sempre una spina nel fianco per il neolib e per chiunque concepisca l'innovazione come una sfida manageriale volta all'incremento dei risultati, ovvero della produttività: tra questi anche l'osservatorio, che da anni propone la sua definizione alternativa. /16
Definizione che, ahimé, troneggia al momento anche sulle pagine di Wikipedia Italia, tristemente affiancata a quella ufficiale: leggendole insieme, si nota chiaramente il tentativo di accantonare gli aspetti legati alla contrattazione in favore di un approccio meritocratico. /17
Concludendo: con buona pace del Sole24Ore, sostenere che la valenza temporalmente limitata di queste misure eccezionali renda superflua ogni discussione è una stupidaggine bella e buona. Temporanee o no (e ci mancherebbe che non lo fossero!) restano comunque un abuso. /18
Al contrario, come insegna Naomi Klein, è estremamente importante vigilare con attenzione sulle possibili evoluzioni, modifiche e abrogazioni di questi provvedimenti, così come di tutte le eventuali misure shock-driven che potrebbero essere emanate nel prossimo futuro: /19
la legislazione italiana è piena di misure "temporanee" che vengono procastinate all'infinito e di certo non vogliamo che questi pericolosi virus restino in vigore un minuto in più dello stretto necessario: prima riusciremo a vaccinarci da questa roba, meglio sarà per tutti. /END
